lavoro

Eutelia: il morso dell’alba

Vergognoso attacco ai lavoratori in presidio nella sede romana. A capo del raid, l’ex amministratore delegato

I lavoratori presidiano la sede romana di Eutelia. Come farli smettere? Con un attacco all’alba di militare fattura. Questo è quanto successo in risposta alla protesta simbolica dei lavoratori dell’Eutelia che, rimasti senza stipendio da alcuni mesi, hanno deciso di occupare l’azienda. La spedizione punitiva e liberatoria è stata condotta dall’ex Amministratore delegato di Eutelia, Samuele Landi.

Intorno alle 5.20, un piccolo “commando” è riuscito ad introdursi nella sede romana, forzando gli ingressi con piedi di porco. Quindi, fingendosi poliziotti, hanno intimato gli occupanti allo sgombero immediato. Le tensioni dovute all’atteggiamento violento dei vigilantes è stato sedato dall’arrivo della Polizia (vera) che è stata chiamata dai lavoratori spaventati.

“Come hanno già denunciato i sindacati dei lavoratori, ciò che è avvenuto stamattina nello stabilimento dell’Agile ex Eutelia, dove l’ex amministratore delegato ha fatto irruzione con un gruppo di agenti privati per sgomberare il presidio dei dipendenti in protesta, è un fatto gravissimo, di imbarbarimento dei rapporti tra le parti sociali”. Lo ha dichiarato la senatrice Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato.
“E’ ovvio che sul fatto specifico la giustizia farà il suo corso – ha continuato Anna Finocchiaro – ma la politica è chiamata a farsi carico con urgenza di due questioni. La prima riguarda il non più differibile intervento del governo per l’apertura di un tavolo di trattative a Palazzo Chigi al fine di risolvere la situazione dei lavoratori di quest’azienda, da mesi senza stipendio, come chiedono i sindacati da tempo. La seconda, e forse anche più penosa, riguarda il clima che si respira nel Paese, dove evidentemente più di qualcuno, ispirato anche da provvedimenti del governo, pensa da un lato di potersi fare giustizia da sé, coi vigilantes privati, e dall’altro di risolvere con la forza e in proprio una controversia tra proprietà e lavoratori di un’azienda. E’ un episodio di imbarbarimento dei rapporti tra le parti sociali contro il quale, visti anche i tempi di crisi economica, tutte le forze politiche devono sentirsi mobilitate. Faccio seguito alla richiesta già avanzata dai senatori del mio gruppo Roilo e Nerozzi – ha concluso Anna Finocchiaro – e chiedo al governo di venire al più presto nell’aula del Senato a riferire su questa vicenda”.

“Riteniamo esaurito il Tavolo di confronto istituito presso il ministero dello Sviluppo Economico e crediamo sia urgente un intervento diretto di Palazzo Chigi.”
Lo ha dichiarato Cesare Damiano, capogruppo commissione Lavoro, durante la conferenza stampa indetta oggi dal Partito Democratico sul grave episodio avvenuto questa notte allo stabilimento del gruppo Eutelia nel quale ha fatto irruzione un gruppo di guardie private guidate dal proprietario Samuele Landi.
“L’episodio gravissimo – ha detto Damiano – è solo l’ultimo di una situazione drammatica: è necessario sottolineare che non siamo in presenza di una classica crisi aziendale, ma di fronte ad un caso di cattiva gestione della proprietà che mette in ombra completamente il profilo industriale ed occupazionale. In definitiva si pone il problema se la proprietà attuale è adatta ad affrontare il processo di risanamento aziendale.”
“Il governo dunque intervenga innanzitutto per preservare le attuali numerose e significative commesse pubbliche che Eutelia ancora detiene. Inoltre è necessaria una nuova convocazione delle parti, bloccando nel frattempo le procedure di mobilità affinché si prospetti una diversa strategia industriale che salvaguardi gli assetti occupazionali: in gioco è il futuro di 1200 famiglie che non percepiscono più uno stipendio a causa di una direzione aziendale che non ha a cuore il loro futuro”.

