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“Pil +0,6% ma l’Italia in ritardo rispetto all’Europa. Nuovo record del debito pubblico”, di Cosimo Pierre

L’Italia è fuori dalla recessione. L’Istat, nella sua stima preliminare, certifica che il pil nel terzo trimestre cresce dello 0,6% rispetto al trimestre precedente: è la prima volta dopo una sequenza di cinque trimestri consecutivi negativi. Rispetto allo stesso periodo del 2008 il calo è del 4,6%, mentre la crescita acquisita per il 2009, che si avrebbe con un ultimo trimestre piatto, si attesta a -4,8%.

Ma gli economisti guardano soprattutto al gap di crescita che il Paese ha accumulato rispetto agli altri paesi europei. Un ritardo diventato ormai strutturale. I segnali di ripresa «ci sono», ma «è stato fatto poco per il futuro»: per uscire dal gap nella crescita di lungo periodo che l’Italia sconta rispetto al resto dell’Europa, è necessario «affrontare i nodi strutturali» e sono indispensabili «investimenti in capitale materiale e umano», è il punto di vista di Fiorella Kostoris, professore ordinario di Economia alla Sapienza di Roma.

Nuovo record del debito pubblico

Il debito ha raggiunto la cifra provvisoria di 1.786,8 miliardi in crescita rispetto ai 1.757,4 miliardi segnalati in agosto. Quest’ultimo dato aveva superato di poco il livello di luglio (1.754,1 miliardi). Lo segnala la Banca d’Italia nell’ultimo numero del suo Bollettino statistico. Con il nuovo livello raggiunto, il debito pubblico «pro-capite» in valori assoluti sfiora la soglia dei 30 mila euro per ciascuno dei 60 milioni di cittadini residenti in Italia, dai neonati agli ultraottantenni: si è infatti arrivati al valore di 29.760 euro di debito a testa. A settembre il debito pubblico ha registrato una accelerata, mettendo a segno un incremento di circa 30 miliardi rispetto al mese precedente, quando si era attestato a 1.575,5 miliardi di euro. Rispetto alla fine di dicembre 2008, quando il debito si era attestato a 1.663 miliardi, l’incremento è di 123,8 miliardi, pari al 7,4%. Se si considera che il Pil ha registrato nello stesso periodo una contrazione è facile capire che anche il rapporto Debito-Pil italiano – come del resto indicano le previsioni sia del governo sia degli osservatori internazionali – segnerà un aumento.

La crescita del debito a settembre – secondo le tabelle elaborate dalla Banca d’Italia – è attribuibile in gran parte alle amministrazioni centrali. Il loro debito sale da 1.653,89 a 1.683,1 miliardi. Nessuna crescita del debito registrano invece le amministrazioni territoriali: nel complesso il loro debito pubblico sale da 130 a 130,3 miliardi. Le Regioni mettono a segno una flessione da 42,6 a 42,2 miliardi, le province rimangono a 9,1 miliardi e i comuni passano da 48,6 a 48,9 miliardi. La suddivisione regionale mostra una dinamica crescente per gli enti territoriali del Sud (da 25,2 a 25,6 miliardi) e delle Isole (da 8,8 a 8,9 miliardi) una riduzione nel nord Ovest (da 30,2 a 29,9 miliardi) e una situazione sostanzialmente stabile nel Nord Est (a 16,2 miliardi) e al Centro (a 29,9 miliardi).

Calo del gettito fiscale

Si accentua la flessione delle entrate che nei primi nove mesi segna una riduzione del 3,5% rispetto allo stesso periodo del 2008. In valore assoluto nelle casse dell’erario sono arrivati circa 9 miliardi in meno, per l’esattezza 8 miliardi 978 milioni. E’ quanto emerge elaborando i dati statistici contenuti nel supplemento Finanza pubblica della Banca d’ Italia. Nei primi otto mesi il calo cumulato si era fermato al 2,5%: pesa infatti l’andamento del gettito di settembre che lascia sul terreno circa 2,4 miliardi scendendo dai 22,5 miliardi del 2008 ai 20,1 miliardi del 2009.
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