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Scuola: Ghizzoni, “Gelmini come le tre scimmiette, non vede, non sente, non parla”

“Il ministro Gelmini fa come le famose tre scimmiette: non vede i problemi della scuola, non sente la protesta di insegnanti, famiglie e studenti e non dice nulla su come intenda risolvere questi problemi per fare della scuola la leva dello sviluppo del paese. Prima porta alla disperazione migliaia di persone poi dice che non è affar suo. In realtà, ha dimostrato ancora una volta che è stata nominata per attuare il programma di Tremonti e Berlusconi, cioè massacrare la scuola pubblica” .

Lo dice Manuela Ghizzoni, capogruppo dei Democratici nella Commissione Cultura di Montecitorio “un luogo dove il ministro nell’ultimo anno – ricorda Ghizzoni – non ha mai messo piede, così come ha snobbato il voto dello scorso 15 luglio in Aula sulla mozione del Pd per una scuola di qualità. Stupisce e amareggia che dopo i tagli draconiani di 8 miliardi alla scuola e i conseguenti 120 mila posti di lavoro cancellati, oggi la ministra non abbia trovato di meglio da dire: “il precariato non l’ho creato io”. Poco ci mancava che ammettesse ‘io non c’ero e se c’ero dormivo’. Infine, il ministro farebbe bene a non confondere le competenze delle Regioni con quelle del ministero: le supplenze di materie curriculari di cui ha parlato in conferenza stampa deve garantirle lo Stato!”.

LE DICHIARAZIONI DELLA GELMINI
PRECARI:GELMINI, PRESTO NORMA DI LEGGE PER AIUTARE DISOCCUPATI =
(AGI) – Roma, 3 set – Il consiglio dei ministri, terminato da poco, ha proposto una norma di legge da inserire in un decreto ad hoc o nel dl Ronchi, che si occupi del problema del precariato della scuola e in particolare dei supplenti annuali, ai quali sara’ garantita una indennita’ di disoccupazione e una via preferenziale per l’accesso alle supplenze brevi. Lo ha annunciato oggi il ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini in una conferenza stampa a Palazzo Chigi insieme al ministro del Welfare Maurizio Sacconi.
La Gelmini ha inoltre dununciato, “su questa materia cosi’ delicata come la piaga del precariato”, una “strumentalizzazione pesante da parte della sinistra, secondo la quale il fenomeno avrebbe avuto origine da questo governo.
Una tesi che si commenta da sola – ha sottolineato il ministro – visto che negli anni ottanta e novanta la scuola e’ stata usata come un ascensore su cui potevano salire tutti, una sorta di ammortizzatore sociale con abjilitazioni di massa. Oggi quindi siamo di fronte ad un corto circuito che ha origine dal passaro e dunque – ha proseguito il ministro – su questo tema non serve una facile solidarieta’ ma rimboccarsi le maniche per trovare, con responsabilita’ e buon senso, una soluzione, senza affermare che il problema e’ nato con la Finanziaria dell’anno scorso”. In questo senso “sono da considerare accordi di programma, come e’ stato fatto con la regione Sardegna e Sicilia, per liberare risorse di competenza regionale che garantiscano sostegno ai precari”. Il ministro ha anche spiegato che in tema di precari sara’ istituito un numero programmato perche’ – ha detto – “non voglio essere artefice di ulteriore precariato”. Il ministro ha rivolto poi un appello “all’opposizione affinche’ prevalga il senso di responsabilita’ e non si strumentalizzi demagogicamente la situazione delicata dei precari”. Al ministro dell’Istruzione si e’ affiancato quello del Welfare sacconi, che ha parlato di “un utilizzo fluido dell’indennita’ di disoccupazione”, con “inizative integrative da parte delle Regioni, come e’ stato fatto in Lombardia e Sicilia”. Secondo il ministro Sacconi “il problema va infatti inserito all’interno del rapporto Stato-regioni”.(AGI)
SCUOLA: GELMINI, OK A NORMA SU PRECARI. DA SINISTRA STRUMENTALIZZAZIONE =
(ASCA) – Roma, 3 set – Il Consiglio dei Ministri ha approvato questa mattina un provvidemento che affronta la questione dei supplenti annuali, ‘cioe’ di quelli che non avranno confermata la presenza durante questo anno scolastico. A questi supplenti verra’ garantita non solo l’indennita’ di disoccupazione ma anche l’accesso a supplenze brevi e lezioni speciali come quelle a sostegno per studenti deboli’. Lo ha annunciato il ministro dell’ Istruzione, Mariastella Gelmini, in una conferenza stampa a Palazzo Chigi, insieme al ministro del Welfare, Maurizio Sacconi. Gelmini ha precisato che non e’ stato ancora deciso se la norma sara’ inserita in un decreto legge ad hoc piuttosto che nel decreto Ronchi, e poi ha puntato l’indice contro l’opposizione.
‘Sul tema del precariato ho assistito ad una strumentaizzazzione molto pesante che ha cercato di far credere al Paese che la piaga del precariato abbia origine con questo governo – ha aggiunto – Non e’ vero che la precarieta’ e’ nata con la Finanziaria dello scorso anno.
Basta solo ricordare quanto accadeva in passato quando la scuola e’ stata trattata come fosse ammortizzatore sociale.
Non serve andare sui tetti per dare attenzione a questo tema, servono i fatti’.

