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Ghizzoni: patto per la scuola di Modena, “Malaguti fa politica”

Sulla bocciatura del Patto per la scuola da parte del dirigente scolastico interviene l’on. Manuela Ghizzoni, capogruppo Pd nella commissione Istruzione e Cultura della Camera. Ecco la sua dichiarazione:

«Non mi ha sorpreso la lettera del gruppo di genitori del 3° circolo pubblicata nei giorni scorsi dalla stampa locale. Purtroppo è la conferma di quello che l’opposizione parlamentare, i sindacati della scuola, i docenti, le famiglie, gli studenti vanno dicendo da tempo, senza che il governo si sia mai degnato di dare loro ascolto. Proteste, scioperi, interrogazioni e mozioni parlamentari, ordini del giorno, denunce e inchieste sui mezzi di informazione non sono serviti a far desistere il ministro Gelmini dal suo piano di attacco alla scuola pubblica.

Mi sorprende, invece, e non poco, l’atteggiamento del dirigente scolastico provinciale Malaguti che, invece di farsi carico del disagio di insegnanti, genitori e studenti, riporta in sede locale il verbo del governo, venendo meno al ruolo istituzionale che gli imporrebbe maggiore imparzialità. Malaguti dimentica di essere un funzionario dello Stato: un conto è applicare leggi e ordinamenti, altro discorso è difendere orientamenti politici. Così facendo il professor Malaguti interrompe una proficua tradizione di collaborazione interistituzionale che durava da lungo tempo, sia in presenza di governi di centrodestra che di centrosinistra, nell’interesse delle istituzioni scolastiche locali. Arriva persino ad imputare al governo Prodi crediti delle scuole che invece – come ha confermato lo stesso ministero rispondendo alle nostre interrogazioni – risalgono al periodo 2002-2006.

Attaccando il Patto per la scuola, approvato ieri in Consiglio comunale anche da una parte dell’opposizione, appare sempre più come il portavoce del ministro Gelmini. Insomma, fa politica invece di fare il suo mestiere, che sarebbe quello di governare il complesso mondo della scuola nella nostra provincia. E in questo modo, oltretutto, tenta di oscurare la vera notizia, che non è il suo “no”, ma l’impegno concreto del Comune a favore della scuola locale.

Mentre il Governo taglia forsennatamente le risorse all’istruzione, gli enti locali, come il Comune di Modena che ha investito 11 milioni di euro, sono costretti a supplire alle carenze dello Stato e, benché oberati da mille difficoltà di bilancio, devono intervenire direttamente per far fronte alle necessità immediate della scuola. Da questo punto di vista, il rinnovo del Patto tra il Comune di Modena e le scuole statali primarie e secondarie di primo grado costituisce sicuramente un esempio di buona prassi amministrativa di sostegno all’autonomia scolastica. E il nostro dirigente scolastico farebbe bene a riconoscerlo, invece di indossare sempre più spesso la casacca politica del Governo».

PDModena, 6 novembre 2009

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“Scuola, Malaguti «boccia» il Patto”, di Anna Ferri

Quel «no»,anche se elegantemente addolcito snocciolando una serie di valutazioni sia positive che negative,ha comunque gelato la seduta del Consiglio comunale che ieri era dedicata all’approvazione del «Patto per la scuola».A «bocciare» l’accordo tra il Comune e le scuole elementari e medie è stato il dirigente scolastico Gino Malaguti,che ha sottolineato come il «patto sia una novità che porta vantaggi in termini di offerta formativa e importanti risorse finanziarie. Un atto importante, che rispetto,ma che non posso condividere al 100%». Per l’assessore all’Istruzione Adriana Querzè,che ieri ha presentato l’accordo,il dissenso del dirigente scolastico non è stata certo una sorpresa:«La sua firma non è necessaria.
Questo è un percorso che è iniziato nell’aprile dell’anno scorso e le priorità sono state discusse con genitori e docenti e deliberate dai dirigenti. Se il dirigente provinciale la vede diversamente – conclude l’assessore – se ne assumerà la responsabilità politica».
Udc e Pd uniti
Economicamente si parla di un impegno importante:33milioni di euro da dividere per tre anni (11milioni all’anno) che il Comune ha messo a disposizione delle scuole statali modenesi. Ma l’accordo, presentato dall’assessore Querzè, si pone anche alcuni obiettivi:promuovere il successo formativo,prevenire il disagio e l’abbandono scolastico,sostenere l’integrazione degli alunni disabili, favorire l’apprendimento linguistico e l’inclusione dei ragazzi stranieri, sostenere la partecipazione delle famiglie alle attività scolastiche e potenziare in modo coordinato l’offerta formativa territoriale.
Approvato con il voto favorevole del Pd e dell’Udc,il patto ha raccolto il plauso del Consigliere comunale Davide Torrini,che ha sottolineato l’esigenza di «rinnovare l’accordo anche per le scuole paritarie per evidenziare come tutte le scuole siano parte di un unico sistema pubblico».Tra i punti del patto,oltre 2milioni di euro destinati al sostegno di alunni disabili e 440mila euro per progetti di integrazione e laboratori di lingua.
Il «no» di Malaguti
L’adesione formale del dirigente dell’Usp al patto non era necessaria per la validità dell’accordo, che è stipulato nel campo dell’autonomia scolastica,ma segna una rottura tra Malaguti e l’assessore Querzè. Causa del dissenso del dirigente sono alcuni punti dell’accordo,tra cui «l’ingerenza delle istituzioni in campi come l’organico delle classi,che non può essere permessa»,e il fatto che non vengano prese in considerazione «le scuole paritarie, perchè una legge del 2000 comprende nella definizione di scuola pubblica sia le statali che le paritarie. Non considerarle è un peccato».E restando in tema, il dirigente punta il dito contro la mancata considerazione verso le normative successive al 2000,«tra cui la creazione degli istituti comprensivi, che poteva essere una novità e un impegno per il futuro».
Altro tema caldo il cosiddetto «stradario » (la divisione virtuale delle strade assegnate ad una scuola) che penalizza alcuni istituti,«dove ci sono classi con il 90% di stranieri, mentre non si dovrebbe superare quota 50%»,conclude Malaguti.

L’Informazione Modena, 6 novembre 2009

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