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“Sant’Anna ricorda la strage. Napolitano: la democrazia è nata dalla Resistenza”, di Silvia Casagrande

Senza l’estremo sacrificio di chi lottò nella Resistenza e nella Lotta di Liberazione non sarebbe nata la nostra democrazia. Questo il messaggio inviato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e letto dal sindaco di Stazzema Michele Silicani nel giorno del 65mo anniversario dell’eccidio nazista di Sant’Anna. 560 civili, per lo più donne, anziani e bambini, barbaramente assassinati dalle SS della sedicesima Panzergrenadier Division in poco più di tre ore. La più giovane vittima, Anna Pardini, una bambina di appena 20 giorni. Una strage per cui solamente nel 2005 il tribunale militare di La Spezia condannò all’ergastolo dieci nazisti, fra cui l’ufficiale che diede l’ordine di infierire sui civili nonostante il piccolo paesino lucchese fosse stato già abbandonato dai partigiani.
I messaggi dei presidenti

«Il sacrificio di tanti nostri concittadini che seppero battersi coraggiosamente per il riscatto della loro Patria – scrive Napolitano – costituisce la più viva eredità morale della Resistenza e della Lotta di Liberazione, che scrisse in questa terra generosa pagine altissime di eroismo. Da quella stagione di rinascita civile l’Italia trasse la forza spirituale e l’unità necessarie per dar vita ad un ordinamento fondato sui valori di democrazia e di giustizia sociale – conclude il messaggio di Napolitano – e sull’attivo sostegno alle organizzazioni internazionali e sovranazionali rivolte ad assicurare la pace e la giustizia tra le Nazioni».
Messaggi di «intensa partecipazione» al sindaco Silicani e ai partecipanti alle commemorazioni sono stati inviati anche dai presidenti di Camera e Senato. In un telegramma Fini ha definito l’eccidio «una insensata e barbarica rappresaglia costata la vita a 560 innocenti», mentre Schifani ha ricordato la necessità di tenere «vivo il ricordo di chi perse la vita nel corso di una feroce azione terroristica premeditata da parte delle truppe nazifasciste».
Le celebrazioni

«Un brutale assassinio che si inserisce nella scia di sangue che l’occupazione tedesca in Italia lasciò dietro di sé». Così ha parlato dell’eccidio il ministro plenipotenziale tedesco Friedrich Daeuble, capo dell’ambasciata della Germania in Italia, durante la sua orazione ufficiale al Sacrario di Sant’Anna. Daeuble, parlando in nome di tutto il popolo tedesco, ha espresso «profondo rammarico», «senso di colpa e vergogna». Una richiesta di perdono sottolineata dall’assessore alla cultura della Regione Toscana Paolo Cocchi: «Non dobbiamo dimenticarci dei massacri e delle barbarie compiuti dagli italiani nella seconda guerra mondiale. Non si possono scordare queste atrocità: è l’ora di chiedere scusa, come italiani, alle vittime di quelle violenze». Dalle parole del presidente della Provincia, Stefano Baccelli, è emersa la volontà di non equiparare il ruolo dei partigiani a quello dei repubblichini: «C’era una parte giusta, quella della Resistenza, e una sbagliata, quella dei fascisti: è inaccettabile ogni tentativo di accostamento».

Sono passati 65 anni dalla strage nazista di Sant’Anna. Ieri il ricordo, molti i messaggi. Il presidente Napolitano sottolinea che senza «l’estremo sacrificio di chi lottò nella Resistenza non sarebbe nata la nostra democrazia».
L’Unità 13.08.09