SCUOLA: FRANCESCHINI, BLOCCARE LICENZIAMENTI E SCENDO DA TETTI =
(AGI) – Pisa, 3 set. – “Al ministro Gelmini dico una cosa molto semplice: facciamo un patto, io smetto di andare sui tetti dei provveditorati e Lei smette di licenziare gli insegnanti”.
Cosi’ Dario Franceschini, a margine di un’iniziativa elettorale tenuta a Pisa, ha risposto ad una domanda sull’invito rivolto dal ministro Gelmini affinche’ l’opposizione non strumentalizzi la vicenda dei precari. “Ci sono – ha ricordato Franceschini – migliaia di insegnanti dei nostri figli che vengono coinvolti nel piu’ grande licenziamento di massa della storia italiana.
Mentre lo Stato, con una mano, si preoccupa di garantire gli ammortizzatori sociali ai precari che perdono il posto di lavoro, con l’altra mano licenzia persone che, sbagliando, chiamiamo precari, in quanto molti di loro insegnano anche da 15 anni ed aspettano da tempo la promessa stabilizzazione e, nel cuore della loro vita, si trovano senza un reddito. Questa cosa va fermata, sono mesi che lo diciamo, tornino indietro, blocchino questi provvedimenti di espulsione degli educatori dei nostri figli”. (AGI)

SCUOLA: BASTICO (PD), NON ATTUATO PIANO PRODI PER ASSUNZIONI PRECARI =
(ASCA) – Roma, 3 set – ‘Questo governo non ha creato il precariato ma ha distrutto il piano che avrebbe potuto superarlo. Mi riferisco alla legge finanziaria del governo Prodi del 2007 che stabiliva un piano di 150.000 assunzioni di docenti e 30.000 ATA in tre anni. Il ministro Gelmini non ha dato applicazione a questo piano per ben due anni ed e’ questo il motivo per cui oggi ci sono cosi’ tanti precari’.
Lo afferma Mariangela Bastico, responsabile scuola del Partito democratico. ‘Invece che assumere Tremonti e Gelmini hanno individuato un’altra strada per superare il precariato semplicemente licenziando i precari e mettendoli, di fatto, sul lastrico: senza ammortizzatori sociali, senza posto di lavoro e senza prospettive per il futuro. Il governo ha creato un’emergenza sociale gravissima e, insieme, ha impoverito la scuola pubblica mettendone a grave rischio la qualita’. Oggi la Gelmini annuncia numeri assolutamente non reali: se si tagliano 42.100 posti di lavoro per i docenti come si fa a sostenere che vengono tagliati soltanto 10.000 posti di lavoro?’ ‘Le proposte annunciate sui contratti di disponibilita’ sono purtroppo solo degli annunci senza alcun riscontro concreto peraltro sembrerebbe che questa specie di ammortizzatore sociale sarebbe a carico delle risorse delle Regioni. E’ stata assunta una decisione in conferenza Stato/Regioni? Le Regioni sono d’accordo?’.
‘Di fronte a questa grave emergenza sociale e scolastica – conclude la Bastico – chiediamo che il ministro, invece di continuare con gli annunci e le conferenze stampa, venga a riferire in Parlamento’