“Chiediamo al governo di rispondere in Aula sui fatti che sono avvenuti questa mattina quando all’alba, come denunciato dalla Fiom Cgil, una quindicina di uomini, con a capo l’ex amministratore delegato della società Eutelia, Samuele Landi, ha fatto irruzione all’interno degli stabilimenti di Roma da giorni presidiati dai lavoratori in agitazione”. Lo hanno chiesto in un’interrogazione rivolta al Ministro dell’Interno, Roberto Maroni e al Ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, i senatori del Pd Giorgio Roilo e Paolo Nerozzi.
“Secondo quanto riportato dagli stessi sindacalisti – si legge nell’interrogazione – l’irruzione è stata compiuta con strumenti atti a diveltere le porte degli uffici e i lavoratori presenti in quel momento sono stati svegliati alla luce delle torce elettriche ed è stato loro intimato di esibire i documenti. Quest’ultima richiesta sarebbe stata avanzata da coloro che hanno compuitio l’irruzione facendo intendere di essere rappresentanti delle Forze dell’ordine”.
“Chiediamo quindi al Ministro Maroni e al Ministro Sacconi se i fatti rispondano al vero e se in tal caso non si sia in presenza di gravi violazioni tali da determinare l’iniziativa delle autorità giudiziarie competenti. Chiediamo inoltre si il governo non ritenga necessario convocare urgentemente un tavolo di confronto, presso la Presidenza del Consiglio, sul futuro industriale e occupazionale di Eutelia Agile al fine di scongiurare ulteriori momenti di tensione”.

A.Dra da www.partitodemocratico.it

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“Come Capitan Uncino. Fenomenologia di Landi, «il padrone»”, di Nicolò Businco
Il sito si chiama www.skydivetortuga.com. Nella home page spicca la foto di un paracadutista in volo e, sotto, c’è la scheda del «Capitano» del gruppo. Samuele Landi, nel sito dei paracadutisti aretini della tortuga, assume il nome di «Capitan Uncino » e sfodera un curriculum da far invidia a Rambo: sei Parigi-Dakar (tre in moto e tre in auto, precisa), 800 ore di volo, 1900 lanci e anche una specialità adeguata a un incursore, Il kickboxing. Fino a un mese fa c’era una foto in più: quella di un uomo con un coltello tra i denti e un cappellino a visiera guarnito da un teschio. È stata tolta,mai dipendenti avevano fatto in tempo a conservarla. E’ diventata il simbolo della loro protesta.
Che si tratti della stessa persona che è penetrata nottetempo nella fabbrica di cui era amministratore delegato non possono esserci dubbi.
La mail per i contatti è Samuele.landi@eutelia.it.Ecometutte quelle dello staff rimandano all’azienda.
D’altra parte, che esista una certa relazione tra l’attività imprenditoriale e quella sportiva di Samuele Landi, emerge anche da una coincidenza temporale quasi perfetta tra i primi lanci dal paracadute (nel 1999) e l’ingresso, in qualità di amministratore delegato, nella Eutelia Spa. Era il 1998. L’allora trentatreenne Samuele Landi – è nato il 27 agosto del 1965 – vantava già un certo curriculum professionale. Nel 1994, a soli 29 anni, era entrato nel consiglio d’amministrazione della «Finital Informatica Srl», «società attiva nella commercializzazione di computer e hardware per reti trasmissioni dati », oltre che «nello sviluppo software per il settore finanziario e assicurativo e per i servizi internet». Non male per un giovane che aveva concluso gli studi col diploma di perito tecnico commerciale all’Istituto Buonarroti della sua città natale. Ma va detto che anche l’espansione dell’impresa familiare è stata folgorante e repentina.
Angelo, il capostipite, nello spazio di un ventennio è passato dal ramo delle assicurazioni a quello finanziario, poi a quello delle telecomunicazioni (cogliendo al volo il lucrosissimo affare dei prefissi a pagamento) per arrivare a fondare la Eutelia e a farne uno dei primi cinque operatori di comunicazione fissa in Italia.
L’arrivo di Samuele (il più giovane di tre fratelli) ai vertici dell’azienda creò grandi aspettative. Quel metodo informale di comunicare con i lavoratori attraverso un blog nel quale naturalmente si firmava «il capitano » sorprese positivamente. Alcune stranezze apparvero come una manifestazione un po’ guascona di efficienza e modernità. «Poi è arrivato il Capitano – si legge in uno dei post del “collettivo dei lavoratori” – che, pur essendo lontano da noi culturalmente (l’esibizionismo della forza, i palestrati, non sono i nostri modelli di riferimento), abbiamo apprezzato perché sembrava dare segnali di discontinuità». In effetti i segnali arrivarono
subito. Come l’iniziativa di regalare ai dipendenti «Il metodo antistronzi» , il best seller di Robert Sutton il cui sottotitolo – «come creare un ambiente di lavoro più civile e produttivo o sopravvivere se il tuo non lo è» – suona oggi beffardo.
I post del blog dei dipendenti a partire dal 2008 racconta un autentico psicodramma collettivo. Samuele Landi, almeno all’inizio, vi prende parte attivamente. È suo un messaggio dell’inizio di quell’anno, quando i timori sul futuro dell’azienda hanno cominciato a diffondersi: «State tranquilli,non rallentate e applicate/ applichiamo “Il metodo anti-stronzi”.
Quel libro non vi è stato regalato per sbaglio, ma rappresenta la base del sistema di gestione aziendale 2008. Un saluto dai tempestosi mari della West Africa». Qualche mese dopo l’operazione Crisalide e le accuse di evasione fiscali e di falso in bilancio.
Ed ecco un post della fine di quell’anno: «lavorare in Eutelia è come lavorare in una caverna. fuori dal mondo, con tutti che ti mettono i piedi in testa e senza sapere dove e se si sbucherà da qualche parte». Ma ancora c’è chi spera. Fino all’ultimo. È struggente il tono di un messaggio che appare poco dopo. Un appello al Capitano, un invito a tornare sui suoi passi: «Hai idea di cosa potrebbe significare una inversione di tendenza? Il dire all’ultimo istante: credo nei miei dipendenti, farò vedere al mondo come si risana un’azienda.
Beh, Capitano: una cosa così penso che scatenerebbe l’orgoglio e la riconoscenza delle persone». Chissà se Samuele Landi l’ha mai letto.

