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Cgil, 180 mila statali in piazza:«Difendere lavoro e Costituzione», di Luciano Costantini

In piazza impiegati statali, studenti e anche qualche esponente della politica. Al centro della protesta il rinnovo dei contratti, gli investimenti, la stabilizzazione dei precari. Ma non solo. La Cgil porta in piazza, appunto, anche il tema più generale della Costituzione. «Che non è un ferro vecchio», puntualizza Guglielmo Epifani dal palco di piazza del Popolo nella Capitale. La protesta della Cgil contro la politica del governo e le sue presunte inadempienze è anche e ovviamente uno ”strappo” nei confronti di Cisl, Uil, Ugl e tutte le altre organizzazioni sindacali che in piazza non ci sono. Nè a Roma nè a Milano nè a Napoli dove la confederazione di corso d’Italia mette in campo 180.000 persone. Cifra contestata dalla controparte di sempre, la Funzione pubblica e dalla controparte di ieri, la Cisl e la Uil, per esempio. Insomma, come avrete capito, è la solita, ineludibile guerra dei numeri. Farne cenno rientra nel dovere di cronaca. Fonte Cgil: i partecipanti ai cortei sono stati 100.000 a Roma, 70.000 a Milano, 10.000 a Napoli. Per Carlo Podda, leader della Funzione pubblica cigiellina «alla protesta ha aderito tra il 50 e il 60% dei lavoratori». Secondo stime del ministero di Renato Brunetta l’adesione è stata di poco superiore all’8%: «Uffici e scuole pieni, piazze vuote. Hanno scioperato poco più di 111.111 dipendenti». Per il segretario confederale della Uil, Paolo Pirani «la protesta della Cgil è stata priva di oggetto sindacale, ma essenzialmente politica». «Il sindacato di Epifani – a giudizio di Gianni Baratta della Cisl – ha solo fatto risparmiare soldi al governo». «Inconsistenti le percentuali di astensione dal lavoro, la manifestazione è stato un flop, la percentuale di astensione si è attestata al 9,97», in base a valutazioni del sindacato di via Po. Ironizza il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi: «Si è trattato di «una manifestazione antistorica, espressione di un vecchio mondo che si va ad esaurire. Una manifestazione contro la pioggia. La Costituzione? Siamo tutti dalla parte della Costituzione, sono discorsi che non hanno senso».
Ma la Cgil non si sente isolata. Ieri mattina Epifani, anzi, si «è rammaricato di non poter stare insieme a Cisl e Uil. Credo che se il governo è inadempiente si debba rispondere. L’abbiamo sempre fatto. Oggi ci siamo noi, ma non dispero». In effetti, in piazza a Roma anche tanti studenti con momenti di alta tensione, scontri con la polizia e feriti nei pressi di piazza dei Cinquecento. Universitari che vogliono raggiungere il ministero dell’Economia entrano più volte a contatto con le forze dell’ordine.
La confederazione di corso d’Italia denuncia i ritardi nei rinnovi dei contratti pubblici, la mancanza di investimenti, la prolungata precarietà di tanti lavoratori. Ma anche l’attacco ai fondamentali della Costituzione. «Difendere il lavoro pubblico – sottolinea Epifani – è anche difendere la Costituzione. Siamo dalla parte dei giovani e della Carta costituzionale». «E dove ci sono i lavoratori – rimarca il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, presente alla manifestazione insieme a Giuseppe Fioroni – noi dobbiamo esserci rispettando, ovviamente, l’autonomia dei sindacati. Perché la questione sociale si lega a quella democratica».
Domanda provocatoria lanciata dalla piazza dal segretario generale della Funzione Pubblica Cgil, Carlo Podda, a Cisl e Uil: «Non vi imbarazza quando il governo vi dice che farà il contratto e non chiedergli quando?». Risposta immediata di Pirani (Uil): «Il problema si porrà se l’esecutivo dovesse venir meno agli impegni assunti. Fare il processo alle intenzioni non è nel nostro stile». Risposta altrettanto immediata di Baratta (Cisl) con un’altra domanda: «Perché far scioperare i lavoratori quando nei contratti del pubblico impiego sono necessari ancora almeno quattro adempimenti di cui uno coinvolge anche il sindacato?».
La Stampa 12.12.09

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Costituzione e contratto» Gli statali sfilano in piazza, di Simone Collini