SCUOLA: PRECARI, NO STRUMENTALIZZAZIONI MA PIANO GELMINI NON BASTA =
(ASCA) – Roma, 3 set – Nessuna strumentalizzazione sul tema del precariato, ma il piano messo appunto dal ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini non e’ sufficiente.
I precari della scuola non sono soddisfatti dall’accordo presentato oggi dal ministro sui contratti di disponibilita’ destinati agli insegnanti che lo scorso anno avevano un contratto annuale e quest’anno si ritroveranno disoccupati ma con un indennita’ di disoccupazione e accesso a supplenze brevi.
Maristella Curreli, presidente nazionale del Cip (Comitato insegnanti precari) spiega all’ASCA i malcontenti dei precari che continueranno le azioni di protesta.
‘Il precario ora e’ stanco – afferma Curreli – ci siamo illusi che si portasse a termine l’immissione in ruolo della finanziaria 2007 che ne prevedeva nel triennio 150mila, ne sono state fatte 50mila nel 2007, 25mila nel 2008, e ne mancavano 75mila, di queste ne sono state fatte solo 8mila.
Nella mia classe di concorso alle medie di Cagliari c’erano 30 posti vacanti di inglese, hanno fatto 3 immissioni in ruolo. Personalmente sono al mio diciottesimo anno di precariato e per essere premiata per la prima volta ho preso la cattedra fino al 31 agosto’.
Insomma, prosegue, ‘hanno fatto 42mila tagli e quando i colleghi sono andati a prendere la nomina si sono resi conto che non c’era nulla. Ed ecco il boom di proteste’.
Anche le colleghe di Benevento, racconta Curreli, ‘sono colleghe del Cip, da 13 anni precarie e quest’anno staranno a spasso. Oggi c’era da piangere con gente di 50 anni che si ritrovera’ per strada’.
E poi questi contratti di disponibilita’ sono ‘molto rischiosi e molto pericolosi. Quest’anno parte questo contratto, per alcuni e’ una boccata di ossigeno, ma gli altri? Se uno prende solo 6 ore e l’anno scorso non aveva la cattedra che fa subentra l’Inps? Prendono solo in considerazione i colleghi con nomina annuale e quelli che hanno lavorato su nomine temporanee, loro non hanno diritto’.
E si tratta di tanti precari, prosegue ancora la presidente nazionale del Cip, ‘che magari lo scorso anno hanno avuto supplenze brevi e si ritrovano con alle spalle 25 anni di precariato e niente altro’.
Quest’anno, dice con amarezza Curreli, ‘il ministero non ci ha voluto ascoltare e continuera’ la mobilitazione perche’ questo e’ un contentino e l’anno prossimo ci saranno tantissimi altri tagli. D’altronde non devono inventare lavoro per noi precari che mandiamo avanti la scuola da anni’.
E adesso con tutti questi tagli un altro problema da risolvere saranno, conclude, ‘le classe sovraffollate e anche i genitori si renderanno conto di cosa sta accadendo’.

