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“Berlusconi contro la Consulta e il Quirinale. Bersani: ‘In piazza anche per questo'”, di Ma. Lau.

“In Italia la sovranità appartiene al popolo e il Parlamento fa le leggi”. Però, Berlusconi deve andare al congresso dei Popolari europei e ha studiato la Costituzione è il primo moto di stupore che coglie l’ascoltatore..

“Ma se queste non piacciono al partito dei giudici questo si rivolge alla Corte Costituzionale e la Corte abroga la legge”. Uhm, Silvio…nn è un fatto di piacere, non c’è un’azione-reazione, dai non fare le solite battute…e “per questo stiamo lavorando per cambiare la situazione anche attraverso una riforma della Costituzione”. Ecco…non sta scherzando… “la Consulta non è più un organo di garanzia, ma un organo politico, composto per 11 membri su 15 da esponenti di sinistra, per via del fatto che ci sono stati tre presidenti della Repubblica di sinistra. La sinistra è allo sbando e cerca di avere ragione attraverso i processi. Dall’altra parte c’è una maggioranza coesa e forte – sì? quante fiducie siamo arrivati? Quasi 40… – con un premier super – oddio non bastava il presidente operaio! – C’è una sinistra che ha attaccato il presidente del Consiglio su tutti i fronti inventandosi calunnie e chi crede in me è ancora più convinto. Tutti si dicono: ‘Dove si trova uno forte e duro, con le palle come Silvio Berlusconi?’”. Bè proprio tutti no…

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dirama un comunicato di poche righe, ma durissimo: “In relazione alle espressioni pronunciate dal Presidente del Consiglio in una importante sede politica internazionale, di violento attacco contro fondamentali istituzioni di garanzia volute dalla Costituzione italiana, il Presidente della Repubblica esprime profondo rammarico e preoccupazione. Il Capo dello Stato continua a ritenere che, specie per poter affrontare delicati problemi di carattere istituzionale, l’Italia abbia bisogno di quello “spirito di leale collaborazione” e di quell’impegno di condivisione che pochi giorni fa il Senato ha concordemente auspicato”.

Oggi e domani il PD è in 1000 piazze all’insegna dello slogan “sempre i problemi suoi, mai i problemi nostri”.
Non pensavamo di essere così facili profeti, ed è Rosy Bindi, presidente dell’Assemblea nazionale del PD, a ricordarlo: “Anche all’estero Berlusconi continua a parlare dei problemi suoi e mai dei problemi degli italiani. E’ come un disco rotto. Attaccando i presidenti della Repubblica, la Corte Costituzionale e la magistratura e l’opposizione dimostra solo di non essere uno statista. Ma si rassegni: il Paese non è a sua disposizione e noi non permetteremo alcun stravolgimento della Costituzione e difenderemo l’autonomia della Consulta e l’indipendenza della magistratura. Piuttosto dimostri, se ne è capace, di saper governare, di affrontare le emergenze del Paese: dalla disoccupazione crescente al rischio povertà di milioni di famiglie, dalla perdita di competitività delle imprese all’impoverimento del sistema di welfare”.
Lo stesso Pier Luigi Bersani ritiene le parole del premier “un motivo in più per scendere in piazza, anche perché queste frasi sconsiderate hanno, dal punto di vista di Berlusconi, il merito di coprire il grande tema economico e sociale. Noi abbiamo problemi enormi in questo momento nel paese, dei quali non riusciamo mai a parlare perché siamo sempre attorno ai suoi problemi. Con questa iniziativa in mille piazze in questi giorni noi diremo la nostra, sia sul versante della democrazia che su quello dei problemi sociali”.
Ilsegretario era stato tra i primi a intervenire: “I popolari europei hanno avuto modo di constatare direttamente cos’è il rischio di populismo. Sono convinto che anche loro se ne preoccuperanno perché il centrodestra in Europa sa bene cos’è una Costituzione, cosa vuol dire picconare una Costituzione e a quali esiti può portare. Le parole di Napolitano sono ferme e sagge perché dal premier abbiamo sentito frasi violentissime e sconsiderate. Il Pd sarà in piazza anche per difendere l’impianto istituzionale”.
La vicepresidente del PD, Marina Sereni, riassume il discorso in due frasi: “Un comizio indecente contro il presidente della Repubblica e i suoi predecessori, contro la Corte Costituzionale, contro i magistrati, contro l’opposizione democratica. Berlusconi è vittima di un’ossessione, i suoi processi gli impediscono di occuparsi dei problemi reali delle famiglie, dei lavoratori, delle imprese italiane”.

