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Polverini in curva Nord

Se la Lazio va in serie B, la candidata alla Regione rischia di non avere voti dagli ultras biancocelesti. Così Alemanno è costretto a scuotere Lotito per salvare il salvabile. Può il calcio orientare le elezioni regionali? Sembrerebbe una boutade di basso livello ma, a sorpresa, quando c’è di mezzo Roma e le elezioni del governatore del Lazio, la risposta è sicuramente sì. Le vicissitudini di una stagione nera per la Lazio stanno condizionando i voti per Renata Polverini: la polemica intorno al presidente della Lazio, Claudio Lotito ha fatto scomodare il sindaco Alemanno e, pare, lo stesso Presidente della Camera, Gianfranco Fini. La minaccia dei supporter biancocelesti è: se la politica non fa nulla per il bene della Lazio, noi non andremo a votare.

Ieri Formello è stato il luogo di una vera guerriglia urbana. Tifosi e facinorosi, esasperati dal silenzio-assenza della dirigenza della Lazio sulle sorti della squadra sempre più vicina alla serie B, sono passati dalle parole ai fatti. Tra i 500 e i 1000 ultras hanno attaccato i cancelli del centro sportivo per cercare di invadere i campi di allenamento. Da qui sono nati gli scontri con le forze di polizia, impegnate a riportare alla calma una situazione degenerata.

Ma quella che poteva sembrare solo una brutta giornata di (pseudo)sport ha avuto dei risvolti politici nuovi e importanti. I tifosi laziali hanno trovato il loro cavallo di Troia: la minaccia di non andare a votare alle prossime elezioni regionali. Il loro pensiero è molto chiaro: siamo un bacino elettorale molto ampio – almeno 100mila voti – per il sostegno al centrodestra, quindi o la “politica” ci risolve il “problema Lotito” o noi non votiamo la Polverini! Un ragionamento talmente lineare che ha immediatamente allarmato il sindaco di Roma, Gianni Alemanno.

L’abbinamento tra i tifosi organizzati della Lazio e il loro schieramento politico sono da tempo noti, così come è certa la vicinanza tra Lotito e alcuni esponenti di spicco della destra, in primis Francesco Storace. Fu proprio l’allora governatore della Regione Lazio a favorire nel 2004, l’accesso di Lotito all’acquisto della squadra capitolina e al decreto “spalma-debiti” che impedì alla Lazio di essere trascinata in un clamoroso fallimento. La Lazio diventò la prima squadra di calcio italiana, che, in barba al fatto di essere una Spa quotata in Borsa e a differenza di altre squadre di calcio, fu messa in grado di spalmare il suo debito di 127 milioni di euro per evitare il fallimento.

Con un Lotito in silenzio stampa e il problema Lazio sul groppone, Alemanno è riuscito prima a fare l’equilibrista con dichiarazioni di comodo che non avrebbero inimicato i “cugini” romanisti. Poi, capendo che la diplomazia non sarebbe bastata a risolvere la questione ha annunciato che“nei prossimi giorni incontrerò i tifosi per ascoltare le loro richieste, facendomi garante affinché ci sia un aiuto alla squadra e attenzione ai loro interessi. Farò di tutto perché i vertici della Lazio si responsabilizzino per allontanare lo spettro della retrocessione in serie B”.

In altre parole, caro Lotito attento a come ti muovi perché qui in ballo non c’è la vittoria contro la XYZ ma la Regione Lazio per i prossimi 5 anni. E la risposta non si è fatta attendere. L’allenatore Ballardini è stato il primo a saltare per aria e al suo posto è stato ingaggiato il goriziano Edy Reja.

Insomma la corsa ad ostacoli per la Polverini ha trovato un nuovo incidente di percorso. Ogni giorno di campagna elettorale sta diventando un calvario per la candidata e per il suo staff sempre più alle prese con dissidi e rivalità interne. Alemanno corre ai ripari per tappare i buchi ma fino a quando sarà in grado di fare l’azzeccagarbugli?
A.Dra
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