(ER) SCUOLA BOLOGNA. MENO 500 PROF E 160 ATA, 200 PRECARI A CASA
PARIANI A IMOLA: A RISCHIO SICUREZZA AULE PER SOVRAFFOLLAMENTO

(DIRE) Imola, 3 set. – Tradotti in cifre, gli effetti dei tagli previsti nell’ultima finanziaria e nel successivo piano Gelmini per la scuola vogliono dire, nella sola provincia di Bologna, 500 docenti e 160 Ata in meno. A fronte di una crescita di 3 mila alunni nelle scuole di ogni ordine e grado. Mentre saranno 200 i precari che non verranno riassunti e per cui non e’ prevista ancora, ad oggi, alcuna forma di ammortizzatore sociale. Le ricadute saranno “gravissime anche in un territorio ricco come quello di Imola”, dice Marco Raccagna, assessore comunale all’Istruzione, che questa mattina ha fatto il punto sulle necessita’ formative del circondario con il responsabile per Istruzione e Formazione dei 10 Comuni, Michele Filippini, e l’assessore della Provincia di Bologna, Anna Pariani.
A tracciare il quadro poco rassicurante e’ la stessa Pariani, annunciando che la Regione Emilia-Romagna non ha intenzione di assumere gli insegnanti mancanti: “Come ha sostenuto nel confronto che abbiamo avuto, spetta allo Stato. Al massimo noi possiamo agire e agiremo sul diritto allo studio e quei progetti, come i laboratori e le uscite, che possono essere finanziati da enti locali e Regione”. Le indicazioni del ministero produrranno effetti ovunque: dalle materne, che “non potranno aprire una sezione in piu’, come prescrive una direttiva di luglio”, e quindi finiranno per escludere molti bambini (27, ad esempio, a Castel San Pietro; 25 a Medicina), fino alle superiori. “Qui la riforma non e’ ancora partita ma ci sono gia’ effetti consistenti, solo per via degli accorpamenti e dell’obbligo a non autorizzare classi sotto i 20 alunni”. Il tempo pieno che verra’ garantito alle 57 classi chieste in piu’ nella scuola primaria, invece, sara’ qualitativamente peggiore per via del principio del “fai-da-te inventato da ciascuna direzione scolastica a seconda delle risorse di cui dispone. Era meglio la riforma Moratti”, sospira Pariani. Alle medie bisognera’ chiedere agli insegnanti di fare gli straordinari, ma il vero problema e’ il sovraffollamento: “A Borgo Tossignano e’ stata istituita una classe di 31 alunni, con disabili e due studenti stranieri da alfabetizzare ex novo- elenca l’assessore provinciale- a Imola ci sono prime di 30 alunni, a Toscanella di 28”.
Ma le aule non sempre sono adeguate, il che “ha indotto la prefettura a stilare un protocollo riguardante la sicurezza delle aule”. La normativa Gelmini contraddirebbe infatti quelle a cui si attengono i Vigili del fuoco, “che prescrivono un massimo di 25 persone, non alunni, per classe”. Seguendo il protocollo, i vigili dovranno verificare la capienza, e se non sara’ adeguata al numero di studenti, al dirigente scolastico non restera’ che negare l’autorizzazione.

