economia

"Famiglie più povere e indebitate l´industria è in caduta libera", di Elena Polidori

Siamo tutti più poveri. La crisi falcidia il reddito delle famiglie italiane: quello medio, nel biennio 2006-2008, ovvero alle soglie recessione, scende del 4%; quello mensile (al netto delle imposte) si attesta intorno ai 2.679 euro. Ma una famiglia su cinque vive con meno di 1282 euro al mese e una su tre ha un debito sulle spalle. La crisi mette al tappeto anche la produzione industriale: nel 2009 l´indice accusa un calo del 17,4% rispetto all´anno prima (17,5 corretto per gli effetti di calendario). E´ il peggior risultato dal 1991.
Il primo dato arriva dalla Banca d´Italia, il secondo dall´Istat. Entrambe allarmano i sindacati e i consumatori. «Basta pezze», dichiara il leader Cisl Raffaele Bonanni, di fronte alla crisi dell´industria. «Il governo apra gli occhi e abbassi le tasse», gli fa eco Agostino Megale, commentando i contraccolpi della recessione sulle famiglie. Ma il governo cerca di minimizzare: «Confidiamo nella ripresa, pur se discontinua», assicura il ministro Maurizio Sacconi. Dalla Confindustria arriva invece una stima: a gennaio c´è un aumento della produzione dello 0,8% su dicembre, che compenserebbe il meno 0,7% congiunturale registrato a dicembre su novembre. Un altro numero significativo riguarda l´auto: la produzione industriale di autoveicoli a dicembre aumenta dell´85,1% rispetto allo stesso mese del 2008. Ma nella media dell´anno passato il calo è del 20,5% in termini grezzi e del 21,3% secondo il dato corretto per gli effetti di calendario.
Crisi e povertà: una valanga di cifre quantificano gli effetti di questo binomio. In particolare, dalla consueta indagine della Banca d´Italia sui bilanci degli italiani viene fuori che il 20% delle famiglie può disporre di meno della metà del reddito medio, ovvero di appena 1.281 euro al mese. I nuclei familiari che vivono al di sotto della soglia di povertà, sono il 13,4%. Per la cronaca: sono definite povere (in senso relativo) le famiglie con un reddito equivalente inferiore alla metà della media. Nel 2008 questa soglia risultava pari a 8.150 euro netti all´anno, cioè circa 680 al mese. L´indagine rivela anche che i più ricchi sono il 10% del totale, con un reddito mensile di 4.860 euro: da sola, questa fascia di individui, possiede il 45% dell´intera ricchezza netta delle famiglie italiane. Un livello di concentrazione invariato da quindici anni.
Un altro numero di rilievo, che è poi l´altra faccia della crisi, svela che le famiglie sono più indebitate di prima. E´ interessato al fenomeno il 27,8% dei connazionali, con un aumento del 2%. Il valore è ancora inferiore a quelli dei principali paesi industriali, in particolare nel comparto dei mutui. Non è aumentato il loro grado di vulnerabilità finanziaria, misurato dall´incidenza della rata dei prestiti per immobili sul reddito disponibile: il 17%, in linea con i dati 2006 e con gli altri partner. Se si guarda alla distribuzione geografica del calo del reddito, viene fuori che a soffrire è più il centro Italia, con un meno 4,2%. I più colpiti sono i lavoratori autonomi e gli operai. La ricchezza totale netta è pari a 153 mila euro medi.
la Repubblica 11.02,10

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Bankitalia: «In tre anni una diminuzione del 4% del reddito familiare», di Marco Ventimiglia

Vista dalla parte del governo, si tratta probabilmente dell’ennesima “scorrettezza” di Bankitalia (così l’esecutivo ha recentemente definito uno studio sulla disoccupazione reale di Via Nazionale). Vista dalla parte degli italiani, intesi come coloro che lottano ogni giorno per far quadrare i conti, si tratta invece dell’ennesima ed autorevole conferma dei gravi problemi economici a cui devono far fronte. In sintesi, costretti a vivere con meno reddito disponibile e più debiti. L’indagine triennale di Bankitalia, che si ferma al 2008 e non copre quindi tutto l’arco temporale della crisi, evidenzia comunque che le famiglie italiane sono già impelagate in una recessione simile a quella di inizio anni Novanta. E questo, come detto, senza tener conto dell’onda d’urto provocata nel 2009 dal grande aumento della disoccupazione e dalla crisi dell’economia reale. In particolare, i dati evidenziano una flessione pari al 4% del reddito medio tra il 2006 e il 2008 con quasi il 30% delle famiglie indebitate; circa una su cinque con un reddito mensile medio inferiore a 1.281 euro.
Dati che sono stati commentati da Agostino Megale, segretario confederale Cgil: «Il governo non può continuare a chiudere gli occhi mentre la maggior parte delle famiglie italiane si trova in grande difficoltà ed è costretta a indebitarsi. Vanno ridotte le tasse sul lavoro e sulle pensioni ». Lo studio di Via Nazionale mette in evidenza una riduzione dei guadagni che ha riguardato in misura maggiore i lavoratori autonomi rispetto ai dipendenti e agli individui in condizione non professionale, come i pensionati. Inoltre, la contrazione è stata maggiore per gli under 55 e in particolare per le persone conmenodi45 anni. Un altro numero interessante è quello che fotografa la ricchezza familiare netta nel 2008, data dalla somma delle attività reali (immobili, aziende e oggetti di valore) e delle attività finanziarie (depositi, titoli di stato, azioni), al netto delle passività finanziarie (mutui e altri debiti). Ebbene, il valore medio è di 153 mila euro. Ciò significa che dopo essere cresciuto di circa il44%dal1993 al 2006, questo valore è diminuito di circa l’1% nel biennio successivo.
SOGLIA DI POVERTÀ Riguardo la distribuzione del reddito, lo studio di Palazzo Koch mette in luce che quello da lavoro dipendente è risultato pari a 16.373 euro, con un -3,3% in termini reali rispetto al 2006. Quello da lavoro indipendente è risultato invece pari a 20.374 euro, con una diminuzione del 12,5%. Il reddito individuale medio da lavoro (autonomo e indipendente) è inferiore per le donne e al Sud e nelle Isole, mentre i laureati guadagnano quasi il doppio rispetto a coloro senza titolo di studio. Nel 2008 il reddito familiare medio, al netto delle imposte sul reddito e dei contributi sociali è risultato di 2.679 euro al mese;mail20%delle famiglie non arriva a 1.281 euro e solo il10%può vantare guadagni superiori a 4.860. Inoltre, il 10% delle famiglie più agiate possiede quasi il 45% dell’intera ricchezza netta, mentre la quota di individui con reddito al di sotto della soglia di povertà risulta pari al 13,4%.
L’Unità 11.02.10