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"Scuole, si riparte con le casse vuote. la Cgil: a rischio altri cinquemila posti", di Franco Vanni

“Il debito non è mai stato così alto — fanno sapere dalla Cgil — il rischio è che presto si arrivi alla paralisi amministrativa degli istituti. O viene stanziato denaro fresco, o non ci saranno soldi nemmeno per pagare il sostegno dei disabili e i commissari degli esami di Stato” Per oltre un milione di studenti lombardi oggi è il giorno del ritorno sui banchi dopo le feste. Ma quella che ricomincia è una scuola che non ha risolto i suoi problemi: mentre i tecnici del Comune sono al lavoro per riparare gli impianti danneggiati dal maltempo in sette scuole elementari, Cgil presenta un rapporto shock sullo stato di salute dell’istruzione pubblica nella Regione. Dall’indagine, condotta su 1.298 istituti, emergono dati allarmanti.
Uno su tutti: i 120 milioni di debito che il ministero dell’I struzione ha accumulato nei confronti dei singoli istituti. Fondi mai trasferiti, con cui i presidi dovrebbero pagare supplenze, cancelleria e progetti didattici. Ma visto che da Roma i soldi non arrivano, nelle scuole (elementari soprattutto) la carta igienica la portano da casa i genitori e i presidi fanno i salti mortali per trovare insegnanti a cui affidare le supplenze.
Il 68 per cento delle scuole lombarde vanta crediti superiori a 100mila euro, il 33 per cento addirittura a 200mila. «Il debito non è mai stato così alto — dice Corrado Barachetti — il rischio è che presto si arrivi alla paralisi amministrativa degli istituti. O viene stanziato denaro fresco, o non ci saranno soldi nemmeno per pagare il sostegno dei disabili e i commissari degli esami di Stato». Una situazione che il direttore scolastico regionale Giuseppe Colosio ammette e spiega così: «Nel 2007 è scattata la clausola di salvaguardia dei conti dello Stato, visto che quell’a nno non si erano fatti i tagli di personale previsti. Il ministero, per fare tornare i conti, ha dovuto ritardare i trasferimenti di fondi. Per aiutare le scuole con più problemi di bilancio, nei mesi scorsi siamo intervenuti chiedendo a Roma erogazioni straordinarie, e ora sembra che i soldi comincino ad arrivare».
Ma il problema della scuola non è solo il debito. Dal dossier di Flc-Cgil emergono altre criticità, dal fatto che nel 74 per cento degli istituti ci siano classi con più di uno studente disabile (con punte di quattro), al sovraffollamento delle aule che riguarda il 16.6 per cento degli istituti. «La scuola lombarda è in una situazione di emergenza — dice Rita Frigerio, segretario provinciale di Cisl-scuola — e rimane irrisolto il problema dei 4mila precari che insegnano fra città e provincia, mai stabilizzati». Molti rischiano anzi di perdere il lavoro. Dopo i 2.832 posti da docente tagliati nella Regione nel 2009, la finanziaria approvata prima di Natale secondo Cgil potrebbe spazzarne via altri 3.500. Il numero esatto si conoscerà a marzo, quando i provveditorati disegneranno l’organico delle scuole per il prossimo anno, in base alle iscrizioni degli studenti. Ed è questo un altro tasto dolente della scuola che comincia.
«Da mesi attendiamo la riforma delle superiori, che cambierà gli indirizzi di studi — dice Roberto Proietto, preside al liceo scientifico Bottoni — ma al momento non sappiamo cosa dire alle famiglie». Con ogni probabilità, il limite per le iscrizioni alle superiori (già slittato dal 31 gennaio al 28 febbraio) andrà a fine marzo. «La direzione scolastica regionale deve assicurare che il nuovo termine sia rispettato — dice Marco Campione, responsabile Scuola del Pd lombardo — le famiglie devono avere il tempo per conoscere la scuola in cui iscriveranno il figlio».
La Repubblica-Milano 07.01.10