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PD, al via la Convenzione nazionale

Si è aperta all’hotel Marriot di Roma la Convenzione nazionale del Pd che chiuderà ufficialmente la prima fase del percorso congressuale per la scelta del prossimo segreterio. L’appuntamento è di fatto solo un’occasione per proclamare i risultati dei congressi di circolo che si sono tenuti nel mese di settembre, e per dare voce ai tre candidati: Pier Luigi Bersani, Dario Franceschini e Ignazio Marino, in questo ordine, i quali si sottoporranno poi alla consultazione popolare delle primarie il 25 ottobre. Il primo round lo ha vinto Bersani che nei congressi dei circoli ha ottenuto il 55,13%, seguito da Dario Franceschini con il 36,95% e da Ignazio Marino con il 7,92%, la percentuale di partecipazione è stata del 56,40% degli iscritti.

In platea i mille delegati eletti dalle convenzioni provinciali, presenti anche molti big del partito, ma non ci saranno Walter Veltroni, l’ex segretario del Pd non è venuto al Marriot ma stasera sarà ospite di Fabio Fazio per parlare del suo libro, ’Noì, e nemmeno l’ex leader Margherita Francesco Rutelli, che però è bloccato a casa con la febbre. Romano Prodi invierà probabilmente un messaggio. Mentre l’ex ministro Arturo Parisi ha annunciato stamni la sua defezione per protesta, a causa della decisione di non consentire ai delegati di poter parlare al congresso. Tra gli invitati ci sono ex presidenti di Camera e Senato, parlamentari nazionali ed europei, i presidenti di Regione, i sindaci delle città metropolitane e i sindaci delle città capoluogo di Regione, i presidenti delle Province con più di 3 milioni di abitanti, i presidenti di Anci, Upi e Uncem, i segretari regionali, la segreteria nazionale, il Tesoriere nazionale, il presidente dei Giovani democratici e la commissione nazionale di Garanzia.

Si tratta di un evento molto diverso dai classici congressi di partito perchè il Pd si è dato un iter di selezione del leader che è un misto tra il vecchio sistema e il nuovo. Nella prima fase infatti sono stati chiamati a pronunciarsi sulle mozioni gli iscritti al Pd. La seconda fase che si aprirà domenica, culminerà con le primarie del 25 ottobre, nelle quali saranno gli elettori e i simpatizzanti a pronunciarsi. Infine se nessuno dei tre candidati dovesse raggiungere il 50% più uno dei voti è previsto un terzo passaggio, quello dell’assemblea nazionale, (che viene convocata due settimane dopo le primarie) la cui platea sarà composta dai delegati delle tre mozioni, ma stavolta in proporzione ai consensi raccolti alle primarie.

Un sistema evidentemente complesso che diversi dirigenti del Pd hanno criticato, tra questi Franco Marini, prima e durante la fase congressuale, sottolineando la contraddizione di un ribaltamento dei risultati a seconda della platea che viene chiamata ad esprimersi. Oggi infine, verranno elette la commissione Etica e quella per le modifiche allo Statuto, la quale sarà composta dai delegati alla convenzione con una presenza delle tre mozioni in proporzione però ai voti presi nei congressi.
La Stampa 11.10.09

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Pd, prima sfida tra i candidati alla segreteria, di ma.ge.
Il giorno della verità sarà quello in cui, come due anni fa, scenderà in campo il popolo delle primarie: 25 ottobre, manca poco, appena due settimane. Oggi, però, è il giorno della sfida. Ore 10.00, all’Hotel Marriott di Roma. Chiuso il voto nei circoli i tre candidati alla segreteria del Pd sono attesi sul palco della “Convenzione nazionale”. Uno dopo l’altro, secondo l’ordine ufficiale con cui le mozioni sono state presentate. Bersani per primo, quindi: mozione 1. Poi toccherà a Franceschini, mozione 2. Ultimo Marino.

Finora il confronto è stato solo a distanza. A colpi di interviste sui giornali, interventi televisivi, bagni di folla separati. Nessuno dei circa 7mila circoli, che già si sono espressi su chi dovrà essere il futuro segretario del Pd, ha avuto la possibilità di ascoltare insieme i tre sfidanti. Nessuna delle feste di partito li ha avuti ospiti contemporaneamente. Quindi, anche se non ci sarà né un voto né un vincitore, c’è quanto meno la tensione della prima volta. E del match che finalmente entra nel vivo.

