cultura

“Da dove viene l’imbarbarimento di Roma”, di Vittorio Emiliani

In un solo anno Roma ha scalato la vetta dell’involgarimento, della sciatteria, dell’uso più commerciale della città e delle ville storiche. Alla vittoria del centrodestra ha dato un poderoso contributo lo “spirito bottegaro”? Tutto gli sia concesso. Anche la discoteca notturna Il tuo prossimo desiderio piantata sui gradoni di piazza di Siena (lo ha denunciato Repubblica), nel cuore della già sofferente Villa Borghese. Con molti tavoli, alberi secolari «illuminati da calde luci» (così gli uccelli possono andare altrove a cantare), «le migliori house selections dell’estate & tanti lussuosi privée, in un originale stile nautico». In piazza di Siena, vicino alla Casina di Raffaello? Sì, in stile nautico. Che forse rinfresca. Del resto, a poche pagine di distanza il soprintendente capitolino Umberto Broccoli (il primo a mezzo servizio, con la Rai), ribadiva la «messa a reddito dei beni culturali». Eppure la Villa più centrale, la meno vasta, la più frequentata durante il giorno, presenta segni evidenti di sofferenza, che confliggono con la splendida Galleria Borghese. Da anni i cittadini che la difendono denunciano questo stato di cose. Di notte sarebbe meglio lasciarla respirare evitando di richiamare da lontano altro traffico automobilistico, altri partecipanti al «divertimentificio» notturno. Venerdì il consiglio comunale ha approvato – in mezzo ad una gran cagnara delle associazioni dei commercianti – le nuove regole per il centro storico. Vedremo quanto e come verranno fatte rispettare. La mattina dello stesso giorno a Navona c’erano parcheggiati almeno 4 camion-frigo di quelli che portano ai cento locali e localetti della zona i soliti «surgelati precucinati» di cui poi si bea l’ininterrotta «mangiatoia» da Trevi al Governo Vecchio. Con un popolo di «buttadentro» che in inglese o in spagnolo maccheronico invita a gustare quelle prelibatezze. E il giorno ancora prima c’era stato l’ingorgo totale di camion e camioncini-frigo. In altre città sarebbero ammessi fino alle 8,30-9. A Roma possono fare quello che vogliono, anche alle 13. Mi ero seduto con degli amici alla Pace. Siamo dovuti fuggire per l’incredibile avanti e indietro di questi mezzi, a un metro dal nostro naso, fino a bloccare lo stesso passaggio dei pedoni, delle comitive. Alcuni consegnavano generi altamente deperibili come l’acqua minerale. Il I Municipio ha accertato che 113 locali occupano suolo pubblico senza alcuna autorizzazione, 13 soltanto in piazza Navona. Dove, in compenso, possono parcheggiare a pieno titolo le auto col permesso (vero o finto) degli handicappati. Così, fra queste, quelle blu e le altre dell’Ambasciata brasiliana, addio isola pedonale. Il risultato di tanto lassismo? La Roma più zozza, volgare, imbruttita da insegne e tavoli (illegali) che si ricordi. Del resto, se si parte dall’idea di «mettere a reddito» Roma antica, qui si arriva, e pure oltre, volendo. Magari con la rinvigorita e redditizia giungla di maxi-cartelloni e teloni pubblicitari.
L’Unità 02.08.09

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