economia

“Il ministro e lo stregone”, di Tito Boeri

Adesso capiamo perché il nostro ministro dell´Economia evoca così spesso gli stregoni. Il suo stile di governo ricorda da vicino quello del mago di Oz. Il mago di Oz era un pallonista (non necessariamente nel senso di contaballe quanto di guidatore di mongolfiere), trascinato da un ciclone (non è esattamente la stessa cosa di un grande ciclo economico negativo), su territori fino ad allora inesplorati.

Oz era riuscito a convincere il popolo, che lo aveva visto scendere dal cielo su di un pallone, di essere un mago. Sarebbe stato in grado di proteggere le loro enormi ricchezze dalle streghe che popolavano ad ogni punto cardinale quelle lande. Si erano convinti di essere molto ricchi perché il «mago» li aveva costretti a indossare occhiali verdi, in grado di trasformare ai loro occhi i sassi in smeraldi. Non passava giorno che il Mago non se la prendesse con qualche strega, tranne che, curiosamente, con quella del Nord. Spingendo tutti a pensare alle streghe, riusciva a nascondere il fatto di non avere quelle capacità che gli venivano così generosamente attribuite.
Da quanto è tornato in via XX Settembre, Giulio Tremonti è riuscito a evocare tante streghe quanti sono i venti: dai cinesi «che mangiano come noi» agli speculatori, dall´utilitaria «Tata Nano venduta in India per soli 2000 dollari» agli «avidi petrolieri». Mali assoluti, cui indiscriminatamente contrapporre la propria bravura altrettanto assoluta. Ieri è stata la volta dei banchieri, bersaglio facile facile nell´immaginario popolare. Come ci racconta David Landes, studioso delle grandi dinastie, sono sempre immancabilmente loro, i grandi banchieri dai Baring ai Morgan ai Rotschild, ad essere quelli più odiati dal popolo. Ecco una breve summa degli strali lanciati ai banchieri da un ramo del lago: «Fanno malefici alle imprese», «sono come signorotti sui ponti che impediscono il transito», «parlano in russo, si rivolgano a Putin», «vanno contro l´interesse del paese». Tanta violenza verbale fa il paio con l´inconcludenza del vertice dei Ministri delle Finanze del G20 a Londra, cui aveva partecipato «on his way to Cernobbio», riunione quest´ultima da lui seguita con ben maggiore attenzione e impatto del vertice londinese. Serve forse a coprire l´insuccesso dei Tremonti-bond, stranamente attribuito per una volta agli «utilizzatori finali», anziché a chi aveva ideato questi strumenti onorandoli del proprio nome. Vuole forse celare l´inefficacia delle misure approntate in questi mesi dal Ministro dell´Economia per fare accedere credito alle piccole imprese. Che il fine ultimo fosse uno scaricabarile è risultato evidente quando il Ministro ha esplicitamente attribuito ai banchieri gli stessi fallimenti della politica: le banche sono diventate talmente grandi, secondo Tremonti, da decidere loro al posto dei Governi democraticamente eletti. Se anche fosse vero, negli anni delle grandi aggregazioni bancarie Tremonti sedeva alla scrivania di Quintino Sella ed è stato un processo abbastanza lento, prevedibile, addirittura annunciato dalla costruzione del mercato unico. Perché allora non ha rafforzato in tutti questi anni i controlli e la supervisione delle banche di maggiori dimensioni, possibilmente coordinandosi con gli altri paesi dell´Unione? Sarebbe servito anche ad affrontare la grande crisi che, ovviamente, lui aveva «previsto sin dal 1995».
Si narra che il mago di Oz avesse scelto come Governatore del suo regno uno spaventapasseri, cui aveva opportunamente riempito il cervello con una miscela fatta di crusca, spilli ed aghi. Forse il nostro apprendista stregone nutre in cuor suo lo stesso desiderio. Non vorremmo che fosse il Governatore di Banca d´Italia, il cui nome incute timore forse anche ai maghi, il vero bersaglio del nostro Ministro dell´Economia. Prepariamoci in ogni caso a vederne di nuove di streghe. Chissà a chi toccherà oggi. Anzi, proviamo a indovinarlo: toccherà proprio a noi, agli economisti.

La Repubblica, 7 settembre 2009


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Da LaVoce.info
Il ministro Tremonti ha riscaldato la platea del meeting di Cl: “Gli economisti che dibattono della crisi ricordano le riunioni dei maghi!” Preferiamo non commentare, ma un rappresentate dell’altra categoria chiamata in causa, il Mago di Oz, ci ha inviato una lettera che volentieri pubblichiamo.

