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Ghizzoni: «E’ la riforma dei tagli, alle superiori meno ore e meno prof»

Che fosse una riforma destinata a far discutere lo si sapeva ancora prima di leggerla. Una volta approvata ha poi scatenato qualcosa di più della semplice bagarre politica. La scuola italiana, che già non vive un momento felice, si appresta a rivoluzionare gli istituti superiori. Dopo l’intervento del dirigente scolastico Gino Malaguti che ha fatto da spot alla riforma Gelmini, l’ onorevole del Pd Manuela Ghizzoni dà la sua lettura, entrando nello specifico delle criticità ad un mese dalla scadenza delle iscrizioni alle scuole superiori per migliaia di ragazzi.
Il dirigente scolastico Malaguti ha detto che le superiori vanno verso la modernizzazione. L’onorevole Ghizzoni è d’accordo?
«Intanto va detto che Malaguti non è, come pensa, un dipendente della Gelmini ma un funzionario dello stato, e quindi da lui ci si aspetta una comunicazione di servizio e non uno spot per la riforma. Detto questo come posso essere d’accordo? La sua lettura è quella di un mondo meraviglioso, in realtà se era stato chiesto il rinvio di un anno un motivo c’era. Le famiglie ora devono scegliere e invece siamo ancora nell’incertezza più totale, considerando che i regolamenti sono stati pubblicati oggi sul sito del Ministero».
Cosa non va in questa riforma?
«Un punto tra i tanti: disattende il principio di dignità dell’istruzione tecnica e professionale, subordinandola a quella dei licei. A questo si aggiungono tutta una serie di questioni tecniche che peggiorano la situazione».
Un esempio?
«Le sperimentazioni attualmente esistenti non sono state minimamente valutate. Ma mi vengono in mente mille controindicazioni: è vero che la riforma partirà soltanto dal primo anno, e questo solo grazie all’opposizione, ma sarà impossibile rispettare i tempi. Solo ad aprile si avvierà il lungo iter per definire gli organici: ci sono nuove discipline e le classi di concorso sono rimaste quelle vecchie. Tanto per capire: chi andrà ad insegnare fisica nei licei al biennio?».
Le proteste più accese sono arrivate per storia e le lingue straniere.
«Dobbiamo partire da un dato: la manovra serve a tagliare e il fatto che da settembre partirà solo col primo anno significa che Tremonti non risparmierà tutti i soldi che si aspettava. Capito questo, il resto viene da sé: la somma delle ore, ad esempio nel biennio dei licei, deve fare sempre 27, ed ecco che storia e geografia vengono accorpate perdendo un’ora – si passa da 4 complessive e 3 in tutto – e gli insegnamenti di lingue ridotti».
Le scuole avranno margine per potenziare con l’autonomia scolastica la
propria offerta formativa?
«Magari, ma c’è un problema: questa autonomia si basa sull’organico che viene dato dallo Stato, ma senza i docenti non si può fare nulla».
E negli istituti tecnici cosa succederà?
«Dal secondo al quarto anno delle superiori è vero che rimarrà ancora il vecchio ordinamento, ma dovrà essere adeguato al nuovo orario e nessuno sa ancora chi e cosa verrà tagliato».
Ai genitori che saranno al fianco dei ragazzi per scegliere, entro un mese, la scuola del loro futuro che cosa si sente di dire?
«Di seguire i corsi di orientamento nel modo più consapevole, basandosi sulle informazioni che le scuole daranno, ma non senza difficoltà. Sono scelte che vanno prese col maggior numero di informazioni a disposizione e oggi regna l’ incertezza. C’è solo una certezza: Tremonti taglierà 17mila cattedre, anche nella scuola modenese.
La Gazzetta di Modena 25.02.10

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L’On Ghizzoni risponde alle dichiarazioni del dirigente Malugati apparse sulla Gazzetta del 23.02.10 che riportiamo di seguito

Malaguti: «Ecco la scuola del futuro» . Il dirigente interviene sulla riforma: «Dall’anno prossimo coinvolte solo le classi prime», di DAVIDE BERTI

