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«Un milione» allo sciopero Cgil. Epifani: «Il Paese ha le pezze»

Adesione molto alta. La protesta contro la politica del governo su fisco e articolo 18. La richiesta: un bonus di 500 euro ai lavoratori e cig più lunga. Sacconi: «Inutile»

A Perugia hanno aperto il corteo gli operai della Merloni, a Reggio Emilia le operaie della Burani. A Roma gli ex di Eutelia, hanno scritto «Il tempo è scaduto, lavoro e giustizia subito», per loro e per altri. Vale per gli immigrati che raccontavano la loro condizione, «Ho un lavoro ma non il permesso di soggiorno. Per il governo sono un delinquente». «Le tasse le paga il nostro futuro», la denuncia degli studenti. Striscioni, cartelli, voci di un’Italia che paga le tasse e fa sacrifici e che il governo non vede. Quasi a paradigma del mondo che è, mentre la Cgil portava nelle piazze centinaia di vertenze e quasi unmilione di manifestanti, la politica a palazzo si indignava, appassionata, per l’ennesima vicenda giudiziaria del presidente del consiglio. «Tg 1, megafono di papi», si leggeva su un cartello che con grande tempistica i lavoratori hanno piazzato davanti alla sede della Rai. «Fatemi un decreto interpretativo per salvare il posto di lavoro», la richiesta di un elettore. E invece no. Per i posti di lavoro di «interpretazioni» non ce ne sono. Si è vista anche ieri l’enorme distanza tra il paese reale e chi lo governa. Lo sciopero della Cgil è stato il megafono di chi s’indigna se si condonano gli evasori mentre il fisco è foraggiato con le buste paga, o si tagliano le tutele: «Articolo 18: almeno non diteci che lo fate per noi », diceva un altro cartello. «Il paese ha le pezze», ha sintetizzato Guglielmo Epifani che ha parlato a Padova, «i lavoratori stanno male, aumenta la disoccupazione, soprattutto nelle aree più industrializzate. Il governo non fa nulla». Potrebbe iniziare a dareun bonus di 500 euro ai lavoratori dipendenti, un risarcimento per la perdita del potere d’acquisto e un aiuto immediato ai consumi, all’Economia. Potrebbe anche allungare la cig, ma il ministro Maurizio Sacconi ha detto che è «costoso e inutile ».
I TAFAZZI Lo sciopero è riuscito, l’adesione è stata alta, aRomaè rimasta ferma la metro, rallentati i bus nelle grandi città, disagi nel traffico aereo. Alitalia, ha riferito la Filt-Cgil, ha cancellato e riprogrammato 150 voli in tutta Italia. Secondo la compagnia aerea i disagi sono stati «estremamente limitati». In alcune aziende simbolo, come Fiat Mirafiori, le adesioni sono state del 50% (il 12% per il Lingotto). Nella scuola, dove hanno scioperato anche i Cobas, si sono registrate assenze tra il 30 e il 50%. Grande la partecipazione alle manifestazioni, un segno di disagio, di malessere. A negare che ci sia sono gli uomini del governo. Per Sacconi «lo sciopero si svolge per la prima volta alla vigilia di un’elezione a conferma della sua motivazione squisitamente politica e collaterale ai partiti di opposizione». Renato Brunetta ha invece paragonato Epifani a «Tafazzi », affermando che la protesta della Cgil è stata un «flop». Al ministro, candidato sindaco, risponde il segretario del Pd Pierluigi Bersani: «Brunetta pensi ai Tafazzi suoi, che ne ha tanti», è l’invito. «Se un lavoratore sciopera evidentemente c’è un problema, andrebbe ascoltato». «L’aria sta girando – continua Bersani – la società non regge più l’assoluta inadempienza del governo sui temi sociali ed economici».
NERVOSISMO Il governo è dunque nervoso ed è comprensibile visto che lo sciopero e le manifestazione puntano l’indice contro la sua politica (o l’assenza di essa) in questa fase estremamente critica. Si comprende dimenoil fuoco di fila degli uomini della Cisl. Tre segretari confederali (Furlan, Mezzio, Santini), il segretario dei trasporti (Claudiani) oltre al leader Raffaele Bonanni, hanno sentito la necessità di criticare pesantemente lo sciopero della Cgil neanche fosse contro di loro. Come Brunetta parlano di «fallimento», come Sacconi dicono che si è trattato di «uno sciopero politico». «Mai, nella storia della Repubblica si è visto uno sciopero in campagna elettorale », afferma Bonanni. Per il segretario generale della Cisl è addirittura «una vergogna». L Cgil non replica. «Una battaglia come questa dovrebbe vedere unito tutto il mondo del lavoro – aveva detto in mattinata Epifani -. Quando chiedevamo meno fisco, più cassa integrazione, in altre occasioni eravamo insieme. Ora gli altri sindacati li vedo muovere in sede locale, ma non in iniziative nazionali che tirano in ballo il governo». È un errore: «quando le cose non vanno è bene che il sindacato “stringa” per cambiare la politica economica e sociale».
E pensare che anche quest’anno il Primo Maggio sarà unitario. Si celebrerà a Rosarno.
da www.unita.it