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“Piano casa, Regioni fai-da-te giungla di regole sugli ampliamenti”, di Rosa Serrano

Sono 12 le leggi già pronte, altre 8 allo studio. Il federalismo si è materializzato con il piano casa. Sono dodici le Regioni – compresa anche la Provincia autonoma di Bolzano – che hanno già approvato una legge per consentire l´ampliamento o la ricostruzione di immobili. L´accordo Stato-Regioni prevedeva che entro il 10 aprile sarebbe stato emanato un provvedimento d´urgenza per semplificare, fra l´altro, le procedure abilitative e permettere l´avvio sprint dei lavori di estensione delle abitazioni esistenti. Il decreto legge non è arrivato ma l´idea lanciata dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi di invertire il trend negativo del settore delle costruzioni – concedendo cubature aggiuntive ai proprietari che volevano allargare o ricostruire i loro edifici – non è rimasta sulla carta. Così le Regioni hanno fatto da sole. Con regole differenti e con possibilità di ampliamenti che, in molti casi, vengono estesi anche ai fabbricati non residenziali. E alle dodici potrebbero aggiungersene presto altre: sono infatti otto i disegni di legge delle giunte regionali che saranno sottoposti nei prossimi mesi all´approvazione dei rispettivi consigli. Il primo tassello del piano casa federale lo ha messo la Toscana, limitando i premi di ampliamento a edifici mono e bifamiliari o, in ogni caso, con una superficie non superiore ai 350 metri quadrati. In pratica, l´aumento del volume del 20% non può superare i 70 metri quadrati. Disco rosso, invece, per gli immobili adibiti ad attività produttive. Di tutt´altro tenore la legge del Veneto, molto più generosa. Il bonus per ampliamento degli edifici viene riconosciuto nei limiti del 20% del volume se destinati ad uso abitativo e del 20% della superficie coperta se utilizzati, ad esempio, per l´esercizio di attività economiche. E in alcune ipotesi è ammessa la realizzazione di un corpo edilizio separato. Il piano casa veneto premia, inoltre, operazioni di abbattimento e ricostruzione degli edifici costruiti prima del 1989, con aumenti di volume (per le case) e di superficie (per gli edifici non residenziali) fino al 40%, in deroga agli strumenti urbanistici, a condizione, però, che gli interventi siano compatibili con la destinazione urbanistica dell´area, non modifichino l´utilizzo degli edifici e impieghino tecniche di edilizia sostenibile e fonti di energia rinnovabile. Sia gli ampliamenti che le ricostruzioni sono subordinate al via libera da parte dei Comuni: entro il 30 ottobre 2009 dovranno decidere se e con quali ulteriori limiti e modalità applicare la nuova normativa regionale. Per entrambi gli interventi edilizi, il contributo di costruzione è ridotto del 60% nell´ipotesi di edificio destinato a prima abitazione del proprietario. Gli interventi non possono essere realizzati per gli edifici situati all´interno dei centri storici. Il Lazio, invece, ha approvato il piano per l´edilizia nella seduta del 6 agosto. Potranno ampliare la loro casa del 20% i proprietari di immobili con volume non superiore a mille metri cubi. L´incremento massimo per l´intero edificio sarà di 62,5 metri quadrati. Il “premio cubatura” del 10% scatta anche per gli edifici a destinazione non residenziale utilizzati per artigianato e piccola industria con superficie non superiore a mille metri quadrati. Ma non si potrà cambiare la destinazione d´uso per dieci anni. Nelle zone agricole, i benefici previsti dalla legge potranno essere utilizzati solo dai coltivatori diretti, dagli imprenditori agricoli a titolo professionale e i loro eredi. Alcune normative prevedono poi dei superbonus di ampliamento collegati, spesso, a miglioramenti della prestazione energetica o a interventi anti-sismici. Ad esempio, la legge regionale dell´Emilia Romagna stabilisce che, per gli edifici esistenti al 31 marzo 2009 con una superficie non superiore a 350 metri quadrati, l´allargamento è ammesso fino al 20% in più e, in ogni caso, fino ad un massimo di 70 metri quadrati. Sarà possibile estendere l´immobile entro un massimo del 35% (e comunque fino a 130 metri quadrati) applicando i requisiti di prestazione energetica in tutto l´edificio e non solo sulla parte ampliata.
La Repubblica 28.08.09