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“In troppi nelle classi’. E denunciano la Gelmini”, di Raphael Zanotti

I tagli alla scuola del ministro Mariastella Gelmini mettono a repentaglio la sicurezza degli allievi e la loro capacità di apprendere». E questo, val bene un esposto. La battaglia è del Codacons che ha lanciato una campagna su tutto il territorio nazionale inviando un esposto a 104 procure della Repubblica e a 104 direttori scolastici.
Secondo l’associazione dei consumatori i provvedimenti presi dal ministro faranno diminuire così tanto il numero degli insegnanti da rendere necessaria la costituzione di classi con più di 25 allievi. Ma questo – sostiene il Codacons – è una grave violazione delle norme giuridiche. In particolare il decreto ministeriale del 1992 sulle norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica che recita all’articolo 5: «Il massimo affollamento ipotizzabile è fissato in 26 persone per aula (considerati 25 studenti e 1 insegnante, ndr)». Ma anche la legge 820 del 1971 che sostiene: «Il numero massimo di alunni che possono essere affidati a un solo insegnante non può essere superiore a 25 anche ai fini delle attività integrative e degli insegnamenti speciali di cui all’articolo 1».
Il Codacons ipotizza, nel proprio esposto, i reati di interruzione di pubblico servizio e violazione delle norme sulla sicurezza degli edifici scolastici. «È dal 1971 che è previsto un limite massimo di alunni per ogni classe – spiega il presidente Codacons, Carlo Rienzi – Prevedere la formazione di classi di 30 o 40 alunni è una vera follia che fa correre inutili rischi a studenti e insegnanti».
Gli fa eco, da Torino, Tiziana Sorriento, responsabile dell’associazione per il Piemonte: «Le nostre scuole sono state pensate e costruite perché le aule contengano un numero massimo di studenti pari a 25. Non si possono snaturare gli edifici se non a rischio dell’incolumità degli stessi nostri figli, anche perché ci sono precise norme che lo impediscono. È ancora troppo fresco il ricordo della tragedia del Darwin di Rivoli, dov’è morto un ragazzo, perché non ci si ponga almeno qualche domanda». L’associazione dei consumatori chiede dunque ai procuratori di tutta Italia di sequestrare quelle aule in cui si formeranno classi con più di 25 studenti.
Raffaele Guariniello, procuratore vicario e titolare delle indagini proprio sulla morte di Vito Scafidi, il ragazzo deceduto al Liceo Scientifico Darwin per il crollo di una tubatura in ghisa, è prudente: «Per ora non ho ancora ricevuto alcun esposto, può darsi che arriverà nei prossimi giorni. La questione è interessante, ma la magistratura non può agire prima che un evento accada. Non ho informazioni sulla creazione di classi di oltre 25 studenti a causa dei provvedimenti del ministro Gelmini».
Il Codacons, in attesa di un riscontro, va avanti. Dopo l’esposto presentato, sia i docenti precari danneggiati dai tagli sia le famiglie i cui figli sono messi a rischio potranno costituirsi parte civile. L’associazione ha intenzione di promuovere una class action non appena ce ne sarà la possibilità. Nel frattempo ha annunciato un altro mega ricorso: 20.000 docenti aderiranno all’azione legale organizzata dal Codacons davanti al Tar del Lazio. Nel ricorso i precari non abilitati chiedono che sia esteso anche a loro il privilegio concesso agli abilitati di presentare domande di incarico in più di una provincia.

La Stampa, 3 settembre 2009