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"Pioggia di cinque in condotta. Ma è scontro sui dati del ministero", di Salvo Intravaia

L’opposizione: “Perché nascondono altrui dati positivi. Il ministro riferisca”. Pioggia di 5 in condotta e linea del rigore confermata a scuola. Il ministero dell’Istruzione ha appena diffuso i dati relativi agli esiti del primo quadrimestre che secondo viale Trastevere “confermano la linea più severa e rigorosa attuata già dall’anno scolastico precedente in sede scrutinante, soprattutto nelle superiori”. Ma non tutti sono d’accordo. La Cisl scuola parla di “proclami a vuoto”, mentre Manuela Ghizzoni (Pd), in commissione Cultura alla Camera, dubita degli stessi dati e invita il ministro a riferirli in commissione. In effetti, alla scuola media le insufficienze in condotta sono diminuite. E di parecchio.

“Non fa mai piacere – dichiara il ministro Mariastella Gelmini – quando ad un ragazzo viene assegnata un’insufficienza. Spero che possa essere recuperata nel secondo quadrimestre. Ma una scuola che promuove tutti – continua – non è una scuola che fa l’interesse dei ragazzi. La nostra scuola è lontana da quella del 6 politico. Anche il comportamento è importante nella valutazione complessiva dei ragazzi, perché gli studenti sono titolari di diritti ma anche di doveri come il rispetto delle istituzioni scolastiche e dei compagni”.

Ma, quest’anno, com’è andata al milione e 660 mila ragazzini della scuole media e ai 2 milioni e 574 mila delle superiori? A beccarsi un sonoro 5 in condotta alla scuola media sono stati poco più di 17 mila alunni, con record al Sud. Ma l’anno scorso furono quasi mille in più: 18.033. In calo verticale anche il numero di ragazzini per i quali l’unica insufficienza è stata quella della condotta: 1.498 studenti quest’anno, contro i 4.268 dell’anno scorso. Un’inversione di tendenza che toccherebbe, alla scuola media, anche le altre discipline.

“Dalle informazioni in nostro possesso – spiega la Ghizzoni – non si prefigura affatto per la scuola media un incremento delle insufficienze: perché celare questo dato positivo? Forse perché non rinforza l’immagine della Gelmini come vessillo del rigore nell’istruzione? La Ministra – continua la deputata – venga immediatamente a riferire in Commissione sugli esiti degli scrutini del primo quadrimestre, fornendo i dati delle insufficienze per materie in numeri assoluti e in percentuali con quelli dello scorso anno, così da poterli comparare”. I cattivi voti, secondo la parlamentare, almeno alla media sono in netto calo rispetto ad un anno fa. Con un picco di insufficienze in Matematica, Lingua straniera ed Italiano, vere bestie nere dei ragazzini.

Alle superiori le cose sono andate peggio. Hanno rimediato una insufficienza in condotta 10 mila alunni in più dell’anno scorso: 46 mila in tutto. Con record sempre nel meridione. Ma si dimezza il numero di coloro che hanno riportato l’insufficienza soltanto in condotta: 3.574 quest’anno, 8.829 nel 2009. “E’ fuorviante valutare la bontà di un percorso formativo – spiega Francesco Scrima, della Cisl scuola – attraverso i 5 in condotta, ma dagli obiettivi formativi che raggiungono gli alunni”. Tre ragazzi su quattro poche settimane fa hanno presentato ai genitori pagelle con almeno una insufficienza. In 12 mesi il dato è aumentato leggermente: si è passati dal 74 al 76 percento.

“Questo dato – dicono dal ministero – evidenzia una linea di tendenza, già registrata nell’anno scolastico precedente, di maggiore severità”. Ma la Cisl non è affatto d’accordo. “Se i dati sono davvero questi – replica Scrima – quelli del ministro mi sembrano proclami a vuoto”. Sulla stessa linea la Ghizzoni. “Nonostante l’ipocrita rammarico per l’assegnazione delle insufficienze agli studenti – conclude la parlamentare – è chiaro che fronteggiare il grave problema dell’insuccesso scolastico non sia tra le priorità del Ministro, occupata piuttosto a costruire una scuola che esclude e che si nega al futuro dei ragazzi”.

E’ soprattutto negli istituti professionali che si registra il maggiore incremento di alunni con almeno una insufficienza: dall’81,3 percento dello scorso anno all’82,7 di oggi. Ma anche nei tecnici dove si sfonda il muro dell’80 percento. Nei licei, compresi gli ex magistrali (oggi socio-psicopedagogici), le cose vanno diversamente. Al classico 62 studenti su 100 hanno rimediato una insufficienza. Valore che sale al 67 per cento allo scientifico e al 73 per cento negli ex magistrali.
Anche nella scuola secondaria di secondo grado i maggiori grattacapi per studenti e genitori sono rappresentati da Matematica, Lingua straniera e Italiano.
La Repubblica 28.02.10

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SCUOLA: GHIZZONI (PD), GELMINI RIFERISCA IN COMMISSIONE CULTURA SU SCRUTINI PRIMO QUADRIMESTRE. Il MINISTRO FORNISCA DATI PRECISI, il SUO RAMMARICO E’ IPOCRITA

Roma, 28 feb. (Adnkronos) – ‘La ministra venga immediatamente a riferire in Commissione sugli esiti degli scrutini del I quadrimestre, fornendo i dati delle insufficienze per materie in numeri assoluti e in percentuali con quelli dello scorso anno, cosi’ da poterli comparare. Dalle informazioni in nostro possesso, ad esempio, non si prefigura per la scuola media un incremento delle insufficienze: perche’ celare questo dato positivo? Forse perche’ non rinforza l’immagine della Gelmini come vessillo del rigore nell’istruzione?’.
E’ quanto afferma la capogruppo del Pd in commissione Cultura alla Camera, Manuela Ghizzoni, secondo la quale ‘la ministra, invece di evocare fantasmi sessantottini come il 6 politico, farebbe comunque meglio ad adoperarsi per una scuola di qualita’, garantendo le risorse per l’aggiornamento degli insegnanti e l’innovazione didattica’.

‘Parole – sottolinea Ghizzoni – evidentemente estranee al suo linguaggio, basta pensare alla totale assenza di questi argomenti dalla presunta ‘epocale’ riforma delle scuole superiori. Nonostante l’ipocrita rammarico per l’assegnazione delle insufficienze agli studenti, e’ chiaro che fronteggiare il grave problema dell’insuccesso scolastico non sia tra le priorita’ della ministra, occupata piuttosto a costruire una scuola che esclude e che si nega al futuro dei ragazzi. Ma un Ministro all’istruzione (un tempo pubblica) che non mostra interesse per la crescita dei livelli di apprendimento di tutti i ragazzi sta assolvendo al proprio dovere? E, soprattutto – conclude – sta facendo il bene della Repubblica?’ .

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