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La strage di Kabul, lunedì i funerali di stato per i 6 militari uccisi. Governo diviso sulla missione

Rientrano domani o domenica mattina le salme dei sei parà della Folgore uccisi nell’attentato a Kabul. Lunedì si terranno i funerali di stato nella Basilica di San Paolo fuori le Mura a Roma, e sarà decretato il lutto nazionale, con un minuto di silenzio nelle scuole e negli edifici pubblici. I militari uccisi sono stati promossi a grado superiore. Allestito il sacrario nel palazzo dello Stato maggiore dell’Esercito. Intanto il governo è sempre più diviso sul futuro della missione in Afghanistan.

Un invito a mantenere la barra dritta arriva dal presidente della repubblica Napolitano che tornerà da Tokio per presenziare ai funerali dei sei militari uccisi. «Non credo ci sia nulla da rivedere nella missione italiana in Afghanistan», ha detto parlando con i giornalisti a Tokyo. Il capo dello Stato ha fatto riferimento alla posizione assunta dal responsabile esteri del Pd Piero Fassino, aggiungendo che «non trapela nessuna divisione da quella parte». Alla domanda sulle posizioni della Lega e nella maggioranza, Napolitano ha risposto: «Questo chiedetelo al presidente del Consiglio». Quindi, riprendendo il discorso, ha ribadito come la missione italiana a Kabul sia «un impegno condiviso, confermato e pienamente coerente delle istituzioni italiane». Napolitano ha riferito di averne discusso anche durante l’ultima riunione del Consiglio Supremo della Difesa, in cui è stato confermato «in modo molto determinante l’impegno in Afghanistan come necessità di caratterizzare il nostro contributo tanto sul piano militare quanto su quello civile». Quindi il problema, ha proseguito Napolitano, «non è vedere come rideterminare il contributo italiano che è stato sempre concepito in modo molto equilibrato».

Centocinquanta chili di esplosivo. È quasi mezzogiorno (le 9.30 in Italia), quando a Kabul si scatena l’inferno. Il convoglio formato da due blindati “Lince” del contingente italiano «Italfor XX» sta percorrendo la strada dall’aeroporto internazionale di Kaia (International Kabul Airport) al Quartier Generale delle Forze della Coalizione quando nel quartiere diplomatico di Kabul esplode l’autobomba.

Il kamikaze lascia sul terreno sei militari della brigata paracadutisti Folgore. Quattro i feriti, gravi, ma non in pericolo di vita. Amnesty International riferisce che le vittime civili afghane sono almeno 15 e oltre 60 i feriti.

È l’attentato più grave dalla strage di Nassiriya, che il 12 novembre del 2003 provocò la morte di 19 italiani. A perdere la vita sono il Tenente Antonio Fortunato, nato a Lagonegro (Potenza), nel 1974, in forza al 186° Reggimento, il Sergente Maggiore Roberto Valente, nato a Napoli nel 1972, in forza al 187° Reggimento, il 1° Caporal Maggiore Matteo Mureddu, Nato ad Oristano nel 1983, in forza al 186° Reggimento, il 1° Caporal Maggiore Giandomenico Pistonami, nato ad Orvieto (Perugia) nel 1983, in forza al 186° Reggimento, il 1° Caporal Maggiore Massimiliano Randino, nato a Pagani (Salerno) nel 1977, in forza al 183° Reggimento, il 1° Caporal Maggiore Davide Ricchiuto, nato a Glarus in Svizzera nel 1983, in forza al 186° Reggimento.Tre dei quattro i militari rimasti feriti in seguito all’attentato sono appartenenti al 186° Reggimento dell’Esercito, l’ultimo ferito è effettivo all’Aeronautica Militare.

L’attacco kamikaze viene subito rivendicato dai talebani. È stato compiuto da «un eroe dell’emirato islamico, il mujahid Hayatullah». Con lo scopo – riferiscono fonti ad Al Jazira – «con lo scopo di dimostrare che nessuno può considerarsi al sicuro in Afghanistan».