Viva la Repubblica italiana fondata sulla libertà e sul lavoro», scandisce al microfono Guglielmo Epifani salutando la marea di bandiere rosse e palloncini colorati. E pazienza se il ministro del Welfare Maurizio Sacconi parla di manifestazione «antistorica», di espressione di «un vecchio mondo che va ad esaurirsi ». Il segretario della Cgil parla dal palco di Piazza del popolo, riempita dai 100 mila del sindacato che hanno filato a Roma(più70 mila a Milano e 10 mila a Napoli) invocando «meno tagli e più investimenti». Ma di fronte a questi lavoratori pubblici e dei settori della conoscenza che hanno scioperato chiedendo al governo più risorse per il rinnovo dei contratti e la stabilizzazione dei precari, più fondi per la scuola e la ricerca (adesione tra il 50 e il 60% secondo la Cgil) Epifani fa riferimento anche a un altro tema. «Voglio stringere un nuovo patto con la piazza come già accaduto anni fa: rimettiamo in piedi il comitato “Salviamo la Costituzione”. Riprendiamo la battaglia perché non c’è difesa del lavoro pubblico, della scuola e della sanità se non difendiamo la Costituzione. La Cgil sta e resterà sempre dalla parte della Costituzione». Il discorso di Bonn di Berlusconi non viene sottovalutato. Epifani risponde a Sacconi (che ha definito «politico» lo sciopero) dicendo che la manifestazione di ieri è «profondamente confederale e sindacale, con obiettivi certamente politici perché è in ballo il futuro del nostro Paese».Main questa fase il segretario della Cgil auspica una nuova mobilitazione per salvare la Carta, come quella che ha portato alcuni anni fa alla vittoria del referendum contro la riforma costituzionale targata centrodestra: «La Costituzione non è un ferro vecchio. È figlia di una lotta durissima che ci ha liberato dal fascismo e i lavoratori hanno pagato prezzi altissimi. Il lavoro pubblico è difesa della nostra democrazia e quindi della nostra Costituzione». La piazza dimostra di condividere con gli applausi, con le bandiere rosse della Cgil che sventolano: da sole. «Il governo vuole dividere e non dà risposte », dice Epifani. Cisl e Uil non sono in piazza. «Ho rammarico di non poter stare insieme – confessa a chi lo avvicina – ma se il governo è inadempiente si deve rispondere»: «L’abbiamo sempre fatto. Oggi c’è la Cgil ma non dispero».
L’Unità 12.12.09

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Gli statali della Cgil in piazza per il rinnovo del contratto
Ma la piazza ha protestato non solo a sostegno di maggiori risorse per il rinnovo dei contratti e della stabilizzazione dei precari, ma anche a difesa della Costituzione.
Più risorse per il rinnovo dei contratti pubblici, la stabilizzazione dei lavoratori precari, più investimenti per la scuola e la formazione ma anche la difesa della Costituzione che «non è un ferrovecchio» e nemmeno solo il nostro passato ma «anche il nostro presente».
Sono le ragioni principali dello sciopero dei lavoratori pubblici e della conoscenza della Cgil scesi in piazza in migliaia tra Roma, Milano e Napoli per chiedere al Governo «meno tagli e più investimenti».
Sulle adesioni allo sciopero è guerra di cifre tra ministero e sindacati. Fp-Cgil parla del 50-60 per cento di assenze dal lavoro, mentre il dicastero della Funzione pubblica calcola la partecipazione alla protesta attestata sul 9,7%. Ai cortei hanno partecipato, secondo gli organizzatori, 100.000 persone a Roma, 70.000 a Milano e 10.000 a Napoli.
A Roma dove si concentrava la manifestazione della scuola ci sono stati scontri tra gli studenti, che volevano raggiungere il ministero dell’Economia, e le forze dell’ordine.
«Il problema non sono le piazze – ha detto il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi – sono le effettive adesioni ad uno sciopero. Possono esserci piazze piene e posti di lavoro altrettanto pieni».
A causa dello sciopero – secondo gli organizzatori – si sono verificati alcuni disagi per i cittadini soprattutto negli uffici pubblici e negli ospedali dove molte visite ambulatoriali sono state rinviate (assicurate invece le emergenze e gli interventi essenziali).
Sono rimasti chiusi alcuni musei mentre in altri uffici si sono allungati i tempi per carenza di personale.
Sciopero riuscito quindi secondo la Cgil, nonostante la protesta sia stata decisa senza le organizzazioni di categoria di Cisl e Uil. «Ho rammarico di non poter stare insieme – ha detto il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani – ma credo che se il Governo è inadempiente si debba rispondere. L’abbiamo sempre fatto. Oggi c’è la Cgil ma non dispero». «Lo sciopero generale è una scelta legittima – ha risposto il numero uno della Fp-Cisl Giovanni Faverin – ma non serve ai lavoratori perchè completamente inutile sul piano dei risultati. Perchè far scioperare i lavoratori su una Finanziaria già chiusa? Dal Governo abbiamo ottenuto l’impegno a trovare le risorse mancanti per il rinnovo dei contratti».
Ma la piazza oggi ha protestato non solo a sostegno di maggiori risorse per il rinnovo dei contratti e della stabilizzazione dei precari, ma anche a difesa della Costituzione dopo le dichiarazioni del premier Silvio Berlusconi che l’ha definita una «legge vecchia», da cambiare.
«Rimettiamo in campo il comitato ‘Salviamo la Costituzione’ – ha detto Epifani – mobilitiamoci perchè non c’è difesa del lavoro pubblico e della scuola senza difesa della Costituzione».
Nella manifestazione della Flc-Cgil per dare un futuro ai giovani e contro i tagli alla «conoscenza» sono tornate le contestazioni dell’Onda, sfociate in scontri con la polizia, con una decina di studenti feriti. È il bilancio di quanto avvenuto a Roma, anche se proteste e manifestazioni parallele del sindacato e dell’Onda si sono tenute in varie città, da Torino a Bologna, da Milano a Napoli. Duro il giudizio del ministro Mariastella Gelmini sugli scontri: «I centri sociali strumentalizzano gli studenti». Mentre il messaggio al sindacato è di fare uno «sforzo di modernizzazione». Pronta la replica della Flc-Cgil: «il coraggio di cambiare c’è», ma serve una «chiara inversione di rotta da parte del Governo
Il Sole 24 Ore 12.12.09