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“Il no ai presidi del Sud agita il Pd”, di Marisa Fumagalli

Voto bipartisan alla Provincia di Vicenza. Finocchiaro: deriva anti-meridionale Galan L’ origine non conta La civiltà è un’ altra cosa Fioroni Il Pd locale deve dissociarsi dal voto

«Non confondiamo il razzismo con le pari opportunità». Così si difende il Partito democratico vicentino, «reo», di aver approvato, assieme a Lega e Pdl, un ordine del giorno contro l’ invasione dei presidi dal Sud. Che – detto con brutalità – ruberebbero i posti ai colleghi del Nord. È accaduto, martedì, durante la seduta del Consiglio provinciale, conclusasi con un verdetto unanime: su 27 votanti, 26 sì e un astenuto. L’ intesa tra maggioranza e opposizione è sorprendente ed eccezionale: la Provincia di Vicenza è guidata da un leghista, e in giunta ci stanno Lega e Pdl. Per inciso, la mozione è stata presentata dall’ assessore all’ Istruzione Morena Martini, in quota Popolo della Libertà. Rotta di collisione con la ministra, collega di partito, Maria Stella Gelmini, che ha firmato il decreto sulla «interregionalità» dei dirigenti scolastici. Puntura di spillo di un avversario: «La Martini ha voluto scavalcare i leghisti, nella difesa del territorio». Può darsi. Ma veniamo al punto. Da dove nasce l’ ordine del giorno, nel quale alcuni ravvisano il revival razzista? La diffidenza verso i meridionali non era archiviata da tempo? I sostenitori della mozione, del resto, si appellano alle regole, non all’ anagrafe. L’ obiettivo sarebbe quello di eliminare lo squilibrio originato dal fatto che in alcune regioni (del Sud) un concorso ordinario per la copertura dei posti disponibili da assegnare ai dirigenti scolatici abbia aperto le porte a un numero spropositato di persone. Creando una valanga di «eccedenze». Il decreto Gelmini, poi, ci ha messo del suo, consentendo lo spostamento dei vincitori in tutto il territorio nazionale. Risultato? Le regioni virtuose come il Veneto (che aveva rispettato i parametri per le riserve) ora si trovano invase da presidi meridionali. Da qui, la reazione. Prevedibile dai politici della Lega (nel caso della Provincia di Vicenza, in prima linea è andata l’ assessore Pdl), che difendono a spada tratta i confini del proprio territorio. La notizia, semmai, è il voto bipartisan. Mal di pancia nel Pd? L’ unico astenuto, in Consiglio, è un democratico. Nessuno, però, ha votato contro. Di più: difende la mozione anche il sindaco di Vicenza, Achille Variati, esponente locale di punta del partito di Franceschini: «È una condivisibile risposta provocatoria a un problema serio e reale, quello della disparità nell’ applicazione della normativa nazionale. Così si impedisce di diventare presidi a tanti insegnanti, in servizio nella nostra regione. Che avrebbero il vantaggio di conoscere il territorio». Il Partito Democratico del Veneto, invece, con qualche concessione ai compagni vicentini, si dissocia da ogni tendenza razzista, esaltando il valore del merito. Mentre Giancarlo Galan, presidente (Pdl) della Regione, dice di non sopportare alcun tipo di discriminazione. «L’ origine non è un criterio – taglia corto -. Io ho un’ altra idea della civiltà». Va giù durissimo, chiedendo al Pd locale di «smentirsi», l’ ex ministro Giuseppe Fioroni, responsabile Educazione del Partito Democratico. Anna Finocchiaro, capogruppo al Senato, dichiara: «A nessuno può sfuggire l’ impatto simbolico di questa posizione politica in un Paese diviso e percorso da derive anti-meridionalistiche».

Corriere della Sera, 24 luglio 2009