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“Condannato Berlusconi per corruzione? E il PDL se la prende con i giudici e l’opposizione”

Silvio Berlusconi è “corresponsabile della vicenda corruttiva” che portò alla sentenza con cui la Mondadori fu assegnata a Fininvest. Lo scrive il giudice Raimondo Mesiano nelle 140 pagine di motivazioni con cui condanna la holding della famiglia del premier a pagare 750 milioni di euro a favore della Cir di Carlo De Benedetti. E mentre la Corte Costituzionale disucte la validità del Lodo Alfano il premier si infuria e i capigruppo del PDL scrivono una nota attaccando il giudice, l’opposizione che non è democratica e infilandoci anche dei “disegni eversivi”. Nota firmata Cicchitto e Gasparri immediatamente condannata dal PD. “L’arrogante rivendicazione di impunità e la patetica denuncia di complotti da parte del Pdl segnala in modo impietoso la consapevolezza del fallimento nella prova di governo. I capigruppo Pdl di Camera e Senato stanno cercando di deformare una sentenza e di trasformarla in un atto politico di parte”. Lo affermano in una nota i presidenti del Pd al Senato e alla Camera Anna Finocchiaro e Antonello Soro e i vicepresidenti Luigi Zanda e Marina Sereni.
“In un ordinamento costituzionale come quello del nostro Paese che prevede la separazione dei poteri e lo stato di diritto – spiegano i capigruppo del Pd – la nota congiunta di Fabrizio Cicchitto, Maurizio Gasparri, Italo Bocchino e Gaetano Quagliariello è gravissima nei suoi contenuti perché finge di non ricordare che la decisione del Tribunale di Milano è la naturale conseguenza, in sede civile, della condanna penale definitiva dell’onorevole Cesare Previti, ritenuto responsabile di aver corrotto un giudice con l’obiettivo di addomesticare il ‘Lodo Mondadori’. Nelle parole degli esponenti Pdl c’è tutta la spudoratezza di chi considera le aziende e i comportamenti del presidente del Consiglio al di sopra delle leggi penali, delle leggi amministrative, delle leggi civili e financo delle leggi etiche. E’ soltanto nel quadro della piena separazione dei poteri – concludono i rappresentanti del Pd – che si può garantire il rispetto della legalità e della sovranità popolare”.

Condanna e risarcimenti. Il giudice nelle motivazioni della sentenza, scrive che “la condotta del Berlusconi è stata all’evidenza posta in essere nell’ambito dell’attività gestoria di Fininvest, e cioè nell’ambito della cura degli interessi di quest’ultima. Vale osservare che i conti All Iberian e Ferrido erano conti correnti accesi su banche svizzere e di cui era beneficiaria economica la Fininvest. Non è quindi assolutamente pensabile – scrive Mesiano – che un bonifico dell’importo di Usd 2.732.868 (circa tre miliardi di lire) potesse essere deciso ed effettuato senza che il legale rappresentante, che era poi anche amministratore della Fininvest, lo sapesse e lo accettasse. In altre parole – conclude il giudice -, il tribunale ritiene qui di poter pienamente fare uso della prova per presunzioni che nel giudizio civile ha la stessa dignità della prova diretta (rappresentazione del fatto storico). È, come è noto, la presunzione un argomento logico, mediante il quale si risale dal fatto noto, che deve essere provato in termini di certezza, al fatto ignoto”.
Ecco perché si è calcolato un danno patrimoniale di 284.051.294 euro a titolo di danno derivante dalle condizioni deteriori alle quali fu pattuita la spartizione del gruppo L’Espresso-Mondadori rispetto alle condizioni di una trattativa non inquinata dalla corruzione del giudice Metta. A questa somma si aggiungono 8.207.892 euro per danno da spese legali sostenute, e altri 20.658.276 euro per danno da lesioni dell’immagine imprenditoriale dell’attrice (la Cir, ndr)”.Un importo che va rivalutato e arriva a 749.955.611 euro”.

