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In Abruzzo i problemi non sono finiti

“I problemi all’Aquila non sono finiti benché si pensi il contrario in giro per l’Italia”. Non passa come titolo sul tg la verità e tocca al segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, a L’Aquila per sostenere la candidatura di Stefania Pezzopane, smontare la macchina propagandistica dell’avvenuta ricostruzione della città: “Questo è il luogo che più di tutti ha dimostrato la potenza dell’informazione del nostro paese, l’Italia oggi non ha la percezione del problema. In questa città c’è stata l’estremizzazione della politica berlusconiana: il fare per creare consenso”.

Ma il mito del fare si sposta con Berlusconi e tutti i suoi riflettori senza aver risolto molto, vista la situazione che si può vedere facendo un giro nel centro deserto e pieno di macerie della città, una zona off limits oggi agli stessi abitanti. Ma il centro de l’Aquila è oggi una zona d’ombra pericolante e dimenticata, che Berlusconi e Bertolaso ignorano.

Terremotati di serie B.
E’ brutto dirlo, ma gli aquilano differentemente dagli altri terremotati dovranno pagare le tasse a partire dal secondo semestre del 2010, mentre i pedaggi hanno già dovuto cominciare a pagrali tutti quelli sistemati eni residence in altre città o regionie costretti a fare da pendolari. Come se non bastasse le tasse devono pagarle anche coloro che col terremoto hanno perso il lavoro o la loro attività. Il governo non ha mai stanziato i soldi per la ricostruzione ma solo quelli per l’emergenza e dopo quasi un anno dal terremoto nulla è cambiato. La ricostruzione non è mai partita e le famiglie abruzzesi non sanno ancora cosa sarà del loro futuro. Invece “questa gente deve essere aiutata – non c’è prospettiva di rinascita senza il lavoro e senza un’autonomia credibile, in cui lo stato si imoegni a trovare i fondi da far gestire ai sindaci e alla provincia e non a penalizzarli togliendo loro risorse”.

Stefania Pezzopane corre per la riconferma alla guida della provincia de L’Aquila e sulla condotta da tenere Bersani e lei la pensano allo stesso mondo: non bisogna strumentalizzare il terremoto per la campagna elettorale, ma ciò non significa non parlarne affatto specie se i diritti dei terremotati come in questo caso non sono garantiti. “Noi vogliamo dare una mano per i prossimi anni e vogliamo essere presi per mano da una persona che è stata qui fin dal primo momento, che sa bene che la strada la si fa insieme alla gente, guardando in faccia i problemi e il presidente della provincia Stefania Pezzopane è una persona così. L’Aquila scelga il meglio, noi siamo sicuri che Stefania è il meglio, una di voi che merita di continuare a governare perchè è sul territorio giorno dopo giorno e ne conosce i problemi, non si sposta da qui” ha concluso Bersani.

“La gente non deve aver paura di venire abbandonata dallo Stato qualora il Pdl perda le elezioni” dice lei. Stefania Pezzopane vuole vincere per la propria terra, per gli abruzzesi fa campagna continuando a chiedere la zona franca, a battersi per salvare posti di lavoro e creare occupazione: “Abbiamo salvato molti posti di lavoro, abbiamo tenuto testa ad una situazione drammatica che dura oramai da 11 mesi e che non finirà presto con precisione e rigore e questo ci ha portati ad essere ammirati da tutt’Italia”. Lo ricorda con orgoglio, rivendicando un ruolo che le apprtiene per impegno e capacità e che di certo gli elettori nons tenteranno a riconoscerle.

Poi dal segretario nazionale arriva l’affondo contro il governo:”Bisogna prendere iniziative serie per portare 5 milioni di tonnellate di macerie fuori dalla città, non può ricadere tutto sulle spalle del sindaco Cialente. Bisogna dare forza agli enti locali che non scappano via, che devono stare qua. Non come lo Stato che se ne è già scappato!”.

