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Crisi, il pessimismo di Bankitalia "Ripresa debole, prospettive incerte"

L’Italia sta uscendo dalla recessione ma la ripresa dell’economia nel prossimo biennio sarà debole, con una forte incertezza legata all’andamento della domanda mondiale e alla debolezza del mercato del lavoro. Lo sostiene la Banca d’Italia nel bollettino economico, secondo cui il Pil – dopo un drastico calo del 4,8% l’anno scorso – aumenterà dello 0,7% quest’anno e accelererà all’1% nel 2011. Previsioni che per il 2010 sono in linea con quelle indicate dal governo a settembre (+0,7%), mentre per il prossimo anno sono più pessimistiche rispetto alle stime dell’esecutivo (+2%). Previsioni che non piacciono al ministro del Welfare Maurizio Sacconi, che attacca duramente via Nazionale.

Il debito. Gli esperti di Bankitalia mettono l’accento sull’esplosione del debito. Nel 2009 l’indebitamento della pubblica amministrazione dovrebbe salire al 5,3% del Pil dal 2,7% dell’anno precedente. Il debito dovrebbe aumentare “di circa dieci punti” attestandosi al 115,1%.

Il lavoro che non c’è. Tra le conseguenze più pesanti della crisi c’è l’elevato numero di disoccupati. La Banca d’Italia ritiene fra l’altro che, sommando i lavoratori disoccupati a quelli in Cassa integrazione e ai lavoratori ‘scoraggiati’, il tasso di disoccupazione, nel complesso dell’economia italiana, sarebbe stato, nel secondo trimestre del 2009, pari al 10,2% anziché al 7,4%. Il 2,8% in più è dovuto per 1,2 punti alla Cig e per 1,6 punti al fenomeno dello ‘scoraggiamento’. E pertanto il numero dei lavoratori in cerca di occupazione sale a 2,6 milioni a fronte dei 2 milioni del secondo trimestre 2008.

L’attacco di Sacconi.

“Sommare, come fanno solo la Cgil e il Servizio studi della Banca d’italia, i disoccupati veri e propri con i cassintegrati (che sono e restano legati alle rispettive aziende da un rapporto di lavoro solo temporaneamente sospeso) e addirittura con i cosiddetti ‘scoraggiati’ è un’operazione scientificamente scorretta e senza confronto con gli altri paesi dove ci si attiene all’autorità statistica”. Lo dichiara in una nota il ministro del Welfare. “Ciò – prosegue – significa negare l’effetto della politica di governo, concertata con le parti sociali, per cui in una crisi globale della domanda si è voluta conservare la base produttiva e occupazionale, attraverso la cassa integrazione e i contratti di solidarietà”.

L’inflazione. La progressiva uscita dalla crisi avrà come effetto anche la ripresa dell’inflazione, che nel 2009 si è attestata su un tasso tendenziale dello 0,8%. “L’inflazione al consumo – si legge nel bollettino – risalirebbe all’1,5% nella media di quest’anno e si porterebbe all’1,9% nel 2011”.

La produttività. Atteso anche un miglioramento ciclico molto marcato della produttività del lavoro che “si tradurrebbe in un notevole raffreddamento della dinamica del costo del lavoro per unità di prodotto del settore privato (dopo i forti aumenti e in un deciso calo della componente interna dell’inflazione, che scenderebbe al di sotto del 2%”. “I margini di profitto del settore privato, seguendo il consueto profilo ciclico, si espanderebbero complessivamente di tre punti percentuali nel 2010-11, recuperando più della metà della flessione registrata nell’ultimo biennio”, è scritto ancora nel bollettino.
La Repubblica 16.01.10