Non è mancato il commento dell’imputato, Silvio Berlusconi: “Sono letteralmente allibito: è una sentenza al di là del bene e del male, è certamente una enormità giuridica. Sappiano comunque tutti gli oppositori che il governo porterà a termine la sua missione quinquennale e non c’è nulla che potrà farci tradire il mandato che gli italiani ci hanno conferito!”. Per non essere da meno i presidenti del gruppo Pdl al Senato ed alla Camera Maurizio Gasparri e Fabrizio Cicchitto, ed i rispettivi vicepresidenti vicari, Gaetano Quagliariello e Italo Bocchino diffondono il loro pensiero in una nota allusiva. “La tempistica e i contenuti di una sentenza che a 20 anni dai fatti arriva con sospetta puntualità, rafforzano l’opinione di quanti, come noi, pensano che vi sia chi sta tentando, con mezzi impropri, di contrastare la volontà democratica del popolo italiano . Mentre – prosegue la nota – il governo Berlusconi affronta con energia e consenso largamente maggioritario la realizzazione degli impegni assunti con gli elettori e ogni emergenza, si tenta, vanamente, di delegittimarne l’azione. Siamo certi che questo disegno non troverà spazio nelle Istituzioni e, ciascuno nella sua diversa responsabilità, agirà partendo dal presupposto del rispetto della legalità e della sovranità popolare. Gli attacchi – conclude la nota dei vertici parlamentari del PdL – che fuoriescano dai canoni dell’opposizione democratica, dura ma rispettosa delle Istituzioni, ci portano ad assicurare che, in Parlamento così come nel Paese, forti di un consenso chiaramente e più volte espresso dagli italiani, il centrodestra proseguirà nella politica del fare e del governare, che nessun disegno eversivo potrà sconfigger”.

”Siamo oltre la fantasia. Anche una sentenza civile diventa motivo di evocare complotti” nota il segretario del PD, Dario Franceschini. “C’è una violazione totale del principio di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge che riemerge in ogni parola. Berlusconi deve capire che nei Tribunali c’e’ scritto ‘La legge e’ uguale per tutti’ e non ‘Per tutti tranne uno’. Deve accettare che anche chi ha vinto le elezioni sia sottoposto alla giustizia come tutti”. Parole simili da Pierluigi Bersani: “Berlusconi deve rispettare le sentenze, se ha buone ragioni le faccia valere con i percorsi legittimi come fanno tutti i cittadini. Le cose di cui si discute in queste ore – osserva Bersani – le ha cercate lui, il nostro problema è che si continua a discutere dei problemi suoi con tutti i problemi che hanno in questo momento gli italiani. ancora una volta l’attenzione del paese è rivolta verso il lodo Alfano e il lodo Mondadori. Siamo sempre nei problemi di Berlusconi, ma quand’è che possiamo parlare dei nostri problemi? Non si può andare avanti così perché in Italia ci sono gravissimi problemi” legati alla crisi economica. Bersani ha ricordato, riferendosi al presidente del Consiglio che “quest’uomo governa da dieci anni, gli italiani gli hanno lasciato fare quello che ha voluto nel pubblico e nel privato e nei rapporti tra pubblico e privato, i parlamentari li nomina lui, grazie alla legge elettorale che ha fatto lui, ha messo 25 voti di fiducia e fatto 45 decreti” e con questi strumenti opera “un ricatto verso la società, non solo verso l’informazione, ma anche verso i poteri economici, che sanno che basta un suo tratto di penna, il Parlamento non ha più la forza di intervenire. Questa – ha denunciato Bersani – è una compressione della democrazia”.