Dai primi accertamenti sembra che il kamikaze si sia frapposto con la sua vettura carica di esplosivo tra i due blindati italiani per poi far deflagrare l’autobomba.

I due mezzi, ha spiegato La Russa, stavano effettuando un trasferimento verso il comando, a circa 200 metri a nord della Piazza Masud, nella zona delle rappresentanze diplomatiche a Kabul. La Toyota guidata dall’attentatore è uscita da un parcheggio per piombare sui mezzi italiani, sui quali si trovavano complessivamente dieci militari. I cinque passeggeri del primo blindato muiono tutti. Il secondo viene colpito in modo meno violento ed uno solo degli uomi a bordo muore mentre gli altri quattro sono rimasti feriti in modo lieve.

Le immagini dell’attentato fanno subito il giro del mondo e suscitano un’ondata di commozione generale nei confronti del contingente italiano, che a Kabul opera con circa 450 militari nell’ambito della missione multinazionale Isaf.
Negli ultimi mesi, nonostante la massiccia presenza di forze armate internazionali, a Kabul si sono moltiplicati gli attacchi suicidi dei talebani. L’ultimo è stato l’8 settembre scorso, quando un’autobomba ha ucciso tre civili esplodendo davanti all’entrata della base aerea della Nato.

Il Presidente dela Repubblica Giorgio Napolitano è stato informato a Tokyo dell’attentato; il premier Silvio Berlusconi ha espresso il suo profondo cordoglio personale e quello dell’intero Governo al Capo di Stato Maggiore della Difesa generale Camporini e al generale Castellano che comanda il nostro contingente a Kabul. «Il Governo italiano – si legge in una nota – è vicino alle famiglie delle vittime, condivide il loro dolore in questo tragico momento ed esprime la sua solidarietà a tutti i componenti della missione italiana in Afghanistan impegnata a sostegno della democrazia e della libertà in questo sfortunato paese”.

Secondo un giornalista della Afp presente sul posto, i corpi di almeno tre persone tra cui quello di due civili giacciono davanti ad un veicolo militare italiano appartenente all’Isaf, distrutto dall’esplosione udita oggi a Kabul. Il corpo di un militare senza vita e mutilato è nella parte posteriore del veicolo blindato che issa la bandiera italiana. Due soldati della Nato lo hanno successivamente ricoperto con un telo di plastica blu. I corpi smembrati di almeno di due civili morti, riporta lo stesso giornalista della Afp, sono stati caricati a bordo di un’ambulanza. La tv afghana Tolo sostiene che «ci sono almeno 12 italiani fra morti e feriti».

Stando a un portavoce dell’Isaf, la Forza Internazionale di Assistenza per la Sicurezza guidata dalla Nato, la deflagrazione è avvenuta lungo la strada che conduce all’aeroporto internazionale, dove è ospitata una base dell’Alleanza Atlantica, la stessa attaccata lo scorso 8 settembre da un kamikaze per conto dei Talebani, che rivendicarono poi l’attentato, costato la vita a tre civili. Il portavoce ha precisato comunque che lo scoppio non si è verificato in prossimità della struttura militare, ma le fonti giornalistiche hanno aggiunto che sarebbero stati presi di mira proprio veicoli alleati.

Dal ministero dell’Interno è frattanto trapelato che ancora una volta si sarebbe trattato di un kamikaze. Il sito sorge tra l’altro non lontano dal Palazzo Presidenziale, nel quale poco prima il presidente uscente Hamid Karzai aveva tenuto una conferenza stampa sulle controverse elezioni del 20 agosto. La capitale dell’Afghanistan di recente è stata teatro di numerosi attacchi suicidi: oltre a quello contro lo scalo aereo, il mese precedente era stato preso d’assalto addirittura il quartier generale dell’Isaf, in piena città; sette gli afghani rimasti uccisi nell’occasione.
da www.unita.it