Peccato solo che l’Hotel Marriott, dove simbolicamente avverrà questo passaggio dalla fase congressuale, in cui il voto è nelle mani dei circoli, a quella in cui tornerà nelle mani del popolo delle primarie, come nel 2007, sia un po’ fuori mano, più vicino all’aeroporto di Fiumicino che a Roma. “In sala saranno ammessi solo i delegati”, recita l’invito. Circa mille, salvo defezioni dell’ultimo minuto. E per chi vuole c’è il collegamento in diretta su unita.it con le immagini di YouDem e RedTv. In attesa del primo vero match televisivo, in programma per il 16 ottobre.

I fondatori del partito, Romano Prodi e Walter Veltroni, hanno già fatto sapere che non ci saranno. «Non parlo di politica né di primarie. Non entro nel dibattito congressuale», spiega l’ex segretario del Pd, che stasera, invece, sarà ospite a “Che tempo che fa”. E alla lista degli assenti potrebbe aggiungersi anche Francesco Rutelli. Per il resto la prima fila sarà tutta per i big, i parlamentari, i sindaci, i presidenti di Regione.

Pier Luigi Bersani tra gli iscritti ha conquistato il 55,13 dei consensi, ma adesso deve convincere il popolo delle primarie. E l’Hotel Marriott è il luogo dove fare le prove generali, anche se davanti a un pubblico ancora ristretto e di “addetti ai lavori”. Ai mille delegati Bersani proverà a spiegare quali sono le sue quattro proposte per mettere in campo una coalizione e un programma in grado di battere Silvio Berlusconi: «Non dall’oggi al domani ma cominciando subito».

Poi sarà la volta di Dario Franceschini. Parlare ancora da segretario in carica, cercando l’unità del partito, o attaccare a testa bassa, come gli suggerisce uno dei suoi consiglieri bellicosi, Mario Adinolfi? C’è da dire che al segretario ancora in carica, gli iscritti hanno consegnato un risultato non troppo entusiasmante (36,9%). Ma se i circoli hanno dato un colpo di freno alla sua corsa da segretario, tenendolo ben sotto al suo sfidante, adesso per lui la sfida è riconquistare terreno chiamando alle “armi” il popolo delle primarie, come ha già cominciato a fare. Con un argomento in più da quando sono partiti gli attacchi di Berlusconi al Colle, alla Consulta, alle istituzioni. Temi che inevitabilmente faranno la loro irruzione alla Convenzione Pd.

All’outsider della corsa congressuale, Ignazio Marino, toccherà parlare per ultimo. E mettere in campo i temi più scomodi per gli altri due. Dal testamento biologico, al rinnovamento dei gruppi dirigenti, alle nomine Rai. Marino ha già annunciato che, in omaggio alla libertà di stampa, chiederà agli altri due di sottoscrivere un impegno a non partecipare più alla lottizzazione della tv di Stato. Gli iscritti non lo hanno accolto con un plebiscito, ma gli hanno consentito di arrivare fin qui con un risultato, 7,9%, superiore alle aspettative. Tutto da migliorare nel confronto con il popolo delle primarie. Sul suo sito Marino ha già messo il kit del volontario, con lettera “personalizzabile” per i vicini di casa, flyer da volantinare al mercato e volantini simili a quelli “do not disturb” che si appendono alle porte degli alberghi con su scritta la data delle primarie.

Chiuso il voto dei circoli, quello è il vero traguardo che agita i tre candidati. Franceschini ha già iniziato l’appello agli elettori per dare una risposta di popolo a Berlusconi: «Più gente verrà a votare, più forti saremo noi e chiunque sarà eletto tra di noi». Ma i sostenitori di Bersani sono convinti che il voto degli elettori non sarà diverso da quello degli iscritti. Il ribaltone alle primarie? «Uno scenario paradossale».
L’unità 11.10.09

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Potete seguire in diretta
http://www.unita.it/news/italia/89621/pd_la_diretta_dalla_convenzionei comunicati stampa dalla Convenzione del PD