Cari colleghi,

so che nelle vostre terre agli economisti, equiparati alla categoria dei maghi di cui faccio indegnamente parte, è stata imposta la consegna del silenzio. Ma io posso battere le proibizioni, come voleva chi mi ha ideato, Frank Baum, più di 100 anni fa. Infatti sono ventriloquo e quindi posso parlare anche tenendo la bocca chiusa. Come racconta il mio libro, io non sono altri che un vecchio pallonista (non necessariamente nel senso di contapalle; guidatore di mongolfiera si direbbe oggi) di Omaha, atterrato su terre sconosciute dopo una lunga traversata del deserto. Gli abitanti di quelle terre mi hanno preso per un mago e non ho fatto nulla per dissuaderli da questa loro convinzione. Ci sono tanti particolari nella mia storia che vi possono servire a capire meglio perché il vostro Ministro dell’Economia mi chiama talvolta in causa, citandomi quando parla di economia, cosa che per la verità avviene abbastanza raramente. Vi svelo un segreto: vorrebbe essere lui il Mago di Oz. E sta cercando in tutti i modi di farlo credere ai suoi sudditi. E’ lui il Mago, il grande visionario, che, contravvenendo a qualsiasi metodo scientifico, capisce tutto e decide le sorti di noi tutti. Si comporta proprio come un apprendista stregone. La mia storia lo insegna. Lasciatemi ricordare alcuni episodi narrati nel mio libro.
Nel mio Regno ho fatto mettere gli occhiali colorati a tutti i sudditi per far loro apparire la realtà più bella di quanto sia. Nella Città del Mago, in particolare, gli abitanti sono costretti a portare gli occhiali verdi. Si sono così convinti di vivere nella Città degli Smeraldi. Anche da voi, mi risulta, si chiede ai giornali e alle televisioni di riportare solo buone notizie, sbattere solo i verdi germogli in prima pagina.
A proposito di corvi che forniscono informazioni disfattiste al pubblico, nella mia Città ho chiesto ad uno spaventapasseri di fare il Governatore. Da voi i governatori non vengono ancora nominati dai maghi. Forse per questo il vostro Ministro è così inquieto: vorrebbe anche lui un Governatore che spargesse a piene mani solo messaggi rassicuranti al pubblico. Il vostro Governatore poi ha la sfortuna di evocare, col suo nome, figure minacciose!
Per arrivare alla mia Città, che tutti credono costellata di diamanti e pietre preziose, bisogna seguire la “strada dei mattoni”. Può tirar fuori dalla depressione in cui sono caduti Dorothy e gli altri protagonisti della mia storia. Anche da voi, mi sembra, si sia pensato che l’unico modo per far ripartire l’economia fosse costruire e far costruire. Se capisco bene, dei vostri quattro “piani casa” ne è rimasto solo uno. Ma la filosofia è la stessa: il mattone come via d’uscita. Bene comunque che lo sappiate sin d’ora: alla fine della strada non troverete nessuna pietra preziosa.
Tra gli eroi della mia storia c’è un boscaiolo di stagno. Taglia con l’accetta tutti gli alberi che gli capitano sotto tiro. Ma spesso si emoziona. E’ un problema, perché quando piange gli si arrugginiscono le giunture. Voi sapete bene cosa sia la stagnazione e quanta ruggine inserisca nei vostri ingranaggi. Quanto agli alberi, so che al vostro Ministro piace molto girare per la foresta di Nottingham tirando frecce a casaccio. Ma deve sapere che gli alberi feriti si vendicano. Chiedete ai protagonisti della mia storia quanto temibili siano gli alberi viventi!
Ne mio Regno tutti gli errori vengono condonati. Anche le streghe in punto di morte si redimono. Sui condoni ho davvero poco da insegnare al vostro Ministro che ne ha varati di tutti i tipi. E anche di scudi se ne intende più degli stagnini Martufi della mia storia. Tanto di cappello, dorato!
C’è anche una Città di porcellana nel regno di Oz, i cui abitanti vivono su tanti scalini: guai a cambiarli di posto. Potrebbero andare in mille pezzi! Chi lo ha fatto ha dovuto poi vedersela cogli agguerriti proprietari delle mucche di porcellana. Il vostro Ministro mi sembra abbia una certa familiarità con gli scalini e gli scaloni: nel riformare la previdenza sembra essersi mosso proprio come un elefante in un negozio di porcellane. E sta anche rimborsando gli agricoltori che hanno sforato le quote latte. Solo coincidenze?
A proposito, ce n’è ancora una. Nella mia storia la persona più buona, quella che interrompe il grande ciclo, detto anche ciclone, è la Strega del Nord. Se Tremonti si crede Oz chi sarà mai, mi chiedo, la vostra Strega del Nord? Lo ha baciato qualcuno sulla fronte negli ultimi tempi?

Il Mago di Oz