Già, prendi i primi piani ai tg e scappa. Con YouDem siamo tornati nel centro de L’Aquila: non vi sono cantieri per la ricostruzione, il centro storico è completamente fermo, le macerie del 6 aprile sono ancora lì a testimoniare il non fatto ma soprattutto il non-deciso. Come si selezionano e conservano le macerie dei beni storico-artitistici e delle case del centro storico?. Le immagini televisive hanno mostrato che l’Aquila è una città disabitata. Il governo non solo ha abbandonato la ricostruzione del centro storico, ma anche la ripresa delle attività commerciali, artigiane, professionali, della piccola e media impresa.

Più fondi per la ricostruzione. “Rivendico il fatto che quello de L’Aquila sia trattato come tutti gli altri terremoti. Conosco abbastanza il bilancio dello Stato per sapere che non si stanno chiedendo cose impossibili, è inutile che Tremonti dica che non ci sono i soldi. Con una linea di investimento fatta per bene si possono risolvere tanti problemi. Vi dico quello che mi è capitato di dire in Parlamento un anno fa: il primo passo va fatto mentre si ha ben chiaro il secondo, il terzo, il quarto: cosa che all’Aquila non è successa. Ci sono due-tre cose importanti, e una di queste è l’economia…se non c’e’ lavoro cosa si fa? Noi abbiamo preso l’iniziativa e siamo riusciti a ottenere 8 milioni di euro per il rilancio delle aree industriali”.

Bersani ha poi aggiunto: “So che ci sono imprese disponibili a questo. Il governo si è occupato troppo poco delle pratiche che servono a valorizzare queste risorse, è curioso che sia l’onorevole Giovanni Lolli del PD a dover fare la spola tra Sviluppo Italia e Finmec, quando i ministri ci sono per questo! Comunque credo che nei prossimi giorni la cosa potrà andare in porto anche burocraticamente. Per quello che sta a noi cercherà di dare un segnale alle imprese che hanno vocazione in questo territorio perche’ vengano e dimostrino che hanno fiducia. La cosa fondamentale è che diano un po’ di lavoro”.

Lolli alla Camera, Lusi e Legnini al Senato, da 11 mesi per il PD presentano emendamenti volti a far ripartire la ricostruzione e la ripresa dell’attività lavorativa, sistematicamente respinti dalla maggioranza e dai parlamentari della Destra abruzzese. Lusi promette che per la ricostruzione “gli abruzzesi ci vedranno sempre in prima linea e che non saranno le finte assicurazioni dei politici della maggioranza a fermarci. È giunto il momento che sulla ricostruzione, sulla sospensione e sulla restituzione delle imposte, sui danni diretti e indiretti di tutti i comuni e i cittadini colpiti dal terremoto, dentro e fuori il cratere, il Governo passi dalle parole ai fatti mettendo in moto, senza più indugio, fondi e progetti per un enorme cantiere per far rivivere il capoluogo e i comuni abruzzesi colpiti dal sisma”.

La giornata aquilana di Bersani non ha potuto non toccare il tema della Protezione Civile che è un organo di stato e non di governo, e di Guido Bertolaso, responsabile della Protezione Civile e sottosegretario: “Non si può confondere il ruolo di capo della Protezione Civile con il ruolo di membro del governo. Il capo della Polizia non è il ministro degli Interni e nemmeno il sottosegretario agli Interni. Non bisogna confondere lo Stato con il governo che sono cose diverse tra loro. E allora bisogna partire da queste piccole cose che vanno ripristinate diversamente o ci facciamo prendere la mano da meccanismi sbagliati. I governi passano, lo stato resta. Io non ce l’ho con Bertolaso, è giusto prendere gli applausi per conto della Protezione civile, ma quando ci sono anche cose che non vanno bisogna anche sapersi prendere la responsabilità. In caso contrario si incrina la credibilità di questa istituzione. La protezione civile deve operare perchè questo è il suo compito”.

“Questa campagna elettorale per il PD ha un valore diverso da quella precedente – spiega Giovanni Lolli deputato PD- è una campagna speciale perchè vincere significa mettere una tacca per la difesa e la salvezza de L’Aquila. che è stata preda di sciacalli e avvoltoi”.

“Ce la faremo facendo passare l’idea di un PD che con i piedi per terra convince la gente. E’ un’idea bellissima” – conclude Bersani un incontro importante in una città che non va mai dimenticata.

Antonella Madeo, Marco Laudonio.
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