Parole indecenti, per questo il PD, con il capogruppo Dario Franceschini, ha chiesto formalmente che Silvio Berlusconi venga in Aula a Montecitorio a ripetere testualmente quello che ha detto, in modo non più accettabile, di fronte ad un consesso internazionale riguardo la Corte Costituzionale. Il Presidente del Consiglio, ha aggiunto Franceschini, “deve accettare un confronto parlamentare”.
Per Andrea Orlando, presidente del Forum sulla giustizia del PD, è stato un dejavu: “Una situazione che purtroppo gli italiani conoscono bene: parole gravissime in cui si mescolano accuse ai giudici, drammatizzazione e divisione verso altre istituzioni come la magistratura e la Corte costituzionale, auto-elogio. Come avranno preso al Ppe l’idea di Berlusconi che in nome del consenso dei cittadini per i propri interessi si possano cambiare le regole e la stessa Costituzione? Un linguaggio populista, lontano da quello dei conservatori e dei popolari degli altri paesi europei. Berlusconi è riuscito a mettere in
imbarazzo la Merkel e a dare una raffigurazione da esportazione del suo populismo”.

Già perché l’importante sede politica internazionale citata dal Quirinale è la platea del congresso del PPE dove Angela Merkel non commenta e il neopresidente del Ppe Wilfried Martens si arrampica sugli specchi: “Dopo la prima guerra mondiale è il primo in Italia ad avere una maggioranza così forte”. Ma a chi chiede se ciò equivalga a un appoggio alle dichiarazioni di Berlusconi sui giudici, risponde: “Mi limito a quello che ho detto”.

David Sassoli, capodelegazione del Pd al Parlamento Europeo, accusa il premier di “aver messo in imbarazzo gli italiani davanti a tutta l’Europa. L’Italia avrebbe bisogno di un governo che tenga insieme la comunità nazionale, invece abbiamo un Presidente del Consiglio che divide il Paese, colpisce gli organi di garanzia e ci isola sempre più dalla scena europe”.

Ancora più duro il vicesegretario del PD, Enrico Letta: “Berlusconi è antitaliano e il suo comportamento deprecabile. Con le dichiarazioni sconcertanti espresse oggi a Bruxelles il presidente del Consiglio ha fatto danno al suo Paese. Ha fatto lui quello che tante volte ha accusato altri di fare. Ha denigrato ingiustamente l’Italia e le sue istituzioni all’estero. E lo ha fatto proprio nella sede più europea della capitale d’Europa”.

Le lezioni di Costituzione. “Per fortuna di tutti l’ordinamento italiano e la Costituzione vigente prevedono organi di garanzia e il controllo dell’operato di qualsiasi potere e ordine, magistratura compresa”, scrivono in una nota il presidente, il vicepresidente e il segretario dell’Anm, Luca Palamara, Gioacchino Natoli e Giuseppe Cascini. “Ovviamente la Corte costituzionale – spiegano – come in ogni Paese del mondo che ne preveda l’esistenza, giudica le leggi approvate dalle maggioranze parlamentari, di qualsiasi colore e orientamento politico. E la Costituzione, come spiega qualsiasi manuale di Educazione civica, la colloca tra gli organi di garanzia e non tra le articolazioni della magistratura”.
Già, la sovranità appartiene al popolo. Ma il premier, studente smemorato, ha perso un passaggio: “La sovranità appartiene al popolo nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Lo dice l’articolo 1 della Costituzione e lo ricorda il senatore del Pd Stefano Ceccanti che vorrebbe conoscere in proposito “l’autorevole opinione del presidente del Senato Schifani, seconda carica dello Stato nonché supplente del Presidente della Repubblica”. Ma Schifani, imbarazzato preferisce tacere mentre è il presidente della Camera a far notare sia ciò che dice l’articolo 1, proprio come Ceccanti che gli articoli 134 e 136 che “indicano chiaramente il ruolo di garanzia esercitato dalla Corte costituzionale. E’ la ragione per la quale le parole di Silvio Berlusconi, secondo cui la Consulta sarebbe un organo politico, non possono essere condivise; mi auguro che il premier trovi modo di precisare meglio il suo pensiero ai delegati del congresso del Ppe per non ingenerare una pericolosa confusione su quanto accade in Italia e sulle reali intenzioni del governo”. Berlusconi replicherà con 10 parole: “Non ho nulla da chiarire anzi, sono stanco delle ipocrisie”.

