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Il CSM accusa il premier: "Democrazia a rischio"

Mai parole così dure e così condivise. Mai così nette nei confronti del Presidente del Consiglio “accusato” dal Csm di «denigrare e condizionare la magistratura e i singoli magistrati» con modi, episodi ed espressioni del tutto «inaccettabili » perché «lesive dell’ordine democratico ». Mai, almeno nell’era dello scontro perenne tra politica e giustizia inaugurato nel 1994 con l’avvento di Berlusconi al governo, un documento del Consiglio superiore della magistratura aveva dato un altolà così forte all’esecutivo. Perché il testo approvato ieri della Prima Commissione di Palazzo dei Marescialli non solo è stato approvato all’unanimità dai membri della stessa .Ma prima di andare in plenum (oggi pomeriggio ore 16,30) il testo è stato rivisto e corretto e limato dal vicepresidente Nicola Mancino che a sua volta, così dicono i rumours di palazzo dei Marescialli, avrebbe ottenuto il via libera del Quirinale. Immediata la reazione del Pdl in una giornata già tesa per la faccenda liste e la fiducia sul legittimo impedimento e che dalla metà del pomeriggio in poi lo diventa ancora di più. Il coordinatore del Pdl Sandro Bondi quasi minaccia: «Se il plenum discuterà questo documento, saremmo di fronte ad una grave ingerenza e violazione da parte dell’ordine giudiziario dei principi fondamentali dell’ordinamento democratico ». Il Pd replica a stretto giro di posta con Donatella Ferranti: «Quello di Bondi è un attacco grave e intimidatorio».
VOTO UNANIME Il Csm ha aperto una pratica a tutela delle toghe dopo aver raccolto mesi di «offese» e «intimidazioni» da parte del premier. La pratica è stata discussa una settimana fa perché ormai sono almeno otto gli episodi da settembre a oggi (da «pm cospiratori » a « plotoni di esecuzione» fino a «pm comunisti» e «talebani» con ulteriori coloriture lessicali nel mezzo). Da quella iniziale discussione ne è uscito un testo che ieri è stato definitivamente approvato dalla Prima Commissione e che oggi sarà votato in plenum. E che, nonostante le limature, mantiene toni durissimi: «Episodi di denigrazione e di condizionamento della magistratura e di singoli magistrati sono inaccettabili» perché così si mette «a rischio l’equilibrio stesso tra poteri e ordini dello Stato che è il fondamento del l’ordinamento democratico di questo Paese». Il documento contiene anche un appello pressante, che ricalca la lettera del 27 febbraio del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano enumero 1 del Csm al suo vice a palazzo dei Marescialli Nicola Mancino, «a tutte le istituzioni perché sia ristabilito un clima di rispetto dei singoli magistrati e dell’intera magistratura, che è condizione imprescindibile di un’ordinata vita democratica». «L’assunto di una magistratura requirente e giudicante che persegue finalità diverse da quelle sue proprie e, per di più, volte a sovvertire l’assetto istituzionale democraticamente voluto dai cittadini – scrive la Commissione – costituisce la più grave delle accuse» ed è «una obiettiva e incisiva delegittimazione della funzione giudiziaria nel suo complesso e dei singoli magistrati». Tutto questo può produrre «oggettivamente nell’opinione pubblica la convinzione che la magistratura non svolga la funzione di garanzia che le è propria, determinando così una grave lesione del prestigio e dell’indipendente esercizio della giurisdizione». Per affrontare le necessarie e auspicate riforme sulla giustizia, continua il documento, «è necessario il rispetto tra gli organi Istituzionali, che devono contribuire a garantire un clima sereno e costruttivo ». Delegittimare un’istituzione rispetto ad un’altra, significa «caduta di credibilità per l’intero assetto costituzionale ». Ecco perché non devono più ripetersi «episodi di denigrazione e di condizionamento della magistratura e di singoli magistrati». Sarà, anche oggi, un’altra giornata ad altissima tensione, al Senato, nelle piazze, al Consiglio superiore. L’Italia dei Valori non ha dubbi: «Ormai Berlusconi confonde la satrapia con la democrazia».
L’Unità 10.03.10