economia, lavoro

"Quel cuore artigiano che continua a battere alla «Perla» nonostante la crisi", di Andrea Bonzi

Batte un cuore decisamente artigiano, nello stabilimento «La Perla» di Bologna. Se n’è reso conto perfettamente Vasco Errani, presidente della Regione uscente (e ricandidato dal Centrosinistra) che ieri ha portato il suo tour elettorale nello stabilimento di via Mattei. Incontrando una delegazione delle Rsu e l’amministratore delegato dell’azienda, Alain Prost.
Errani, accompagnato dal segretario del Pd di Bologna, Andrea De Maria, si è fermato complessivamente un’ora, visitando l’interno della fabbrica, dove lavorano circa 750 persone, quasi tutte donne. Le postazioni sono semplici: ci sono alcuni computer e dei grandi fogli per il design dei capi di intimo, ma la maggior parte sono macchine da cucire. Di fianco a molte di questi banchi ci sono i busti dei manichini per fare le prove ai prodotti: davvero l’impressione è quella di trovarsi di fronte a un’impresa assolutamente artigianale. Lo fa notare anche Prost, spiegando ad Errani che più della metà del costo di un capo è dovuto alla manodopera: è il valore aggiunto di questo tipo di prodotto. Il principale concorrente, a parte alcune altre marchi di intimo, sono le ditte che producono accessori: le donne privilegiano borse e cinture a scapito dell’intimo.
La crisi è arrivata anche qui: a fine 2008 è stato raggiunto un difficile accordo sindacale. Oltre alla riorganizzazione di due linee produttive interne, sono ben 250 le lavoratrici in cassa integrazione a rotazione fino al 2011. Così sono anche spiegate le molte postazioni vuote: un terzo della forza lavoro, a turno, se ne sta a casa. Eppure la fiducia non sembra mancare: «L’accordo per ora è rispettato intenzione è quella di collaborare insistono alcuni esponenti delle Rsu -. Speriamo che il mercato riprenda bene». Il marchio è stato interamente acquistato alcuni anni fa dalla Jh Partners, un fondo americano di private equity con sede a San Francisco. Prost è in carica dal maggio dello scorso anno, e ha intenzione di centrare il rilancio.
Errani ascolta e fa domande.
Poi, alle Rsu ribadisce l’impegno della Regione e delle istituzioni per salvaguardare l’occupazione, che resta una delle priorità anche del prossimo mandato. Perché la crisi, come ripetono da mesi i sindacati, è ben lungi dall’essere conclusa.
Retta da capitali stranieri è anche l’Alstom (ex Sasib ferroviaria), la seconda fabbrica visitata ieri dal candidato del Centrosinistra. Lo stabilimento è in via Corticella e si tratta di uno dei “centri nevralgici” di un colosso da oltre 14 miliardi di euro di fatturato (dati 2006/2007) e che ha 65mila dipendenti nel mondo. A Bologna lavorano alcune centinaia di ingegneri, che si occupano di sistemi legati al trasporto su ferro. Per questo, la richiesta dei vertici Alstom, che hanno incontrato Errani privatamente, è stata quella di incentivare la «cura del ferro» in regione.
Risposta positiva: proprio due giorni fa era stato lo stesso presidente, di fronte ai giovani di Confindustria, ad annunciare l’obiettivo di spostare il 20% del traffico di persone e merci dagli autoveicoli al treno. Gli interessi dell’Alstom sono puntati anche alle eventuali gare per i tram e le metropolitane progettate sul territorio, prima fra tutti la metrotramvia di Bologna, tornata alla ribalta in questi giorni dopo che la commissaria Anna Maria Cancellieri ha annunciato di voler trovare un modo per superare quel patto di stabilità che ne impedisce la realizzazione. Musica per le orecchie dell’Alstom, che si vanta nel suo volantino di presentazione di aver realizzato una metropolitana su quattro al mondo e un tram su tre. Il presidente, fanno sapere dal suo staff, ha confermato l’impegno della Regione per mantenere sul territorio punte di eccellenza nella ricerca e e Aistom Il presidente anche nella fabbrica di materiale ferroviario.
La Repubblica 18.03.03