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“Non è una scuola per giovani”, di Franco Bastianini

Non decolla il ringiovanimento della categoria dei docenti delle scuole statali nonostante il recente blocco di neoassunzioni e i pesanti pensionamenti. E così continua ad aumentare l’età anagrafica media dei docenti titolari di un contratto a tempo indeterminato, in assenza di una politica contcreta di svecchaiemnto della scuola, che pure il ministro dell’istruzione, Mariastella Gelmini, aveva promesso. È quanto si ricava da una ricerca condotta da Azienda Scuola i cui sono state prese in esame l’età anagrafica dei docenti che risultano titolari di contratto a tempo indeterminato nell’anno scolastico 2009/2010 e quella dei docenti titolari registrati nel precedente anno scolastico. Dal 1° settembre 2009 oltre 34 mila dipendenti, di età compresa tra 58 e oltre 65 anni, sono cessati dal servizio per raggiunti limiti di età, per compiuto quarantennio di servizio e per dimissioni volontarie. Sono stati 8 mila invece gli assunti ex novo con un contratto a tempo indeterminato.

I criteri della ricerca
Gli autori della ricerca hanno preso in esame, quali elementi di partenza, i dati ufficiali relativi al numero dei docenti titolari di un contratto a tempo indeterminato nell’anno scolastico 2008/2009, come indicato nel volume “La scuola statale: sintesi dei dati anno scolastico 2008/2009”, pubblicato nel mese di giugno 2009 a cura della Direzione generale per gli studi, la statistica e i sistemi informativi del ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca. Hanno sottratto gli oltre 34 mila docenti che sono cessati dal servizio a decorrere dal 1° settembre 2009 e aggiunto gli 8 mila che a decorrere dalla predetta data hanno sottoscritto un contratto a tempo indeterminato.

I risultati in valori assoluti…
Da un primo sommario esame dei risultati della ricerca, il dato che balza immediatamente agli occhi è quello che l’età media dei docenti in servizio risulta essere di 53 anni in aumento, anche se di qualche decimale, rispetto all’età media registrata un anno fa. Una età media che per lo svolgimento della funzione docente, soprattutto nella scuola dell’infanzia e in quella primaria, appare obiettivamente molto elevata. Non meno sorprendente è anche il dato secondo il quale, sempre nell’anno scolastico in corso, tra i 669.190 docenti titolari di contratto a tempo indeterminato, oltre il 74% di quelli in servizio nella scuola dell’infanzia, nella scuola primaria, in quella secondaria di primo e secondo grado, esclusi gli insegnanti di religione e il personale educativo, hanno una età compresa tra i 41 e i 58 anni. Nell’anno scolastico 2008/2009, quando i titolari erano addirittura 740.891,la percentuale era del 73%. Ridurre di oltre 35 mila il numero dei docenti titolari di un contratto a tempo indeterminato e con una età compresa tra 58 e 65 anni, non è, pertanto, servito in alcun modo a diminuire l’età media che rimane una tra le più alte di Europa.

…e per gruppi omogenei
Scomponendo i dati complessivi e prendendo in considerazione quelli relativi a gruppi omogenei oer età, si rileva che dei 669.190 docenti appartenenti a tutti gli ordini e i gradi di scuola e che, secondola ricercai, sono titolari di contratto a tempo indeterminato nell’anno scolastico in corso, solo il 47% ha una età anagrafica compresa tra i 25 e i 50 anni. Il restante 53% ha, invece, una età compresa tra i 51 e gli oltre 65 anni.Nella fascia di età compresa tra 25 e 40 anni, i docenti che vi rientrano sono appena il 12% del totale. Nell’anno scolastico 2008/2009 erano il 14%. In quella compresa tra i 41 e i 50 anni si colloca il 36% mentre nell’anno scolastico precedente era il 35%. Nessuna variazione percentuale si registra, invece, nella fascia di età compresa tra 51 e 58 anni, era e resta del 38%. Viceversa è aumentato di un punto percentuale il numero dei docenti con età compresa tra i 59 e i 65 anni: oggi è il 14% a fronte del 13% dell’anno scolastico 2008/2009.

Alle medie i più vecchi
Scomponendo i risultati della ricerca per categoria di docenti, non mancano le sorprese. Sono i docenti in servizio nella scuola media di primo grado in totale 147.609) quelli in maggioranza più anziani; il 60% ha infatti una età compresa tra i 51 e i 65 anni. Scende al 56% tra i docenti in servizio nella scuola secondaria di secondo grado( in totale sono 205.292); al 45%, su un totale di 84.472, nella scuola dell’infanzia e al 43%, su un totale di 231.817, nella scuola dell’infanzia.

La percentuale maggiore di giovani, quelli cioè in età compresa tra 25 e 40 anni, si riscontra tra i docenti della scuola primaria(19%). Seguono i docenti della scuola dell’infanzia(18%), della scuola media di primo grado(10%) e della scuola secondaria di secondo grado(8%).

La maggioranza dei docenti in età di pensione la si ritrova ancora tra quelli in servizio nella scuola secondaria di primo grado. Risultano essere il 17%, erano il 16% nel 2008/2009. Quelli in servizio nella scuola secondaria di secondo grado sono il 15% mentre nel 2008/2009 erano il 14%. I docenti della scuola primaria in possesso dei requisiti per accedere al trattamento pensionistico sono il 10% ma erano appena l’8% lo scorso anno. Solo la percentuale dei docenti della scuola per l’infanzia registra una diminuzione. Si è passati ,infatti, dal 10% dello scorso anno all’8% dell’anno scolastico in corso.

La presenza femminile
Non cambia, invece, sostanzialmente il rapporto tra personale maschile e femminile. Nella scuola per l’infanzia la presenza femminile è, seppure in valori minimi, aumentata passando dal 99,4% al 99,5%. Invariata la percentuale femminile nella scuola primaria(96%); nella scuola secondaria di primo grado( 77,8%); nella scuola secondaria di secondo grado(62,3%).

Urgono contratti
Fermare il progressivo invecchiamento in atto e consentire un ricambio generazionale, come ci chiede anche l’Ocse, non appare più procrastinabile. Mentre per conseguire un ricambio generazionale accorrerebbe ripristinare i concorsi aperti a tutti, per fermare il progressivo invecchiamento i rimedi potrebbero essere quelli di blindare le graduatorie ad esaurimento, incentivare i prepensionamenti ed impedire la permanenza in servizio oltre il 65° anno di età a meno che non si abbia ancora raggiunto la contribuzione minima per il diritto alla pensione.

ItaliaOggi, 29 settembre 2009

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