L’Unità, 11 novembre 2009

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“Eutelia: Raid con mazze di ferro. Assalto al presidio degli operai”, di Eduardo Di Blasi

Gino è ancora scosso per quello che è successo l’altra notte. Sotto il palazzo che fu di Edisontel, in via Bona 67, dentro la Tiburtina Valley, rimugina: «Ancora non mi rendo conto se sia stata una cosa reale… Cioè, non può essere stata una cosa reale… ». Dormiva nella sua branda l’altra notte, all’interno dell’azienda del gruppo Omega che ha assorbito l’ex Agile/Eutelia. La branda è una di quelle messe a disposizione dalla Protezione Civile giorni fa dopo un accordo con la Prefettura sulla pacifica occupazione dello spazio di lavoro sorta a seguito di una delicata situazione aziendale, con l’impresa che vorrebbe licenziare 1192 lavoratori in tutta Italia,284solo nella sede di Roma dove oggi sono 460.

IL RAID
Alle cinque e venti di mattina, in via Bona 67, da un furgone Ducato bianco (ancora parcheggiato all’esterno ma con le gomme adesso bucate) sono scese una quindicina di persone. Hanno tagliato la catena che gli operai avevano messo a chiudere il cancello. Poi, con un piede di porco, hanno aperto la porta a vetri che si incontra subito sulla destra. Sono entrati nei locali urlando e dando calci alle porte. «Un uomo – racconta Gino – mi ha puntato una torcia sul viso e ha chiesto i miei documenti dicendo di essere della polizia. Era vestito di nero ». Anche gli altri erano vestiti di nero. Avevano un berretto e una scritta sulla divisa. Erano dei vigilantes, ma nel buio della notte si qualificavano come poliziotti. L’uomo che ha chiesto i documenti a Gino in verità non era nemmeno un vigilantes. Era uno dei consiglieri d’amministrazione diEutelia, quel Samuele Landi che già ne fu amministratore delegato. Era lui a guidare il manipolo che ha radunato gli operai nell’atrio centrale provando a cacciarli dalla «proprietà». Gino a quel punto, ha avuto un lieve malore. Ha chiesto di poter andare in bagno. Uno dei vigilantes gliel’ha impedito dicendo che poteva andarla a fare fuori. Di lì a poco è arrivata la polizia, chiamata dagli operai. Ha chiesto i documenti. Ma questa volta agli uomini del commando. Ha anche acquisito il filmato girato da un giornalista di RaiTre che voleva filmare l’occupazione e si è trovato dentro il blitz. Non è una storia semplice da raccontare quella di Eutelia e dei suoi operai «ex». Gloriana Bracale, della rsu aziendale, nello spiegarci delle tante scatole che di volta in volta hanno raccolto i loro contratti, cita le vecchie aziende, alcune acquistate da Eutelia al prezzo simbolico di un euro: «Ex Olivetti, ex Getronics, ex Bull, ex Eunics, ex Noicom, ex Edisontel, ex Eutelia»… Fino alla Agile srl che nel maggio scorso avrebbe dovuto traghettare 1197 dipendenti in una società che aveva un capitale sociale di 96mila euro (80 euro a testa). O alla Omega, che, miracolo della finanza, mentre chiede il licenziamento dei 1200lavoratori della Eutelia/Agile di cui è diventata proprietaria a giugno, acquista la Phonomedia (call center da 6mila lavoratori, anche loro senza stipendio da mesi).

