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“Difendere la Costituzione per battere le mafie”, di Caterina Pasolini

ROMA – Sono studenti e magistrati, pensionati e docenti, gente comune, parenti di vittime di mafia, imprenditori che il pizzo l’hanno denunciato e poliziotti, amministratori pubblici, volontari. Sono gli Stati Generali dell’Antimafia convocati dall’associazione Libera di Don Ciotti che vede in prima linea una rete di 1500 associazioni riunite contro il crimine organizzato.

Duemilacinquecento persone da oggi per tre giorni si ritroveranno nella capitale per fare il punto sulla guerra alle mafie nel nostro paese. Mettendo sul tavolo di lavoro le proposte per combatterle. Parlando dei mille aspetti che il crimine organizzato ha nella nostra società, affrontando i problemi di mafia e informazione, del ritorno della corruzione, della mafia all’epoca della crisi economica e delle organizzazioni internazionali che trafficano in esseri umani, droga ed armi.

«Contromafie», iniziativa promossa da Libera giunta alla seconda edizione, è un momento di analisi, di lavoro e confronto, di approfondimento e conoscenza per cercare di decifrare gli strumenti, le iniziative adatte a vincere la battaglia. Quest’anno il messaggio è duplice, sottolineano gli organizzatori. «Contro le mafie ma soprattutto per i diritti della Costituzione: perché è necessario essere contro tutte le mafie e la corruzione, le illegalità e i soprusi ma è più importante essere per costruire percorsi e spazi di libertà, cittadinanza, informazione, legalità, giustizia, solidarietà. La battaglia contro le mafie è quindi necessariamente una battaglia per i diritti sanciti dalla Costituzione».

Al termine di tre giorni di lavoro i 17 gruppi, che affronteranno sei aree tematiche, elaboreranno una sorta di manifesto con le richieste alla politica, a chi deve tradurre in concreto stimoli e proposte. Perché come dice il presidente di Libera don Luigi Ciotti, «la lotta alla mafia non è solo repressione del crimine organizzato. Non si può lottare senza politiche sociali, opportunità per le persone deboli, interventi economici mirati, diffusione dei diritti. Essere duri con la mafia significa costruire una società meno diseguale».

Oggi all’apertura dei lavori all’Auditorium di via della Conciliazione ci sarà anche il presidente della Repubblica Napolitano e dopo l’intervento di apertura di don Ciotti parleranno Giuseppe Pisanu, presidente della commissione antimafia e Piero Grasso, procuratore nazionale antimafia. Ma soprattutto ci saranno le testimonianze di sei cittadini che con il loro impegno civile lottano contro la criminalità organizzata e il malcostume costruendo percorsi di legalità. Cosa sempre più difficile in un mondo dominato dalle mafie. Come testimonieranno i rappresentanti di 50 associazioni arrivate da trenta paesi del Mediterraneo, dalla federazione russa e dall’area caucasica. Col loro aiuto i gruppi di lavoro si occuperanno del business delle mafie transnazionali.

Domani sera Notte Bianca alla Casa del cinema, dove dalle 18 per otto ore saranno proiettati documentari, storie, immagini e riflessioni che raccontano l’impegno quotidiano per affermare la legalità e giustizia nel nostro paese.

Intanto, dopo le notizie sulla presunta trattativa tra mafia e Stato, interviene il Csm per esprimere «la piena e convinta solidarietà» al vicepresidente Nicola Mancino alla luce «di reiterati attacchi». «Dobbiamo ribellarci all’ipotesi che la storia degli ultimi anni possa essere scritta dai criminali», commenta Nicola Mancino.

La Republica, 23 ottobre 2009