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«Scuola, si tace su uno scandalo», del Coordinamento precari di Modena

Gentile direttore,
le scriviamo in relazione all’articolo in cui il dirigente scolastico provinciale Gino Malaguti “tesse le lodi” della riforma delle scuole superiori.
Abbiamo sentito il dovere di replicare, perché il quadro della “scuola che verrà” da lui delineato ribalta la realtà e nasconde il drammatico futuro che attende gli studenti e i lavoratori della scuola.
Non esiste alcun progetto autentico di riforma, ma solo provvedimenti esecutivi per il contenimento della spesa: il taglio dei finanziamenti alla scuola pubblica per un totale di 7 miliardi e 832 milioni di euro nel quadriennio 2009/12; l’aumento del numero di alunni per classe; pesanti tagli agli organici dei docenti e del personale Ata; il ridimensionamento, la chiusura e l’accorpamento degli istituti scolastici; tagli e accorpamenti delle classi di concorso; la riduzione dei piani di studio e dei quadri orari.
Ecco perché “la riforma” in realtà altro non è che una drastica riduzione delle ore, delle discipline e delle attività di laboratorio. Non è previsto alcun investimento, ma solo risparmi… Viene taciuto l’aumento del rapporto alunni/classe: dal prossimo anno dovranno esserci dai 25 ai 33 alunni per classe, con conseguenze immaginabili sulla didattica…
“La scuola che verrà” abolisce l’ultimo anno dell’obbligo di istruzione negli istituti professionali, permettendo agli studenti di sostituirlo con l’apprendistato. Un sostanziale arretramento che ci allontana ancora di più dall’Europa, dove è invece l’innalzamento dell’obbligo a 18 anni ad essere all’ordine del giorno.
La campagna di disinformazione che il governo sta portando avanti, con la complicità di un’opposizione silenziosa, è davvero scandalosa. E’ quantomeno anomalo che tali svolte “epocali” vengano concepite in segreto e maturino in assenza di un dialogo con le parti direttamente coinvolte: gli studenti e i loro docenti. Sul web sono stati oscurati tutti i i link intitolati “Conosci e commenta la riforma”. Un atto che la Gelmini ha compiuto senza alcun preavviso e senza alcuna motivazione. Questa è la scuola che troveranno a settembre i nostri figli, a meno che non si abbia la possibilità di iscriverli in istituti privati, sempre meglio foraggiati dallo Stato. Decine di migliaia di insegnanti e lavoratori della scuola condannati dalla riforma a lasciare le loro cattedre, aspettano a braccia conserte di essere cancellati dalla pubblica istruzione come segni di gesso sulla lavagna.

da La Gazzetta di Modena

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