L’ULTIMO STIPENDIO
Gino l’ultimo stipendio l’ha preso a luglio scorso. Nella sede Agile/Eutelia di San Giovanni a Teduccio, a Napoli, da settimane non hanno la corrente elettrica. E così lui non può lavorare. Hanno ragione Gloriana e gli esponenti politici, da Cesare Damiano a MauroMiccoli a Roberto Morassut all’assessore al Bilancio del Lazio Luigi Nieri giunti ieri a dare solidarietà ai lavoratori del gruppo: «La crisi industriale con il fallimento di questa azienda non c’entra niente». Chiedono l’intervento della Presidenza del Consiglio, visto il fallimento di tutti gli incontri fissati al ministero dello Sviluppo Economico in questi mesi.

L’Unità, 11 novembre 2009

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“Dal Pd all’Idv: «Episodio grave Palazzo Chigi intervenga subito»”

Pd, Idv e le forze di sinistra alzano la voce per difendere i lavoratori dell’Eutelia. Se Di Pietro chiama in causa la magistratura con un esposto «sugli oscuri passaggi di proprietà che hanno coinvolto» l’azienda, il Pd ha convocato ieri una conferenza stampa a Montecitorio, con una rappresentanza dei lavoratori dello stabilimento romano, in cui ha presentato una interpellanza urgente al governo (che andrà in aula probabilmente domani) in cui chiede di convocare le parti a palazzo Chigi e di «intervenire con urgenza per preservare le numerose commesse pubbliche» del gruppo. Cesare Damiano, Roberto Morassut e il senatore Giorgio Roilo hanno parlato di una vicenda «opaca», di una proprietà «incline alle provocazioni» e hanno posto come prima condizione di «interrompere le procedure di mobilità che rischiano di portare a 1200 licenziamenti
a dicembre». Damiano ha definito «gravissimo» l’episodio della notte tra il9 e il 10 novembre.
«Non siamo di fronte a una classica crisi, ma a una cattiva gestione ». «L’azienda ha mercato e importanti commesse, con lo Stato e con il Comune di Roma», ha aggiunto Morassut. «Per questo i 1200 licenziamenti sono ingiustificati». Sono mesi che i parlamentari Pd sollecitano con varie interpellanze l’intervento del governo sulla vicenda Eutelia. «Ci hanno sempre risposto
che la situazione era sotto controllo », polemizza il deputato Vinicio Peluffo. «Il governo riferisca al più presto in Senato», chiede Anna Finocchiaro.
La data scelta dall’esecutivo per riferire è il 17 novembre, alla commissione Industria di palazzo Madama. Condanna dell’episodio e sostegno ai lavoratori dal vicepresidente
della Regione Lazio Esterino Montino che parla di «pratiche di tipo squadristico» e dal presidente della Provincia di Roma Zingaretti. Di «squadracce fasciste » parla anche il leader Prc Ferrero.
Una «spedizione punitiva» per il leader di Sl Nichi Vendola.

L’Unità, 11 novembre 2009

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Ex Eutelia, blitz di guardie private per sgombrare l’azienda occupata

ROMA – Aprire immediatamente un tavolo di confronto presso la presidenza del Consiglio per valutare la situazione dei lavoratori Agile e le prospettive della vicenda ex Eutelia. A chiederlo è la Fiom-Cgil in una conferenza stampa convocata d’urgenza dopo il blitz di stamattina nello stabilimento romano del gruppo, nel quartiere Tiburtino. Qui, una dozzina di guardie private guidate dall’ex amministratore dell’azienda, Samuele Landi, ha fatto irruzione poco prima dell’alba cercando con intimidazioni e minacce di mandar via i dipendenti che da giorni occupano la sede per protesta contro licenziamenti annunciati e il ritardo nei pagamenti.

