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“Finanziaria, sindaci in piazza. Anci: «È rottura col governo»”

Lavoratori, imprese, famiglie e adesso, ufficialmente, anche i Comuni. È proprio vero che questa legge Finanziaria distribuisce qualcosa a tutti, peccato che la merce offerta in abbondanza sia quella che nessuno vuole, il malcontento. Da ieri, dunque, a scendere sulle barricate è l’Italia stessa, rappresentata da quei500 primi cittadini che sono arrivati a Roma da tutto il paese in rappresentanza di ogni schieramento politico. Una folla di sindaci che ha protestato davanti a Montecitorio proprio mentre in aula prendeva il via il dibattito sulla Finanziaria; hanno poi tentato di intervenire sull’infausto corso degli eventi prima incontrando il sottosegretario Gianni Letta e il ministro Roberto Calderoli, successivamente il presidente della Camera, Gianfranco Fini. Tutto puntualmente inutile, come del resto ogni atto di ragionevolezza opposto in questi giorni ad un esecutivo che procede invece con la logica del carro armato.

CHIUSURA TOTALE E così, preso atto della mancanza di risultati significativi, alla nutrita delegazione non è rimasto altro che dichiarare la rottura dei rapporti con il governo ed il conseguente avvio di una campagna di informazione su tutto il territorio nazionale per rendere edotti i cittadini delle scelte «incondivisibili » effettuate dal governo. Alcuni dei primi cittadini hanno mostrato una maglietta con su scritto «Io non sono uno spreco», in segno di protesta contro i tagli ai consiglieri e ai direttori generali degli enti locali. In particolare, nel corso di una seduta straordinaria del consiglio nazionale dell’Anci, l’associazione dei Comuni che ha indetto la protesta di ieri aperta a tutti i sindaci, i rappresentanti hanno detto all’unisono che non vogliono essere ritenuti i responsabili dello spreco e dello sperpero pubblico, rivendicando quindi più autonomia e pari dignità istituzionale. «I tagli contenuti in Finanziaria costituiscono – ha dichiarato Gianni Alemanno, presidente del Consiglio dell’ Anci e sindaco di Roma – un atto di prepotenza inaccettabile oltre che un atto ingiustificato dal punto di vista finanziario». Per Osvaldo Napoli, vicepresidente dell’Anci, è ora di finirla col far pagare ai Comuni i danni causati da altri, come nel caso della spesa sanitaria: «Se tagli si devono fare si facciano anche tra i consiglieri regionali ». Un’altra voce importante è stata quella di Sergio Chiamparino, il presidente dell’Anci che per tutta la mattina ha guidato le delegazioni negli incontri con i rappresentati di governo. Il sindaco di Torino ha puntato il dito contro le misure previste dal governo e inserite negli emendamenti alla Finanziaria: il rimborso solo parziale dei mancati introiti derivanti dall’ abolizione dell’Ici sulla prima casa, il taglio dei trasferimenti erariali ai Comuni e l’inserimento in Finanziaria di norme di carattere ordinamentale (il taglio del numero dei consiglieri comunali, degli assessori e via dicendo) presentate invece come misure che consentono di ridurre i «costi della politica».

VERSO LA FIDUCIA «In concreto – ha spiegato Chiamparino – si tratta di un risparmio calcolato, per il 2010, di soli 12 milioni di euro ma i Comuni non ci stanno ad essere additati come i primi responsabili dello spreco di risorse: incidiamo per il 10% sul totale della spesa e siamo il comparto che più ha risparmiato negli ultimi anni. L’Anci è da sempre disponibile ad affrontare il problema della razionalizzazione della spesa, ma questa operazione non può essere inserita in Finanziaria con una misura spot che non porta benefici concreti». Ed è in questo clima arroventato che il governo si appresta a chiedere la fiducia per la Finanziaria, presumibilmente martedì, saltando a pie’ pari il dibattito in aula. E questo nonostante le opposizioni che, per non fornire alibi di alcun tipo di alibi all’esecutivo, hanno ridotto all’osso gli emendamenti, meno di cinquanta compreso il ddl di bilancio

L’Unità, 11 dicembre 2009

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“Finanziaria, è rottura sindaci-governo”, di Roberto Mania

– Rottura tra Comuni e governo centrale sulla Finanziaria. Se non rientreranno i tagli agli enti locali previsti dalla manovra, i sindaci, di destra e di sinistra, diserteranno tutti i tavoli istituzionali: dalla conferenza unificata agli incontri sul federalismo fiscale. È stato il presidente dell´Anci e sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, ad annunciare l´avvio di una fase di conflitto al termine di una giornata durante la quale quasi 400 “primi cittadini” hanno manifestato a Roma davanti a Montecitorio e si sono riuniti in assemblea per decidere cosa fare dopo un incontro – definito «interlocutorio» – tra lo stesso Chiamparino e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta.
«Io non sono uno spreco», era la scritta stampata sulle magliette indossate da alcuni sindaci, e anche la sintesi del senso della protesta. I Comuni non solo contestano i tagli sui consiglieri e ai direttori generali degli enti locali, ma chiedono, tra l´altro, anche di allentare, per via della crisi, il patto di stabilità interno e di ripristinare i trasferimenti cancellati dall´abolizione dell´Ici sui redditi più alti.
Comunque per la legge Finanziaria si prepara il rush finale. Ieri è proseguita la discussione in aula alla Camera. E per togliere ogni pretesto alla maggioranza intenzionata a ricorrere all´ennesimo voto di fiducia, l´opposizione ha deciso di ridurre di 4/5 i suoi emendamenti. Una mossa che difficilmente, tuttavia, riuscirà ad evitare il ricorso alla fiducia previsto per mercoledì prossimo.
Protestano contro la Finanziaria pure i dipendenti pubblici aderenti alla Cgil che, in particolare, chiedono lo stanziamento delle risorse (circa 5 miliardi) per i rinnovi contrattuali. Oggi è previsto lo sciopero generale di tutti i settori (scuola compresa) con la manifestazione più importante a Roma, dove la confederazione di Guglielmo Epifani punta a portare circa 100 mila persone. Ma il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, preannuncia la solita guerra di cifre: «La media delle adesioni agli ultimi tre scioperi generali della Cgil è stata tra il 7 e l´8 per cento. Domani mattina (oggi per chi legge, ndr) alle 10 ci saranno le prime stime per la partecipazione. I numeri che ho io sono quelli veri perché provengono da ogni singola amministrazione centrale e periferica. Se poi le piazze saranno coperte con pensionati e altri cittadini, questo fa parte della libertà di manifestazione».
Perplessa, infine, sulla scelta del governo di affidare al Tfr accantonato presso il fondo dell´Inps la copertura finanziaria di una parte della manovra (per circa 3,1 miliardi di euro) si è detta ieri anche la presidente della Confindustria, Emma Marcegaglia: «Utilizzare il Tfr per coprire la spesa corrente – ha detto – è un fatto discutibile sul quale vanno fatte delle riflessioni».

L’Unità, 11 dicembre 2009