Scuola, al via piano Gelmini “salva -precari”
Le misure: supplenze brevi e indennita’ per i licenziati Roma, 03 SET (Velino) – Mentre la piazza protesta, il governo si occupa dei precari della scuola e mette in piedi delle misure per attenuare l’impatto del taglio agli organici della scuola che, in questi giorni, ha messo fuori gioco migliaia di precari. Il piano salva-precari, presentato dal ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini e che oggi ha avuto l’ok dal Consiglio dei ministri, riguardera’ tra i 10mila e i 18mila insegnanti reduci da contratti annuali o scaduti il 30 giugno. Le misure potrebbero essere adottate con un decreto legge ad hoc da sottoporre all’approvazione del prossimo Cdm.
Con il piano salva-precari, il governo tendera’ dunque la mano a coloro che gia’ hanno avuto contratti annuali con la scuola, ma che sono rimasti fuori per via dei tagli. A questi supplenti sara’ garantita un’indennita’ di disoccupazione durante il periodo non lavorativo grazie ad un patto con l’Inps e il ministero del Lavoro di Maurizio Sacconi. Nel frattempo questi docenti avranno – secondo quanto prevede la proposta fatta oggi dal ministro Gelmini e accolta dal Cdm – la priorita’ nell’assegnazione delle supplenze brevi. Le scuole dovranno chiamare prima questi docenti, in sostanza. Chi accetta la supplenza breve avra’ garantito anche il punteggio per l’intero anno di servizio.
Non si perdono, cosi’, posti in graduatoria. Sono previsti inoltre accordi di programma fra il ministero dell’Istruzione e le Regioni (finora sono state formalizzate solo quelle con la Sicilia e la Sardegna ma altre sono in dirittura d’arrivo), con cui le amministrazioni regionali si impegnano a utilizzare i precari nel rafforzamento dell’offerta formativa con risorse dei Por (Piani operativi regionali) e dei Pon (Piani operativi nazionali). Ai supplenti annuali, grazie a questo accordo, viene “garantita l’indennita’ di disoccupazione”, spiega il ministro. Le pratiche burocratiche saranno piu’ snelle: il precario non dovra’ recarsi all’Inps o al Centro per l’impiego per chiedere l’assegno o per comunicare l’inizio di un nuovo rapporto di lavoro, ci sara’ una procedura informatizzata. Ma chi dice no ad una supplenza perdera’ anche l’indennita’. Per gli insegnanti e gli Ata, infatti, le scuole versano all’Inps la contribuzione per la disoccupazione involontaria. La durata dell’indennita’ di disoccupazione e’ di 8 mesi, che diventano 12 per chi ha cinquanta anni d’eta’. Il trattamento si interrompe se il precario ha un nuovo lavoro, se rifiuta di essere avviato ad un progetto di reinserimento nel mondo del lavoro, se non accetta l’offerta di un lavoro inquadrato in un livello retributivo non inferiore al 20 per cento rispetto a quello delle mansioni di provenienza, se non accetta di essere impiegato in opere e servizi di pubblica utilita’.

DAL Manifesto DEL 1 SETTEMBRE 2009: “«Disponibilità», il sub-contratto che non esiste”, DI Stefano Milani
Tecnicamente si chiamano «contratti di disponibilità». Prevedono, in sintesi, l’erogazione di una indennità di disoccupazione a tutti i precari della scuola ai quali non verrà rinnovato l’incarico per il prossimo anno. In Italia una «categoria» alquanto in voga (sono in tutto 16.000) che pur di vedere l’ombra di una cattedra, anche solo per un periodo a termine, ci si accontenterebbe anche di un contratto a ribasso. I sindacati sono da tempo in pressing sul viale Trastevere, ma il ministero dopo una prima apertura si è ora defilato.
«Ci saranno», assicurano ancora ieri funzionari del Miur. Come e quando non è però dato a sapersi. Troppi i punti interrogativi senza risposta. Nessun euro è stato stanziato, e anche l’Unione europea quando ha saputo che i «progetti di formazione» in realtà erano ammortizzatori sociali ha storto la bocca e rimesso i soldi in tasca. Ma nonostante la fitta nebbia che circonda questi contratti, ben cinque regioni italiane si sono dette disponibili (anche economicamente) a supportare il piano attraverso progetti alternativi all’insegnamento su cui verrebbero impegnati i docenti. Sicilia, Sardegna, Abruzzo, Puglia e Campania su tutte, naturalmente le più colpite dalla sforbiciata di prof messa in atto dal duo ministeriale Gelmini-Tremonti.
Da parte sindacale c’è però molta cautela, anche perché al momento non è ancora chiaro se i contratti di disponibilità riguardino solo i docenti o anche il personale Ata. Il braccio di ferro è partito a giugno scorso e, giunto a settembre, non si è ancora concluso. I sindacati stanno ponendo la questione del riconoscimento giuridico del periodo coperto dall’indennità. I tecnici del Miur hanno reso noto che per risolvere il problema sarebbe necessario uno specifico provvedimento legislativo al quale «si starebbe già lavorando». E tra i due litiganti a rimanerci sotto, come sempre, sono i precari.