Il blitz dei vigilantes
Testimone oculare del blitz è stata, tra l’altro, una troupe del del programma “Crash” di Rai Educational: “Una quindicina di guardie private hanno fatto irruzione urlando e intimando minacciosamente ai dipendenti di uscire. Il gruppo di guardie – racconta la redazione di Crash – dichiarava di essere della polizia. Alla vista della telecamera di un giornalista della Rai, i finti poliziotti guidati dal proprietario dell’azienda Samuele Landi chiedevano alla troupe i documenti. Il giornalista Federico Ruffo si è accorto di non avere davanti dei poliziotti e a quel punto rifiutava di consegnare i documenti e chiamava la polizia”.

Arriva la polizia
Poco dopo le 4,30, secondo il racconto dei testimoni di “Crash”, la polizia arriva in azienda, identifica i componenti della “squadra” e l’ex amministratore e li fa uscire dallo stabilimento. Il filmato dell’irruzione, girato dalla troupe Rai, sarà consegnato alla Digos. A questa testimonianza segue poco più tardi la denuncia della Fiom che parla di “squadraccia”: “Con i piedi di porco – accusa la Fiom Cgil – hanno divelto le porte degli uffici, hanno svegliato i lavoratori che presidiavano la sede puntando loro negli occhi le torce elettriche, spacciandosi per poliziotti, chiedendo i documenti, minacciando gli stessi lavoratori e impedendo loro di muoversi. L’immediato arrivo delle forze dell’ordine, chiamate dai lavoratori, ha evitato il peggio visto l’atteggiamento violento e arrogante di questi loschi personaggi”.

La vertenza
L’irruzione romana rappresenta il punto più alto della tensione raggiunta in una vertenza nazionale che al momento non vede sbocchi. L’Agile (gruppo Omega) è una delle aziende che ha rilevato di recente attività, debiti e dipendenti dell’ex Eutelia, grande azienda delle telecomunicazioni con sedi e stabilimenti in tutta Italia: oltre Roma, Pregnana Milanese, Bari, Napoli e Ivrea. Con l’ultimo piano di ristrutturazione, il gruppo ha deciso di mettere in mobilità 1.992 dipendenti e inoltre da luglio non paga gli stipendi. Per questo sono in corso proteste e occupazioni nelle varie sedi. Non sono serviti a nulla neppure gli incontri al ministero, nell’ultimo dei quali l’azienda si era impegnata a versare le retribuzioni entro ottobre.

Le reazioni sindacali
Durissimi i commenti da tutto il mondo sindacale, dalle istituzioni e dalla politica al blitz di Roma. Gianni Rinaldini per la Fiom e Susanna Camusso per la Cgil nazionali hanno parlato di “squadrismo al di fuori delle regole democratiche”. Con la Cgil, anche la Fim Cisl chiede l’intervento della presidenza del consiglio, parlando di “fatto gravissimo e inaccettabile”, di un “atto intimidatorio che richiama logiche violente estranee alla vita sindacale e alla storia democratica del nostro paese”. Fiom e Fim, con la Camera del lavoro Roma Est hanno presentato un esposto congiunto alla procura. Di “ignobile aggressione” parla la Uilm che giudica il blitz “il risultato della giustizia fai-da-te” il cui rischio era connesso all’autorizzazione delle ronde.

Le reazioni politiche
“Un fatto gravissimo – ha detto Anna Finocchiaro, capogruppo pd al Senato – di imbarbarimento dei rapporti tra le parti sociali, contro il quale tutte le forze politiche devono mobilitarsi”. Finocchiaro chiede che il governo riferisca alle Camere sulla vicenda. Di “atto vergognoso e infame” parla Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione comunista-Se: “E’ la prima volta dai tempi del fascismo che una fabbrica viene sgomberata da una squadraccia paramilitare privata”. Dichiarazioni di condanna sono arrivate da moltissime sigle della sinistra, dai presidenti delle Province di Roma, Viterbo e Arezzo, da esponenti sparsi di Pd e Italia dei valori, liberali Rete riformista.

Lo sciopero
Il 17 novembre i lavoratori del gruppo Omega, di cui fa parte anche Agile (ex Eutelia) incroceranno le braccia e scenderanno in piazza con una manifestazione nazionale a Roma per denunciare il mancato pagamento dello stipendio e dei contributi previdenziali da tre mesi

La Repubblica, 11 novembre 2009

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“«Ora basta, questo clima sudamericano deve terminare». Intervista a Guglielmo Epifani”, di R. G.