Il PD in difesa del Capo dello Stato.
“Le preoccupazioni del presidente Napolitano sono le nostre – fa poi sapere Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato – Noi abbiamo il dovere di respingere affermazioni di tale gravità e di assicurare i cittadini, le famiglie e i lavoratori circa il proprio impegno nel difendere la democrazia italiana e nel cercare testardamente la via delle riforme, mantenendo vive le istituzioni. E’ triste aver assistito all’ennesimo show indecente del Presidente del Consiglio. Le sue volgarità, il suo populismo, le gravi accuse rivolte a Capi di Stato del nostro Paese, gli ennesimi attacchi alla Consulta, alla Magistratura e alla nostra Carta Costituzionale fanno parte di un cliché sempre più preoccupante ma sempre più stantio. Credo che l’Europa e i suoi stessi alleati, che conoscono i valori della democrazia e di una carta costituzionale, si stiano rendendo conto dell’incapacità di Berlusconi a governare il nostro Paese. L’ossessione per i suoi problemi giudiziari impedisce addirittura al premier di parlare di altro, anche in consessi internazionali. Ma forse l’altro non c’è, perché questo governo non ha fatto niente altro per il nostro Paese”.

Ettore Rosato, deputato PD, ricorda lo scandalo vero: “Il Parlamento che lavora un giorno la settimana. Berlusconi è inaudito, accusa i presidenti Scalfaro, Ciampi e Napolitano solo perché hanno svolto e svolgono il loro compito in modo ineccepibile e super partes, e mentre pensa solo a evitare di essere giudicato come tutti gli altri cittadini, il parlamento lavora un solo giorno la settimana con grande imbarazzo da parte nostra. Questo sì che è un vero scandalo. L’Italia si merita un altro presidente del Consiglio”.

Sarà Bersani, durante la presentazione di 1000 piazze, a tornare sul comunicato del Quirinale: “Le parole del Presidente della Repubblica sono, come al solito, molto sagge e ferme. Se e’ preoccupato Napolitano lo sono anch’io. Tuttavia credo, e penso questa cosa valga anche per Napolitano – ha aggiunto Bersani – che questo paese abbia la forza di difendere la Costituzione. Di rinnovarla ma di difenderla. Berlusconi sbagli i suoi calcoli, gli italiani non sono disponibili a seguire Berlusconi in un’avventura populistica e plebiscitaria. Se vuole portarci fuori dal terreno costituzionale non ci riuscirà perché non siamo d’accordo. E gli diciamo che forse sottovaluta il fatto che gli italiani, come han dimostrato, fin che si scherza si scherza, ma quando arrivi ai principi fondamentali dell’ordinamento democratico non sono disposti a questa avventura”. Per il Pd, “il primo punto e’ impedire che la nostra democrazia prenda una curvatura plebiscitaria. Non so cosa Berlusconi abbia in testa ma con queste frasi violentissime e sconsiderate, per di più pronunciate all’estero, il Presidente del Consiglio allude a un sistema che non e’ il nostro, a una repubblica che non è costituzionale. Bisogna che Berlusconi ci dica dove vuole portarci perché noi non andremo dove vuole andare lui”.

www.partitodemocratico.it, 11 dicembre 2009