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Nucleare: il governo contro le Regioni

Consiglio dei ministri impugna le leggi di Basilicata, Puglia e Campania che impediscono la costruzione di nuove centrali. Pd: “Una debole ritorsione”. Idv: da domani parte raccolta firme per il referendum abrogativo.
Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro Claudio Scajola, ha impugnato le leggi regionali di Basilicata, Campania e Puglia sul nucleare che impediscono la costruzione di impianti nucleari nei loro territorio. “L’impugnativa delle tre leggi è necessaria per ragioni di diritto e di merito”, ha spiegato il ministro Scajola. “In punto di diritto – ha aggiunto – le tre leggi intervengono autonomamente in una materia concorrente con lo Stato (produzione, trasporto e distribuzione di energia elettrica) e non riconoscono l’esclusiva competenza dello Stato in materia di tutela dell’ambiente, della sicurezza interna e della concorrenza (articolo 117 comma 2 della Costituzione). Non impugnare le tre leggi avrebbe costituito un precedente pericoloso perché si potrebbe indurre le Regioni ad adottare altre decisioni negative sulla localizzazione di infrastrutture necessarie per il Paese”.

Inevitabili le polemiche. Per Ermete Realacci (Pd), si tratta di “una debole ritorsione, visto che
già il governo è di fronte alla Corte Costituzionale (vedi sotto, ndr) per l’inaccettabile legge che impone, unico caso in un paese occidentale, anche attraverso la militarizzazione dei siti, la costruzione delle centrali nucleari contro il volere delle regioni e dei territori”. “Quello del governo è un approccio che rischia di condurci solo in un vicolo cieco”, spiega Realacci concludendo: “Non sarà con la forza che si farà digerire agli italiani una scelta costosa e sbagliata”.

La scorsa settimana la Conferenza delle Regioni ha bocciato lo schema di decreto legislativo per l’individuazione di nuovi impianti nucleari, adottando un parere non vincolante. Le uniche Regioni che non hanno votato a favore sono Veneto e Friuli Venezia Giulia, mentre la Lombardia si è astenuta. Come ricordava Realacci, inoltre, sette regioni (Liguria, Emilia Romagna Piemonte, Umbria, Calabria, Lazio e Toscana) hanno fatto ricorso alla Corte Costituzionale contestando la norma della legge sviluppo che consente al governo di individuare autonomamente i siti dei nuovi impianti, qualora non trovasse un accordo con gli enti locali.
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