Adesso basta. Non è tollerabile che in Italia un gruppo di lavoratori che difendono pacificamente il loro posto venga aggredito da squadristi incappucciati al soldo di un manager irresponsabile. Nemmeno i padroni delle ferriere si comportavano così, questo è un clima da dittatura sudamericana. È bene che il governo e la politica intervengano subito per fermare e reprimere questi fenomeni. La Cgil starà con i lavoratori in lotta e non si farà intimidire da queste azioni». Guglielmo Epifani è arrabbiato e preoccupato. Il segretario della Cgil aggiorna il lungo elenco delle aziende in crisi, delle chiusure, del ricorso alla cassa integrazione che in molti casi sta per finire lasciando migliaia di lavoratori senza un futuro certo. Ripete da mesi l’allarme per la tenuta del tessuto sociale davanti a una crisi che avrà i suoi effetti più pesanti sull’occupazione nei prossimi mesi. Mal’allarme suona a vuoto a Palazzo Chigi. Berlusconi pensa ad altro.
Epifani, l’aggressione ai lavoratori ex Euteliaapreuna nuovafase nella crisi di questo autunno italiano?
«È un fatto gravissimo. Vedo in questa azione violenta una vera minaccia alle regole democratiche della nostra vita sociale, delle nostre relazioni industriali. Proprio nel momento in cui più grave è la crisi e più pesanti sono i suoi effetti sulle famiglie, nessuno può pensare di cercare scorciatoie come l’aggressione e la minaccia ai lavoratori. È un fatto che la Cgil denuncia con forza, così come hanno fatto la Fim-Cisl e le forze politiche. Quello che è accaduto all’ex Eutelia non si deve ripetere, spero che il governo lo comprenda e agisca di conseguenza».

Cosa la preoccupa?
«Mi preoccupa che ci sono centinaia di aziende in difficoltà o addirittura che stanno chiudendo, migliaia di lavoratori sono in lotta, molte fabbriche sono presidiate. Nons i può pensare che questa emergenza economica e sociale venga affrontata con provocazioni e violenze squadriste. C’è un limite che non si può superare. Il governo deve dare risposte più incisive alla crisi, lo chiediamo e lo ripetiamo da tempo, ma qui si parla d’altro, della riforma dei processi, della prescrizione. Prima occupiamoci della gente senza lavoro, di chi non sa come arrivare alla fine del mese».

La vertenza ex Eutelia si trascina da mesi,senza soluzione, pare non interessi nessuno…
«È una vertenza difficile, per questo abbiamo sollecitato la presidenza del Consiglio a prendere in mano la situazione. Il gruppo ex Eutelia ha quasi diecimila dipendenti, si occupa di informatica e di call center, gestisce aspetti delicati della comunicazione pubblica e ha una proprietà complessa, da ricostruire. Aggiungo che la società avrebbe anche un mercato di un certo interesse se fosse gestita con criteri razionali e seri. Invece non paga gli stipendi, mette in mobilità e in cassa integrazione i lavoratori. Non si capisce cosa vogliono fare e se hanno una strategia per il futuro. Il governo deve richiamare l’azienda alle sue responsabilità».

Il primo passo qual è?
«Un tavolo di confronto a Palazzo Chigi. Solo così si può arrivare a una soluzione razionale del problema. Almeno cerchiamo di risolvere la vertenza prima che il quadro si deteriori ulteriormente».

Potrebbe non bastare il richiamo alla responsabilità.
«Abbiamo proposto uno sciopero unitario per sostenere la lotta dei lavoratori ex Eutelia. Penso che su questi temi ci può essere una forte convergenza delle organizzazioni sindacali e delle forze politiche».

Sabato la Cgil sarà di nuovo in piazza a Roma. Perchè?
«È un’iniziativa forte e importante che ha già raccolto molte adesioni e che si inquadra nel lungo, più ampio impegno della Cgil per dare voce al mondo del lavoro. Porteremo aRoma i volti della crisi, quelli che gli italiani non possono vedere ai tg della sera: i cassintegrati, gli operai delle fabbriche, i precari che hanno perso il lavoro e il reddito. Chiederemo ancora al governo di estendere la cassa integrazione oltre le 52 settimane, di aiutare i precari, di sostenere i redditi dei lavoratori e dei pensionati anche con una più giusta politica fiscale. Andremo avanti, non ci fermeremo sabato»

L’Unità, 11 novembre 2009