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Bersani a Rosarno contro la 'ndrangheta, per la legalità

“Sarò a Rosarno il 14 gennaio per dare il segno che da parte nostra non c’è solo interesse verso una vicenda tanto agghiacciante, ma c’è anche la determinazione di far seguire fatti concreti”. Con queste parole Pier Luigi Bersani apre la conferenza stampa per presentare le proposte PD sulla lotta alla ‘ndrangheta e annuncia la sua partecipazione a l’iniziativa “Per la legalità, giornata nazionale di solidarietà”, indetta dai democratici per giovedì prossimo.

Presenti alla conferenza anche il responsabile giustizia, Andrea Orlando, i capigruppo in commissione Giustizia di Camera e Senato, Donatella Ferranti e Felice Casson e Laura Garavini, capogruppo in commissione Antimafia. Lo scopo dell’iniziativa PD, secondo il segretario, è “di riportare allo scoperto una realtà troppo sottaciuta com’è la ‘ndrangheta e allo stesso tempo di rafforzare la battaglia e non lasciare solo chi è sul fronte”. È necessario inoltre riflettere sul binomio “immigrazione e lavoro: temi sociali che si affacciano in modo drammatico. Il problema che in Calabria si è manifestato con picchi altissimi, esiste in tutta Italia. Le normative esistenti non sono riuscite ad affrontare un problema semplice: se in alcuni settori non abbiamo mano d’opera, noi dobbiamo decidere se rinunciare ad essi. Sbaglia il sottosegretario Mantovano quando dice ‘non e’ vero che gli italiani non vogliono fare più i lavori agricoli, ma non li vogliono fare a quei prezzi’. La questione e’ che il mercato del lavoro non incrocia queste esigenze: o si fa un’immigrazione regolare oppure dire ‘no’ alla clandestinità e’ come fermare l’acqua con le mani. Non si possono agitare solo i problemi come fa la destra; bisogna anche affrontarli. Non si può solo agitare lo spettro della clandestinità quando si governa per la maggior parte degli ultimi anni, si ha la legge Fini-Bossi e si ha il ministero dell’Interno”.

Lotta alla ‘ndrangheta: le 7 proposte del PD. I democratici porteranno in aula una serie di misure da adottare con la massima urgenza.

1) Prima fra tutte la rapida approvazione delle norme contro l’auto riciclaggio, oggi non previsto come reato e da equiparare invece al riciclaggio. È Laura Garavini a spiegare che “il segnale più forte che si possa dare alla ndrangheta è quello che intacca il suo potere economico, perciò punire l’investimento di soldi provenienti da attività illecite è più che doveroso”.

2) Così come dovrebbe essere costituita in fretta l’Agenzia nazionale dei beni confiscati rimodulata la norma che prevede la vendita all’asta dei beni confiscati. “questa purtroppo, spiega la deputata PD, è una delle tante promesse non mantenute dal ministro Maroni, come lo scioglimento del Comune di Fondi”.

3) Come evidenziato da Orlando, “Il Pd chiede anche la riformulazione dell’articolo 416 bis del codice penale e relativo formale inserimento della parola “n’ndrangheta”.

4) Inoltre, il responsabile Giustizia, chiede “la rapida calendarizzazione del ddl presentato dal PD sull’assegnazione alle procure dei magistrati di prima nomina per sopperire ai problemi di organico”. Sul punto è Donatella Ferranti ad evidenziare la “drammatica carenza di personale giuridico in tutta Italia, ma in particolare nelle procure di Nicosia, Catanzaro, Palermo e Catania.

5) Il Pd propone l’immediata estensione dei protocolli per la Legalità. Per garantire con la massima trasparenza le procedure di spesa assumendo l’obbligo, prima di procedere alla stipula del contratto d’appalto, o all’autorizzazione ai subappalti e/o subcontratti, di acquisire da parte delle competenti Prefetture informazioni antimafia sul conto delle imprese aggiudicatarie e subappaltatrici interessate, anche se hanno sede legale al di fuori della provincia.

6) Il senatore Casson ha posto l’accento sull’immediato ritiro del ddl del Governo (attualmente all’esame del senato) che complessivamente limita il ruolo delle intercettazioni quale mezzo di ricerca della prova. “Non è condivisibile la limitazione circa l’utilizzabilità delle intercettazioni in procedimenti diversi da quelle in cui sono state autorizzate, soprattutto se si pensa che raramente l’indagine prende il via da un’accusa di associazione mafiosa, più spesso si parte da reati minori, cosiddetti satellite”. La proposta dei democratici prevede di stringere le maglie attorno agli atti e alle attività concernenti i vari siatemi di intercettazione, responsabilizzando gli attori di ogni singola fase procedimentale, istituendo un archivio riservato, imponendo la eliminazione di qualsiasi nota o appunto concernenti persone estranee al procedimento.

7) Infine, prendendo spunto dai fatti calabresi di questi giorni, si sollecitano l’elaborazione e l’introduzione di nuove norme capaci di colpire più efficacemente il rapporto tra mafie e sfruttamento degi immigrati, il cosiddetto caporalato.
Iv.Gia
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