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“Da Eutelia a Ispra: tutte le facce della crisi”, di Iv.Gia

Eutelia, Alcoa, Fiat-Termini Imerese, Ispra. Sono nomi entrati nella cronaca quotidiana, almeno in quella che non considera l’informazione un sinonimo del premier. Sono i casi che agitano il mondo del lavoro, che affollano le piazze, ma sono soprattutto spaccati di umanità ai tempi della crisi. Decine di migliaia di persone, di volti, di storie e un denominatore comune: l’incertezza di chi non sa come sfamerà la propria famiglia il prossimo mese.

Eutelia. Sono i lavoratori invisibili. Alle manifestazioni si presentano con maschere bianche sul viso. È la provocazione di chi da mesi non ha più un voto e continua a scontrarsi con l’indifferenza di un governo e di un’azienda che preferiscono distogliere lo sguardo. Luglio 2009: è questa la data dell’ultimo stipendio percepito dai dipendenti dello stabilimento romano. Meno di una settimana fa il segretario PD, Pier Luigi Bersani, si è recato sul posto per toccare con mano una situazione dai contorni drammatici. A Bersani i dipendenti del gruppo avevano chiesto di sostenere la richiesta di commissariamento immediato del gruppo Omega-Agile (Ex Eutelia). Bersani aveva evidenziato la necessità di “accelerare le procedure del commissariamento in sede giudiziaria, presso la Corte d’Appello” e aveva promesso di vigilare attentamente sull’operato del governo. Poi, grazie all’insistenza del PD, e dei sindacati, quelle parole sono diventate fatti: al termine di una lunga trattativa, e a seguito delle dimissioni dell’amministratore e del direttore del gruppo, è stata avviata la procedura di commissariamento.

Alcoa. Sembra senza fine la vertenza che coinvolge lo stabilimento sardo della multinazionale americana produttrice di alluminio. I suoi operai lottano da settimane contro l’incubo della chiusura. A fine novembre sono scesi in piazza per chiedere al governo un aiuto, hanno ricevuto in risposta qualche manganellata da parte delle forze dell’ordine. Il Partito Democratico si è schierato a fianco dei lavoratori e ha incalzato il governo sulla sua imbarazzante indolenza. Il capogruppo in commissione Lavoro e la deputata PD Amalia Schirru hanno promosso un’interrogazione parlamentare al sottosegretario Saglia, chiedendo interventi anticrisi a favore dei lavoratori sardi. “La drammatica situazione del territorio del Sulcis – ha detto la deputata – che è stato completamente abbandonato dopo le promesse in campagna elettorale è un esempio lampante della condotta del governo Berlusconi che è capace di mettere in campo solo provvedimenti emergenziali senza prevedere una strategia di sviluppo per la realtà isolana. Quanti posti di lavoro dovranno saltare per l’industria prima che ci si metta in testa di operare un serio e razionale intervento produttivo sula realtà produttiva sarda che potenzi le infrastrutture e proceda alle necessarie bonifiche del territorio?”.

Ispra. Altra situazione ai limiti della realtà è quella che coinvolge l’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la sicurezza ambientale). Dal 24 novembre sul tetto della loro sede, circa 200 lavoratori precari non si rassegano alla scure del governo che vorrebbe ridurre del 40% l’organico. Già 250 ricercatori sono stati licenziati, mentre un esecutivo, sempre più ipocrita, continuava a indignarsi per la fuga di cervelli all’estero e per lo scarso grado di qualità delle università italiane. Il PD sta dando battaglia in parlamento con interrogazioni parlamentari promosse da Raffaella Mariani e Alessandro bratti, deputati PD in commissione Ambiente, membri PD della commissione Ambiente, al ministro Stefania Prestigiacomo, ma come sottolineato dai senatori Roberto Della Seta e Francesco Ferrante “è inaccettabile che il ministro rifiuti di incontrare lavoratori mobilitati per difendere il proprio lavoro. Ed è inaccettabile che ad oltre un anno dalla nascita dell’Ispra che ha accorpato i tre principali enti pubblici di ricerca e di controllo in campo ambientale, e dalla nomina del commissario, chi ci lavora sia ancora nell’incertezza più assoluta sul futuro, senza neanche un regolamento”. Il PD ha messo sul tavolo del governo proposte concrete. L’ultima in ordine di arrivo è un emendamento alla finanziaria 2010 che prevede la dotazione di alcuni milioni di euro da destinare ad Ispra con priorità alla stabilizzazione dei lavoratori precari. Inoltre la vicenda Ispra rischia di diventare l’ennesimo strafalcione made in Italy a livello internazionale. Per Stella Bianchi, responsabile Ambiente della segreteria nazionale del Partito Democratico, la disattenzione del governo “appare tanto piu’ colpevole nelle settimane del vertice Onu sul clima a Copenhagen. Non vorremmo trovarci di fronte allo spettacolo di un governo che magari prende impegni di facciata nei vertici internazionali e poi paralizza di fatto l’organismo centrale nella difesa dell’ambiente, nel monitoraggio e nella prevenzione dell’inquinamento, nel funzionamento concreto dei meccanismi di riduzione dei gas serra previsti dal protocollo di Kyoto. Ci vogliono atti concreti”.

Fiat-Termini Imerese. È lo stabilimento Fiat con sede a Palermo, lo stesso per cui la famosa casa automobilistica ha disposto lo stop alla produzione delle vetture con un piano di dismissione della produzione automobilistica dal 2011. La protesta dei lavoratori si è accesa e ha dato vita a numerose manifestazioni. La prossima, appoggiata dai sindacati avrà luogo il 14 dicembre. “Sul futuro dello stabilimento siciliano il governo nazionale deve fare di piu’. Il senatore del PD Giuseppe Lumia ha commentato: “Tutti i governi del mondo hanno vincolato gli aiuti per il rilancio del settore automobilistico al mantenimento dei propri stabilimenti nazionali. Anche il governo italiano dovrebbe fare lo stesso”. Secondo il senatore del PD “ci sono tutte le condizioni e le convenienze per mantenere la produzione e rilanciare lo stabilimento di Termini Imerese: espansione dei mercati nel Mediterraneo, presenza del porto per ridurre i costi dei trasporti attraverso le autostrade del mare, cultura industriale tra i lavoratori e nell indotto, incentivi regionali”.

www.partitodemocratico.it, 12 dicembre 2009