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“Chi ha potere e denaro si sente libero di intimidire la stampa? Non ci stiamo e scenderemo in piazza per dirlo”, di Stefano Corradino

“E’ una violazione dell’Art.21 della Costituzione. Non formale ma sostanziale. In qualsiasi paese normale sarebbe inimmaginabile un presidente del consiglio che intimidisce i giornalisti perché fanno il loro dovere”. Così il segretario del Pd Dario Franceschini, commenta in un’intervista al nostro giornale on line l’attacco di Silvio Berlusconi contro il Tg3. “Se continua così, e penso continuerà, bisognerà promuovere assolutamente una mobilitazione nazionale, trasversale, unitaria”.

La sua prima reazione alle parole di Berlusconi sul Tg3
Preoccupazione. Siamo ad una deriva pericolosa. Se un premier prima chiede agli imprenditori di non fare pubblicità sui giornali che scrivono cose sgradite e poi passa ad intimidire le singole testate il passo successivo sarà quello di intimidire i singoli giornalisti.

In molti hanno criticato le parole del premier. Tanti ma non tutti quelli che avrebbero dovuto farlo. La gente è in vacanza e la tensione cala?
Ciò che temo di più è l’assuefazione. Il fatto che ci si abitui a cose assolutamente inimmaginabili, intollerabili, come fossero inevitabili.

E’ in gioco l’art.21 della Costituzione?
Certo, ma in ballo non c’è solo un fondamentale principio costituzionale ma lo stravolgimento di principi di democrazia e libertà: l’equazione secondo cui chi è detentore di un potere, ha i mezzi economici, il denaro (e l’arroganza) può tranquillamente intimidire coloro che non la pensano come lui. Sarebbe molto grave se il Paese non reagisse a questo atteggiamento.

Per questo lei ha lanciato l’idea di una manifestazione. Ma non potrà essere una iniziativa del solo Pd…
Se Berlusconi continuerà con questi toni, e penso che lo farà sarà indispensabile promuovere una grande mobilitazione nazionale. No, non dovrà essere un’iniziativa di una parte bensì unitaria, trasversale che metta insieme i partiti di opposizione, la società civile, le menti migliori di questo paese, intellettuali, personalità della cultura, dello spettacolo. Tutti coloro che hanno a cuore il mantenimento della stampa libera.

Una posizione netta. Ma il centro sinistra non si può dire che abbia brillato negli ultimi anni, né sul tema dell’informazione né tantomeno su quello del conflitto di interessi.
Durante la legislatura 1996-2001 sul conflitto di interessi si fece un errore tragico. L’ho riconosciuto pubblicamente e su questo tema mi sono assunto anche responsabilità di chi c’era prima di me. Oggi siamo però perfino oltre la questione del conflitto di interessi perché assistiamo alla volontà di un premier di piegare la stampa non allineata. Siamo alla minaccia successiva e alla intimidazione preventiva.

E’ una intimidazione anche il dl Alfano sulle intercettazioni. A settembre il testo sarà alla Camera per l’approvazione, come vi comporterete?
Siamo assolutamente contrari, una cosa è limitare l’abuso e stralciare dalle intercettazioni ciò che non ha rilevanza penale altra cosa è vietarle come strumento essenziale di indagine per combattere la criminalità. C’è un contrasto totale tra l’esigenza di sicurezza e la sottrazione di uno strumento di indagine indispensabile.

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