attualità

Giovani a casa con mamma e papà: il 72,9% degli italiani fra i 18 e i 39 anni vive ancora con i propri genitori. Solo il 20,8% ha lasciato la famiglia di origine. Lo dice l’Istat in un rapporto.

Quello dei “mammoni per forza” è un vero e proprio problema strutturale del sistema Italia, rileva l’Istat, dovuto principalmente alla difficoltà di trovare lavoro e casa: se poi si è donna e si vive nelle regioni meridionali, gli elementi di criticità si aggravano ulteriormente. E la possibilità di fare figli si allontana. La conferma del difficile approccio all’età adulta degli italiani viene dall’indagine multiscopo dell’Istat dedicata alla famiglia, con dati raccolti nel 2003 e poi aggiornati nel 2007, in modo da esaminare l’evoluzione della popolazione. Nel corso del tempo, spiega l’istituto di statistica, l’entrata nel primo lavoro si è progressivamente spostata verso un’età più avanzata, anche in conseguenza del prolungamento dei percorsi formativi, ma l’ingresso nel mercato del lavoro delle donne continua a essere più tardivo di quello degli uomini e il differenziale di genere e territoriale non si riduce nel corso delle generazioni.

I differenziali di genere per chi entra nel mercato del lavoro entro i 35 anni, che soprattutto nel Nord del Paese sono abbastanza contenuti, esplodono nelle aree del Mezzogiorno, nonostante il tendenziale miglioramento dell’inserimento occupazionale femminile.

Tra gli italiani di 18-39 anni che sono rimasti in famiglia tra il 2003 e il 2007, il 47,8% dichiara che il motivo è la presenza di problemi economici, mentre il 44,8% si confessa più «bamboccione» dichiarando di stare «bene così mantenendo la sua libertà».

A uscire dal «bozzolo» sono più brave le donne: le persone dai 18 ai 39 anni che, nel 2003, vivevano nella famiglia di origine erano poco più di 8 milioni 300 mila, pari al 47,7% degli individui della stessa classe di età. Tra i maschi la percentuale raggiungeva il 53,5%, tra le donne il 41,7%, oltre 12 punti percentuali di differenza. Tra i 30 e i 34 anni vivevano presso la casa dei genitori quattro uomini su dieci e due donne su dieci.

Si esce dalla famiglia di origine in primo luogo per matrimonio (43,7%), poi per esigenze di autonomia/indipendenza (28,1%) e per andare a convivere (11,8%). Motivi di lavoro sono segnalati dall’8,8% dei giovani e motivi di studio dal 5,5%. La graduatoria dei motivi di uscita cambia a livello territoriale.
Soprattutto nel Mezzogiorno (57,5%), ma anche nel Centro (39,3%), è il matrimonio il primo motivo di uscita. Nel Nord, invece, le nozze sono al secondo posto (29,4%), precedute dalle esigenze di autonomia/indipendenza (38,4%). L’uscita per convivenza, che nel Mezzogiorno è quasi nulla, è più elevata nel Nord e nel Centro (rispettivamente, 20% e 17,7%). Inoltre nel Centro si segnalano anche i motivi di studio come fattori rilevanti di uscita dalla famiglia di origine (21,2%). Tra i giovani che nel 2003 avevano indicato l’intenzione di uscire per matrimonio, soltanto il 40% ha lasciato la famiglia di origine.

Il 72,1% di costoro ha poi effettivamente contratto matrimonio: le donne in misura superiore agli uomini (il 77,5% a fronte del 67,2%). Invece, tra le persone che avevano dichiarato di voler lasciare la casa dei genitori per andare a convivere, quelle effettivamente uscite sono il 33,5%; meno della metà di costoro (il 42,7%) ha poi dato corso all’intenzione.
Il Sole 24 Ore 28.12.09