politica italiana

Bologna paralizzata da tecnicismi

Maroni non vuole l’election day per scegliere il sindaco del capoluogo felsineo e il governatore regionale. Per il ministro non ci sono i tempi tecnici. Bersani: “E’ una vergogna”. “E’ una vergogna. Non è accettabile vedere lo scaricabarile di un governo che non sa decidere, a fronte di un sindaco e di un comune che con una rapidità senza precedenti hanno messo la città in condizioni di votare subito. Ora il governo decida per una data assolutamente ravvicinata”. Così il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani dopo la decisione del governo di non accorpare le elezioni del sindaco di Bologna con la prossima tornata regionale. Una decisione presa dal ministro Maroni che sa molto di decisione politica e di convenienza e solo maschera con motivazioni di carattere tecnico.

Il ministro degli Interni ha optato per il commissariamento della Giunta comunale di Bologna in assenza di un intervento delle Camera, giustificandolo come atto dovuto in quanto le dimissioni di Flavio Delbono sono avvenute troppo tardi per procedere ad una elezione in temi brevi.

Dichiarazioni prive di buon senso soprattutto se dette nei confronti di una città come Bologna che ha già dimostrato efficienza e capacità di essere pronta già per il prossimo marzo. A questo si aggiunga il possibile shock nel sentire Maroni annunciare che “in assenza di un intervento legislativo delle Camere si andrà alle urne nel 2011 e il Comune sarà commissariato fino a quella data”. In altre parole una scelta impopolare che non fa bene a nessuno. Soprattutto ai bolognesi.

Il Pd, ha garantito Bersani, si mobiliterà subito per presentare una legge in Parlamento che sblocchi l’assurda decisione del governo che paralizza Bologna.

“Dietro il rinvio del voto – sostiene Stefano Bonaccini, segretario regionale del Pd in
Emilia-Romagna – c’è anche il fatto che il Pdl e la Lega, non lo dicono troppo fuori ma se lo dicono tra di loro, non ritengono Mazzuca un candidato all’altezza e hanno bisogno di più tempo per cercare un candidato”.

Del resto, ha continuato Bonaccini, “non è un caso che mentre in queste ore nel centrosinistra e nel Pd, dove la crisi poteva scoppiare, si stia già lavorando per trovare una candidatura a sindaco di Bologna, dall’altra parte si sia utilizzato il povero Mazzuca come pedina di scambio per questioni interne tra il Pdl e la Lega nord, perché non trovano chi possa essere il vero candidato”.
A.Dra
www.partitodemocratico.it