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Bersani: "Sul processo breve ci metteremo di traverso con tutte le nostre forze”

Bersani attacca:”E’ un’amnistia per i colletti bianchi. Non si può, per le esigenze di una persona, mettere a repentaglio un sistema”. FInocchiaro: “Ostruzionismo se non si torna in commissione”. I magistrati: “Metteranno la giustizia in ginocchio”

“Se la maggioranza e il governo procederanno sul processo breve come e’ stato annunciato in questi giorni il Pd si metterà di traverso con tutte le sue forze”. A lanciare la sfida e’ il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani.
Parlando a margine di una conferenza stampa sulla criminalità organizzata, Bersani ha sottolineato che “dopo la decisione di ieri, di governo e maggioranza, stiamo entrando in un tunnel pericolosissimo. E se queste scelte sul processo saranno confermate noi – promette il segretario – ci metteremo di traverso con tutte le nostre forze”.

Il presidente del sindacato delle toghe, l’ANM, Luca Palamara proprio oggi ha parlato di una “norma che mette la giustizia in ginocchio. Non si darà giustizia alle vittime, e si rischia di dare impunità a chi ha commesso delitti”.

Questo perché come ha spiegato il leader del PD “il processo breve non solo disarticolerebbe il sistema giudiziario ma si risolverebbe in una vera e propria amnistia per i colletti bianchi. Non si può, per le esigenze di una persona, mettere a repentaglio un sistema. Questo paese avrebbe le condizioni politiche per un percorso di modernizzazione del nostro sistema, anche perche’ – ragiona Bersani – c’e’ un’opposizione pronta a discutere di riforme istituzionali secondo i propri paletti e le proprie idee. Se Berlusconi pensa di essere uno
statista – ammonisce il segretario del Pd – ora e’ il momento di dimostrarlo. Non si puo’ pensare, perche’ e’ evidente anche a un bambino, di parlare contemporaneamente di processo breve e di riforme. A questo punto, se intende andare avanti su questa strada, la destra si assuma le sue responsabilità: una rersponsabilita’ molto seria in un momento cruciale per il nostro paese. Ed e’ una responsabilità a cui chiamiamo tutti o perlomeno qualcuno nella maggioranza, la quale deve sapere che, se prosegue su questa strada, noi ci metteremo di traverso con
tutte le nostre forze”.

La pausa natalizia insomma, secondo Bersani, non ha portato consiglio al premier. “I temi della ripresa sono in tutto il mondo i problemi dell’economia, del lavoro, del sociale, non certo astratti discorsi sulle aliquote. Solo noi apriamo
l’agenda dell’anno su queste cose qui”. E sull’eventualità di una battaglia che includa anche il referendum risponde: “Io dico che ogni giorno ha la sua pena. Non voglio parlare di cose futuribili. Oggi abbiamo di fronte una battaglia parlamentare, e continuo a pensare che una maggioranza responsabile non possa pensare di scardinare un intero sistema giudiziario”.

E a proposito di battaglia parlamentare Anna Finocchiaro, Presidente del gruppo PD a Palazzo Madama, annuncia l’ostruzionismo se il testo non tornerà in Commissione: “Qui in Senato siamo già di traverso, abbiamo chiesto che il provvedimento torni in commissione perché questi emendamenti presentati dalla maggioranza introducono delle parti assolutamente nuove rispetto al testo discusso in commissione. Abbiamo presentato dieci tra pregiudiziali e sospensive e se non verrà accolta la nostra richiesta di tornare in commissione faremo ostruzionismo e presenteremo centinaia e centinaia di emendamenti”.

Giustizia, il Pd denuncia: cercano cavilli per bloccare i processi del Premier

“Le parole del sottosegretario Caliendo sono la conferma che l’esecutivo sta impegnando le proprie energie nella ricerca di tutti i cavilli possibili per consentire l’immediato blocco dei processi del Premier, anche ricorrendo ad artificiose interpretazioni degli effetti delle pronunce della Corte costituzionale che riguardano norme processuali penali”. Così la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti commenta l’annuncio del sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo di un nuovo intervento legislativo conseguente alla sentenza della Corte costituzionale del 14 dicembre. “Le ragioni per un nuovo decreto non possono essere quelle evidenziate oggi da Caliendo per il semplice fatto che le sentenze della Corte costituzionale sono immediatamente efficaci ‘erga omnes’ e non abbisognano di arzigogoli giuridici. Evidentemente il Governo ha in mente di strumentalizzare la sentenza della Corte costituzionale che amplia i diritti dell’imputato per bloccare i processi del premier. Tutto questo evidenzia l’assoluta mancanza di rispetto nei confronti del lavoro parlamentare e il continuo ricorso a provvedimenti ‘ad personam’.
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