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23^ fiducia imposta dal Governo al Parlamento. Oggi tocca al decreto anticrisi. La dichiarazione di voto di Pierluigi Bersani per il PD

Signor Presidente, cari colleghi, vorrei chiedermi cosa hanno mai da guadagnare gli italiani da un’umiliazione così forte che sta venendo al Parlamento. Siamo alla ventitreesima fiducia in un anno, i decreti-legge vengono presentati uno dopo l’altro, viene posta la questione fiducia su un pacchetto di norme, Ministro Tremonti, che lei, in altre epoche, avrebbe ridicolizzato (si tratta di 43 pagine), e siamo a farlo, sostanzialmente, all’insaputa del legislatore.
Cosa ha da guadagnare l’Italia dal fatto che, in un anno, questo Parlamento non ha mai avuto l’occasione di una discussione vera sulla crisi economica? Abbiamo guadagnato in rapidità? Abbiamo guadagnato in efficacia? Credo che abbiamo guadagnato in approssimazione e in confusione, perché aver fretta – vorrei dirlo al Governo – non sempre significa andare veloci.
Avete avuto fretta nel criminalizzare le badanti irregolari e, poi, siete dovuti correre a regolarizzarle. È meglio discutere, ascoltarsi e ascoltare.
Credo anche che l’Italia abbia poco da guadagnare dalle rassicurazioni al cloroformio che stanno venendo dal Governo. Vorrei dire al Governo che gli italiani, davanti ai problemi seri, sono stimolati a reagire, a meno che non li si addormenti.
Continuate a rimestare gli stessi soldi, parlando di misure economiche. Raccontante di realizzare 100 mila alloggi con 560 milioni di euro: stiamo parlando di alloggi per cani o di alloggi per italiani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?
Raccontante di aver ridotto l’assenteismo nella pubblica amministrazione, cosa lodevole, ma vi dimenticate di dire – è un’indagine di pochi giorni fa – che, nell’ultimo anno, sono aumentati del 12 per cento gli adempimenti delle piccole imprese nei confronti della pubblica amministrazione, e che, in questo momento, la pubblica amministrazione non sa tenere i conti a posto.
Potrete tagliare il Fondo unico per lo spettacolo, potrete distruggere lo spettacolo, ma non per questo risanerete i conti: vi stanno scappando da un’altra parte (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Date un occhio ai beni e ai servizi, come vi stiamo dicendo da un anno in qua!
Raccontate che state realizzando manovre anticrisi, una dopo l’altra, attraverso sei o sette decreti-legge. Sui giornali si legge: «decreto anticrisi», «manovra anticrisi».
Come le ho già detto, Ministro Tremonti, sono pillole: alcune male non fanno (le abbiamo proposte anche noi), alcune sono tardive (cioè pillole «del giorno dopo») e ogni tanto compaiono dei «pilloloni» indigeribili, come questo benedetto condono.
Vorrei rivolgermi all’esponente della Lega, deve leggerle anche lui le leggi: non esiste un Paese al mondo che adotti una misura come questa (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori)! Si vada a vedere come è la legge in Francia: io quella francese la prendo su subito, sia chiaro!
Un «pillolone» è quello di far pagare le tasse da gennaio ai terremotati che in Abruzzo sono nelle tende. Vi rendete conto quale sarà il titolo di questo maxiemendamento? «I terremotati sotto la tenda devono pagare le tasse e gli evasori che hanno esportato i capitali all’estero no», questo è il titolo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori e di deputati Unione di Centro)!
Io però, questi pochi minuti non voglio dedicarli né alle pillole, né ai «pilloloni», perché è un’occasione nella quale in due minuti cerchiamo di esprimere un giudizio di sintesi su una vicenda che è cominciata un anno fa e che, purtroppo, andrà avanti ancora qualche anno e della quale non abbiamo mai l’occasione di discutere.
La vostra narrazione è stata la seguente (e credo di essere testuale nel riportare le parole). Nel luglio scorso, un anno fa, noi dicevamo «crisi», voi dicevate «catastrofismo della sinistra». A settembre dello scorso anno, Berlusconi diceva «la crisi c’è, ma è finanziaria, non avrà ricadute sull’economia». A ottobre Berlusconi diceva «la crisi c’è, ma noi stiamo meglio degli altri», mentre tra novembre e dicembre diceva «la crisi è psicologica: consumatori, consumate!». Da allora sono comparsi gli psichiatri e ci hanno spiegato lo spiraglio, lo spiraglio, lo spiraglio, fino a dirci «il peggio è passato, la crisi è alle spalle».
