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Per una Scuola di qualità

Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani ha aperto ieri i lavori di una importante iniziativa che si svolta a Reggio Emilia, città che insieme a Bologna, ha ospitato la prima giornata di mobilitazione nazionale per la scuola indetta dal Partito Democratico. Dall’11 al 24 marzo infatti si susseguiranno una serie di incontri nelle principali città d’Italia, per discutere ed affrontare le problematiche della scuola pubblica italiana. A seguire gli interventi del candidato presidente dell’Emilia-Romagna, Vasco Errani, del segretario regionale del Pd, Stefano Bonaccini e di Francesca Puglisi, responsabile Scuola Segreteria nazionale PD. La parola è stata poi data ai protagonisti della scuola stessa: insegnanti, studenti, personale tecnico, che sempre più vedono sacrificata la qualità dell’istruzione e del proprio lavoro a favore della necessità di fare cassa del Governo. Tagli insostenibili e deleteri, che hanno messo in ginocchio l’intero sistema scolastico italiano.
Quella di ieri è stata inoltre un’occasione per affrontare i grandi temi che in queste settimane agitano il panorama politico e democratico del Paese.
Il Segretario, ha risposto così a chi gli chiedeva un commento alle parole di Berlusconi sulla crisi. “Io sono sicuro che l’Italia ce la farà, ma non con un Governo che sta con le mani in mano e interroga la sfera di cristallo”. “A noi – ha detto – non serve un presidente del Consiglio che fa i pronostici o che fa lo psichiatra, spiegando se la crisi sia o meno psicologica, ci serve invece un presidente del Consiglio che si occupi del problema e francamente nell’intervento su questa crisi non c’e’ dubbio che siamo assolutamente sotto soglia”.
Dalla manifestazione di sabato indetta dal centrosinistra dopo il decreto sulle Regionali, secondo il segretario del Pd Pier Luigi Bersani deve arrivare ”una spinta, non solo a noi ma al Paese, per cambiare l’agenda e cominciare a parlare dei problemi”. Le parole d’ordine della manifestazione, secondo Bersani, dovranno essere soprattutto ”democrazia e lavoro: a furia di stringere gli spazi democratici non si parla più dei problemi dei cittadini – ha spiegato – La democrazia serve per poter portare la discussione pubblica sui temi che interessano la gente: lavoro prima di tutto, regole, onestà, serietà, occuparsi di questioni come la sanità e la scuola”.
Il Segretario, sempre da Reggio Emilia, parla anche delle problematiche del Mezzogiorno: “La banca del sud, ad esempio, è ”uno spot che durerà una settimana”. ”Dopo aver sostanzialmente rapinato le risorse del Mezzogiorno per portarle a colmare le quote latte o i bilanci di Scapagnini o di Alemanno, dopo aver fatto strame di qualsiasi intervento serio nel Mezzogiorno, adesso usciamo con questa banca del sud che non si e’ capito neanche bene cosa sia. Magari male non farà, ma non stiamo certo parlando del sud e dei problemi veri del paese, stiamo facendo ancora uno spot che durerà una settimana”.
Pier Luigi Bersani ha inoltre risposto così alle accuse avanzate da Berlusconi sulla questione delle liste per le Regionali: ”Se la sono cercata loro, hanno fatto un pasticcio loro, hanno fatto un decreto su misura sbagliando la misura, cosa vogliono da noi?”. ”Si mettano tranquilli – ha aggiunto – e ci consentano di fare una campagna elettorale vera che parli di lavoro, scuola e sanità. Non possiamo andare avanti ancora due settimane parlando di complotti assurdi e favoleggiare di attacchi della sinistra: il capo del Governo deve fare il capo del Governo, non può fare il capo del partito o il capolista, bisogna tornare alla normalità”.
Da Bologna interviene Anna Finocchiaro, Presidente del gruppo del Pd al Senato, che partecipare alla 5 giorni dei democratici sulla scuola.”Il Pd vuole una scuola pubblica di qualità, che non lasci indietro nessuno, valorizzi il merito e non discrimini gli alunni e gli studenti stranieri. Su questo grande progetto formativo, che va dal nido d’infanzia da trasformare in diritto di ciascun bambino fino ad una riforma vera e seria della scuola superiore, l’Italia deve tornare ad investire gradualmente il 6 per cento del Pil”. “Tutte quelle che il governo Berlusconi ha chiamato riforme – ha proseguito Anna Finocchiaro – sono state invece un modo di fare cassa e soddisfare le esigenze di Tremonti. Il ministro Gelmini ha saputo solo operare tagli drastici alle risorse destinate al bene più prezioso per il futuro di una società: la scuola e l’educazione. Con il decreto-legge di giugno 2008 ha previsto 8 miliardi di euro di tagli, più di 87 mila docenti e più di 44 mila unità di personale Ata in meno. La finanziaria 2009 ha portato altri 700 milioni di tagli all’istruzione scolastica. Nella scuola elementare il modulo e il tempo pieno sono stati dissestati, mentre il famoso maestro unico della Gelmini è stato scelto solo dal 3 per cento delle famiglie. Con la legge sul lavoro è stato abbassato l’obbligo scolastico dai 16 ai 15 anni. Come ben sanno i genitori, le scuole pubbliche mancano di tutto: dai supplenti agli insegnanti di sostegno, da palestre agibili ai soldi per i corsi integrativi, dalla carta igienica alla carta per le fotocopie. E’ una situazione insostenibile – ha proseguito Anna Finocchiaro – che il Pd con i suoi parlamentari e i suoi candidati a governatore vuole cambiare”.
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