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"Berlusconi punta al Quirinale e alla riforma presidenzialista", intervista a Dario Franceschini di Umberto Rosso

Il Tar del Lazio? Per fortuna tutte queste forzature incontrano organi giurisdizionali che difendono le regole. I sistemi che tendono all´autoritarismo sono più pericolosi nella loro fase finale: dobbiamo tenere alta la guardia
«E adesso, dopo la decisione del Tar del Lazio, cosa dovremmo aspettarci? Un nuovo atto di arroganza del governo, un altro decreto per calpestare quel verdetto, un rinvio delle elezioni?».
C´è un giudice a Berlino, onorevole Dario Franceschini?
«Tutte queste forzature per fortuna incontrano istituzioni e organi giurisdizionali che difendono semplicemente regole e principii. Ma la vicenda del decreto salva-liste va ben al di là del caso specifico, apre una ferita senza precedenti».
Quale?
«I sistemi che tendono all´autoritarismo sono più pericolosi nella loro fase finale. Il ventennio di Berlusconi è in declino, sta per chiudersi. E io temo perciò che possano scattare proprio adesso i colpi di coda più insidiosi. Dobbiamo difendere la nostra democrazia, tenere alta la guardia».
Significa che la battaglia del Pd a questo punto non è più soltanto contro il decreto?
«Questa è l´ultima goccia, un altro vergognoso tassello nella catena di violazione delle leggi. Ma in gioco ormai c´è molto di più: il decreto sta svelando a tutti che il re è nudo ma annuncia al contempo anche a che livello si è spinto il premier. Io mi aspetto di tutto. Anche perché quello che ha in mente Berlusconi lo sappiamo bene».
Cosa ha in mente?
«Un chiodo fisso. Dal primo giorno stesso della sua discesa in campo. Il Quirinale. È lassù, sul Colle, che Berlusconi intende chiudere e coronare la carriera, e non certo uscendo di scena al prossimo turno elettorale. E una volta diventato capo dello Stato, trasformare il nostro sistema in una Repubblica presidenziale priva di garanzie e contrappesi. Anche a Costituzione invariata».
E che sarebbe, un golpe bianco? Possibile?
«Proviamo a completare, allora, il “sogno” del Cavaliere. Lui insediato al Quirinale. La poltrona di Palazzo Chigi lasciata in eredità ovviamente ad un suo uomo di fiducia. In Parlamento deputati e senatori della maggioranza dal capo “nominati”, ancora grazie al porcellum, e a lui perciò devotissimi. Scenario da incubo. In cui però diventa possibile svuotare di fatto il sistema parlamentare, senza nemmeno il bisogno di rimettere mano alla Carta».
Ma anche negli Stati Uniti o in Francia vige un sistema presidenziale…
«Certo, e si tratta di grandi democrazie. Ma il nodo non sta nel modello istituzionale ma nel metodo che abbiamo visto in tutti questi anni: un uomo solo al comando, senza alcun vincolo e controllo. Un altro triste ventennio per la storia del nostro paese. E adesso siamo entrati nella più pericolosa, il declino».
Ma dove lo vede il declino di Berlusconi?
«La maggioranza implode. Risse e scontri sempre più violenti, come dimostra la stessa vicenda della mancata presentazione delle liste. E i risultati elettorali? Alle europee erano certi di superare il 40, hanno portato a casa il 35, diversi punti sotto le politiche».
Vi aspettate un´altra battuta di arresto del Pdl alle regionali?
«Ci stiamo lavorando. Ma anche loro ne sono consapevoli. Ogni giorno sistemano al ribasso l´asticella: l´ultima, è che gli basterebbe una sconfitta otto a cinque per cantare vittoria».
Quanto a scontri interni, il centrosinistra non scherza: Di Pietro attacca il Colle.
«E sbaglia. In piazza sabato comunque ci sarà, unita, tutta l´opposizione. Il momento è troppo delicato per dividersi. Vale per il Pd, e vale per tutto il fronte ampio che è contro il governo. La reazione al decreto salva-liste ci incoraggia molto. È stata immediata, spontanea, non organizzata. Il segnale che stavolta l´affondo è stato colto in pieno, nella sua natura di fondo: Berlusconi ha superato il livello di guardia, siamo alla vigilanza democratica».
Un pericolo reale o un´ossessione del centrosinistra?
«Una democrazia senza regole si spegne. E la nostra temo stia lentamente morendo, in una specie di assuefazione alle violazioni. Parlano gli atti del governo. Leggi ad personam, legittimo impedimento, condoni, scudo fiscale, per non parlare della cricca della Protezione civile che, per la prima volta, si tuffa nella corruzione non violando la legge ma proprio grazie all´”allentamento” della legge creato con il meccanismo delle ordinanze e dei grandi eventi. Tutto è ammesso, tutto è lecito per ottenere successo, ricchezza. Berlusconi ha rovesciato i valori morali. Per questo indignarsi è giusto, e occorre svegliare la coscienza civile di questo paese».
La Repubblica 09.03.10

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