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“Processo breve, magistrati: a rischio il 30% dei processi”, di Dario Del Porto

Porte chiuse alla giustizia. È allarme fra i magistrati per la riforma sulla prescrizione breve, che rischia di cancellare circa il 20-30 per cento dei processi in corso davanti ai giudici napoletani. Ma c´è preoccupazione anche per la carenza di strutture e personale in due sezioni distaccate del Tribunale di Napoli, Marano e Ischia che non sono più in grado di funzionare come denunciato dal presidente Carlo Alemi in una lettera inviata al ministro della Giustizia Angelino Alfano.

Al Guardasigilli, il presidente del Tribunale chiede la chiusura delle due sedi: uffici che amministrano giustizia in territori estesi, densamente popolati, flagellata dall’abusivismo l’isola Verde e permeato da una criminalità potente e diffusa il comprensorio a Nord del capoluogo. Eppure entrambi non possono più rimanere aperti a causa di gravissime carenze strutturali e di sicurezza (i locali sono fatiscenti, degradati e ritenuti non in grado di tutelare l´incolumità di utenti e addetti ai lavori) e per la ormai cronica mancanza di personale amministrativo. Situazioni più volte segnalate nei mesi scorsi ma che fino ad oggi non hanno trovato adeguata risposta. Da qui la clamorosa decisione di Alemi sulla quale adesso sarà via Arenula a dover fornire una risposta.

«A Napoli sono a rischio tra i 30 mila e i 50 mila procedimenti” Sottolinea il procuratore capo di Napoli, Giovan Domenico Lepore, in merito al ddl sul processo breve a margine di un incontro organizzato dal Csm tra i capi degli uffici requirenti italiani. Il capo della Procura napoletana ha messo in evidenza che i dati sono ancora provvisori e in corso di elaborazione. Nella Procura partenopea, ha spiegato, “abbiamo un problema al casellario giudiziario in cui oggi non sono ancora inserite 12 mila sentenze».

I magistrati sono pessimisti e la stima del ministro Alfano, che ha parlato di rischio cancellazione solo per l´un per cento dei procedimenti, appare «irrealistica» agli occhi delle toghe almeno per quanto riguarda Napoli, dove l´Anm prevede conseguenze su un numero di processi compreso fra il 20 e il 30 per cento. Tanti, anche se forse meno di quanto si era temuto. Sul dato napoletano potrebbe aver influito il numero di procedimenti con imputati pregiudicati e come tali esclusi espressamente dalla legge al vaglio del Parlamento. Le statistiche ufficiali saranno però rese note solo oggi a Palazzo dei Marescialli.

E venerdì incrociano le braccia gli avvocati penalisti per sollecitare contro l´emergenza carceri e contro l´inasprimento del regime duro previsto dall´articolo 41 bis dell´ordinamento penitenziario. La Camera penale presieduta da Michele Cerabona e l´associazione “Il carcere possibile onlus” hanno indetto per sabato una “Giornata per la legalità della pena”: alle 10 in piazza dei Martiri sarà allestita una cella virtuale per sensibilizzare i cittadini sulla realtà carceraria, alle 15 dibattito al Politeama, infine un concerto per la legalità della pena con Enzo Avitabile.

La Repubblica, 24 novembre 2009