Mentre Ignazio Marino si dice “molto preoccupato. Mi sto convincendo di un fatto gravissimo per la nostra democrazia. Il comportamento e le dichiarazioni di alcuni uomini di centro destra, infatti, mi fanno pensare che per alcuni politici sia arrivato il momento di mettersi nelle mani di uno psicanalista. In troppi stanno perdendo il senso della realtà. I principali punti di riferimento del Pdl alla Camera e al Senato parlano di un disegno eversivo. Addirittura. E loro sono la maggioranza che tiene in piedi il governo. Insomma una sentenza di un giudice che condanna la Fininvest a pagare 750 milioni di euro, indicando Silvio Berlusconi come “corresponsabile della vicenda corruttiva” che ha portato la Mondadori dalle mani della Cir di De Benedetti a quelle della Fininvest, altro non sarebbe che una parte di un complotto per colpire il primo ministro. O hanno letto troppi brutti gialli oppure hanno perso il senso della misura e della dignità, per gli eccessi di una amicizia cieca per il premier “.

Ma Cicchitto e Gasparri vanno avanti, e la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti attacca: ““La manifestazione contro la sentenza Mondadori sarebbe un vero e proprio atto di intimidazione e delegittimazione della magistratura e dell’intero sistema democratico. E’ veramente sconcertante, invece di parlare della gravità delle condotte che hanno riguardato la vicenda Mondadori, accertate con sentenza passata in giudicato, si cerca di spostare l’attenzione su presunti e inverosimili disegni eversivi per contrastare la volontà democratica del popolo italiano. Se questi sono i toni con cui si ‘’accolgono’ le sentenze di un giudice civile di primo grado non vogliamo neanche immaginare cosa potrebbe succedere se la Corte costituzionale bocciasse il Lodo Alfano. La reazione è talmente scomposta e smisurata che dimostra o che la maggioranza è incapace di saper accettare qualsiasi tipo di sentenza che la riguardi oppure che siamo davanti ad una pericolosa ingerenza sulla serenità di giudizio dei giudici della Corte che questa settimana dovranno esprimersi sul Lodo Alfano. In ogni caso – sottolinea – la novità è che dopo i ripetuti attacchi alla magistratura penale ora il centrodestra inizia a delegittimare anche la magistratura civile. Si è superata la misura e l’anomalia italiana – conclude – si fa sempre più grave”.

Durissimo Piero Fassino: “Non solo Berlusconi e i suoi alleati, con questa indegna gazzarra contro il pronunciamento di un sovrano Tribunale della Repubblica, dimostrano tutta la loro tracotanza e il totale dispregio delle regole, quello che più inquieta e preoccupa è il tentativo di esercitare un’indebita pressione e un gravissimo condizionamento sull’autonomia dei giudici costituzionali proprio alla vigilia della sentenza della Suprema Corte sul Lodo Alfano”.

E di attacco in attacco è il Csm a tutelare il giudice milanese parlando di una vicenda caratterizzata per «gravità e singolarità». È quanto scrivono i consiglieri del Csm chiedendo l’apertura di una pratica a tutela del giudice milanese Raimondo Mesiano. In un documento i consiglieri non si riferiscono esplicitamente al premier e ai capigruppo del Pdl in Senato ma parlando di dichiarazioni pubbliche di «autorevoli esponenti di Parlamento e governo». Il documento sottolinea la «singolarità e gravità» della vicenda, rappresentata dalla «natura privata e non istituzionale dell’attivitá su cui la sentenza milanese si è pronunciata». Si è parlato di «disegno eversivo» a fronte di una sentenza sugli affari personali del premier.
I consiglieri sottolineano come l’intervento del consiglio «appare necessario ad accertare e rappresentare ai magistrati e all’opinione pubblica, se la sentenza e il suo percorso hanno conservato piena natura giurisdizionale». Così 15 consiglieri togati e laici hanno chiesto al comitato di presidenza del Csm di aprire la pratica a tutela di Mesiano.
In attesa della sentenza della Corte sul Lodo Alfano.

www.partitodemocratico.it, 6 ottobre 2009

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