Questa è stata, senza troppe esagerazioni, la vostra narrazione. C’è da stupirsi che davanti a una narrazione così non si sia adottata davvero una manovra anticrisi? Non c’è da stupirsi che sia stata fatta l’ammuina o lo spostamento dei carri armati di Mussolini da una finca all’altra del bilancio, con la sola modifica del trasferimento da conto capitale a spesa corrente, con una riduzione degli investimenti in un momento di recessione. Li troverete voi, il prossimo anno, sette o otto miliardi in meno di investimenti!
Non parliamo poi del sud, che è stato totalmente rapinato. Adesso ho visto che anche il primo mezzo pilone ipotetico del ponte sullo Stretto è volato giù con questo maxiemendamento, non so se ve ne siete resi conto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!
Questa strada del non intervento, questa strada dell’edulcorazione, al di là delle polemiche, ci sta portando per un sentiero inevitabile, che è quello della stagnazione, di nessuno stimolo all’economia reale e della crisi della finanza pubblica.
Infatti, non è vero che si è stabilizzata la finanza pubblica, che la spesa corrente è sotto controllo e che le entrate diminuiscono solo in proporzione della crisi: il deficit cresce, il debito cresce, si vuol rispondere ancora con dei condoni che al loro fondo hanno l’aumento della pressione fiscale su chi le tasse le paga? È un giro di valzer stretto tra stagnazione e crisi della finanza pubblica.
Nessuno fa miracoli. Noi non siamo degli «arruffapopolo» e dei demagoghi, però, perbacco, accettate un giudizio: quest’anno avete sottovalutato la situazione, vi è tremato il cuore davanti all’esigenza di un gesto coraggioso, che era quello di prendere soldi nuovi e veri. Certamente, ciò andava fatto trovando il modo di rientrare da questa una tantum, ma è lì il difficile del Governo, lo so anch’io che è lì il difficile, ma si governa per questo.
Quei soldi freschi e nuovi servono e servivano per tre scopi: reddito per chi perde il lavoro, a qualsiasi titolo. Lega, non facciamo assistenzialismo, noi! Stiamo parlando dei precari, che non è vero che hanno un salario (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Unione di Centro)!
La seconda cosa è la piccola impresa. Ma quanto siete amorevoli verso la piccola impresa! Io dico che di concreto davvero non è arrivato niente alle piccole imprese e che ci vogliono dei soldi veri se vogliamo che possano tirare la palla avanti per un anno o un anno e mezzo con il credito e con le banche, altrimenti sono chiacchiere.
La terza cosa sono gli investimenti. Volete tanto bene ai comuni, ma gli unici che possono fare investimenti a sei mesi sono i comuni, non c’è nessun altro; e li abbiamo stoppati invece che muoverli (Una voce dai banchi della Lega Nord Padania: E il Governo Prodi?)!
Il Governo Prodi quando c’era da fare la manovra aveva il coraggio di farla, te lo dico io (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori – Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)!
E ve lo spiego, cari amici, ve lo spiego perché vi trema il cuore quando c’è da fare una manovra. Vi trema il cuore perché voi avete mostrato in quest’anno che il vostro meccanismo non è usare il consenso per fare Governo anche quando è difficile, ma usare il Governo per fare consenso, e questo non è responsabile (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).
Sto per concludere. Io dico che si doveva e si deve fare di più. Accettate questa critica e questo giudizio: si doveva e si deve fare di più, ci voleva e ci vorrebbe più coraggio. Dopodiché, concludo su questo, se non avete intenzione di farlo, però almeno non fate torto alla nostra intelligenza.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

PIER LUIGI BERSANI. Non veniteci a dire che stiamo facendo rientrare i capitali per metterli nell’impresa perché sappiamo già dove andranno: a zero tasse, andranno nelle banche, nelle case o ritorneranno da dove sono arrivati.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

PIER LUIGI BERSANI. Il risultato sarà che alle imprese, invece di mettere soldi da loro, converrà andare fuori, poiché tanto poi avranno il condono. Quelle famose nuove norme che inserite è come un cane abbaia e abbaia, e non morde mai. Questo è il risultato (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia dei Valori e Unione di Centro – Congratulazioni)!

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