Per chi ha un figlio che frequenta la terza media è tempo di iscrizioni alle scuole superiori. Un passo importante che quest’anno ha certamente una problematica in più che non serve certo a chiarire le idee: la nuova riforma delle superiori. Il cambio di specializzazioni e orari, tanto per citare due degli interventi più significativi, sono stati spesso oggetto di critica in queste settimane, soprattutto da parte degli stessi professori. E se questi hanno evidenziato lacune, ecco che il dirigente scolastico provinciale Gino Malaguti tesse le lodi della manovra.
IL PUNTO. «Questa riforma – attacca Malaguti – in continuità con gli atti predisposti dal governo precedente, segna un passo fondamentale verso la modernizzazione del sistema scolastico italiano, coniungando tradizione e innovazione. Dal nuovo anno scolastico 2010-2011 solo le classi prime inizieranno ad attuare la riforma e ciò per la dovuta gradualità di applicazione. Per i licei la riforma cancella la frammentazione presistente per consentire alle famiglie ed agli studenti di compiere scelte chiare: dai circa 450 indirizzi sperimentali si passerà a 6 licei». Da qui a un mese le scadenze saranno piuttosto importanti: nel mese di marzo le singole scuole superiori con le iniziative “scuole aperte”, con specifiche riunioni dedicate ai genitori ed agli alunni frequentanti le classi terze medie illustreranno la riforma e le specifiche possibilità di frequentare i nuovi indirizzi scolastici. Le iscrizioni alle scuole superiori si effettueranno presso le scuole medie frequentate nell’anno scolastico 2009-2010 e si chiudono il 26 marzo. Il Ministro dell’Istruzione ha aperto sul sito www.istruzione.it una funzione, operativa dal 25 febbraio, rivolta ai genitori, che permetterà la ricerca delle scuole superiori secondo i nuovi ordinamenti.
LE NOVITA’. Ecco come Malaguti presenta quelli che saranno i cambiamenti più significativi della riforma: «Incremento orario dell’asse matematico-scientifico per irrobustire la componente scientifica nella preparazione liceale degli studenti; potenziamento delle lingue straniere con la presenza obbligatoria dell’insegnamento di una lingua straniera nei cinque anni con un monte ore di almeno 99 ore annuali ed eventualmente di una seconda lingua straniera usando la quota di autonomia; presenza delle discipline giuridiche ed economiche nel liceo delle scienze umane e nell’opzione economico-sociale; è possibile inoltre attraverso la quota dell’autonomia tali discipline anche negli altri percorsi liceali; insegnamento nel quinto anno di una disciplina non linguistica in lingua straniera; che ci allinea alle migliori esperienze del resto d’Europa (Clil); valorizzazione della lingua latina; sarà valorizzata la qualità degli apprendimenti piuttosto che la quantità delle materie.
GLI ORARI. Una nuova organizzazione oraria, che è anche quella che più spesso è stata contestata nella presentazione della riforma: «Tutti i licei – spiega Malaguti – prevederanno 27 ore settimanali nel primo biennio e 30 nel secondo biennio e nel 5º anno con le seguenti eccezioni: nel liceo classico negli ultimi 3 anni sono previste 31 ore, per rafforzare la lingua straniera; nell’artistico fino a 35 ore e nel musicale e coreutica fino a 32, poiché in questi due percorsi sono previste materie pratiche ed esercitazioni; entrano a regime le sperimentazioni che hanno coinvolto gli istituti d’arte, i percorsi musicali, i vecchi istituti magistrali e le sperimentazioni scientifico-tecnologiche e linguistiche, queste ultime nate dall’esperienza delle scuole non statali, private o degli enti locali. La novità maggiore è la nuova istituzione del Liceo musicale e coreutico e del liceo delle scienze umane».
I PERCORSI. Ecco come ci si potrà specializzare con questa nuova organizzazione scolastica: «Gli istituti tecnici – conclude Malaguti – saranno suddivisi in 2 settori (economico e tecnologico) ed 11 indirizzi. Nel settore economico sono stati definiti 2 indirizzi; amministrativo, finanza e marketing; turismo. Nel settore tecnologico sono stati definiti 9 indirizzi: meccanica, meccatronica ed energia; trasporti e logistica; elettronica ed elettrotecnica; informatica e telecomunicazioni; grafica e comunicazione; chimica, materiali e biotecnologie sistema moda; agraria, agroalimentare e agroindustria; costruzioni, ambiente e territorio. I nuovi istituti professionali si articoleranno in 2 macrosettori: istituti professionali per il settore dei servizi; istituti professionali per il settore industria e artigianato. Ai 2 settori corrispondono 6 indirizzi. Settore dei servizi: servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale; servizi socio-sanitari; servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera; servizi commerciali. Settore Industria e artigianato: produzioni artigianali e industriali; servizi per la manutenzione e l’assistenza tecnica».

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