università | ricerca

Per l’informazione libera e plurale

Si può essere per l’informazione libera, autonoma, plurale oggi in Italia? Si può dire basta a bavagli e censure quando i talk show sono oscurati dalla tv pubblica sulla quale Berlusconi invade ogni spazio?

E’ sempre più difficile rompere il muro di gomma dell’informazione omologata ma è un dovere dei democratici, che sono a fianco del mondo dell’informazione libera, come ha ribadito oggi il segretario del PD, Pier Luigi Bersani, in un incontro con alcuni dei maggiori giornalisti italiani, trasmesso in diretta da YouDem. Un modo per ricordare che in Italia da anni esiste un duopolio tv che fa capo a una sola persona, Berlusconi.

Sulla campagna per le regionali pesa il silenzio della RAI. La tv pubblica si è nascosta dietro il regolamento sulla par condicio bocciato dall’AgCom. E il leader del Pd incalza: “Il meccanismo e’ semplice: zittire la voce del sociale, prima che la politica, e poi occupare i Tg con telefonate, con incursioni a gamba tesa e modificando l’impalcatura della informazione. Tutto questo è una vergogna – ha detto ancora Bersani – il nostro e’ l’unico paese occidentale in cui la tv pubblica zittisce la realtà sociale invece di essere voce di libertà. Questo e’ uno dei motivi per cui Berlusconi non può essere il futuro di un paese moderno”.
E riguardo il Cda Rai? Anche per l’organo collegiale le parole sono molto dure: “Nella Rai abbiamo un Cda ostile alla ditta, che tradisce la ditta: e’ insopportabile, inaccettabile. Va messo dentro ad un riordino delle regole dell’informazione, altrimenti con queste regole si va all’estrema unzione”.

Rivedere la par condicio e puntare sulla professionalità di giornalisti con la schiena dritta. Il centrodestra dice che la par condicio è impossibile da attuare per i troppi candidati in corsa e per cui e’ meglio sopprimere le trasmissioni tv di carattere politico, Bersani ha detto: ”E’ un paradosso. L’abbiamo da una dozzina di anni e non e’ mai successo questo… Non si nascondano dietro ad un dito! Siamo di fronte ad una interpretazione aberrante. Certo sono possibili regole diverse che non siano esposte a interpretazioni burocratiche”.

Aberrante è la proposta del Pdl, quella secondo cui gli spazi ai partiti dovrebbero essere dati in proporzione ai loro voti: “Devono esserci dei meccanismi – ha osservato – che garantiscano che le elezioni possano essere un ‘reset’, non possono essere solo una conferma”, quindi occorre assicurare spazio informativo anche ai piccoli partiti. Tuttavia Bersani ha detto di “capire” l’esigenza di “regole meno burocratiche. Ferma restando una piattaforma per tutti – ha aggiunto – io mi affiderei alla professionalità dei giornalisti, ai professionisti dell’informazione”, così come ci si affida a dei professionisti “per comandare il quadro degli scambi dei binari dei treni”. Insomma, ha concluso, “la questione si risolve dando un quadro normativo in cui la professione possa essere svolta a schiena dritta”. E per quei giornalisti che si piegheranno alle esigenze dei politici, la sanzione arriverà dal pubblico, con “la perdita del loro buon nome”.

Poi Bersani ha risposto a una domanda su come affrontare il premier: “Bisogna fronteggiare Berlusconi prendendolo in obliquo. Non lo si può ignorare ma nemmeno rispecchiarlo. ‘Lo abbiamo visto in questi 22 mesi con i meccanismi di deformazione, il sistema di comunicazione… abbiamo preso un certo ritmo e credo -ha aggiunto Bersani- che questo tramonto sia carico anche di insidie per lo spirito civico, per le cattive abitudini che questo paese può prendere ancora… D’altro lato e’ anche vero che lui non può tirare la palla avanti, non e’ in condizioni di dare una parola positiva per il futuro di questo paese. Noi invece dobbiamo cominciare ad occuparci di futuro di questo paese. Credo quindi che si debba riuscire a tenere questa linea. tenerla ferma. Non bisogna ragionare -ha avvertito Bersani- con la psicologia di chi aspetta l’ora X, lo scoppia della bolla come si dice in Inghilterra, ma con la psicologia di chi lavora non dismettendo un’opposizione combattiva. Mi auguro che tutto il centrosinistra avverta questa esigenza: non possiamo più dividerci tra bianchi, rossi e blu. Bisogna capire che nell’insieme dobbiamo essere uno schieramento molto combattivo, ma anche con una prospettiva di futuro e spero che dalle regionali ci venga un incoraggiamento.

Poi Bersani ha commentato le aggressioni verbali del premier ad Emma Bonino e Mercedes Bresso: “Sono una vergogna. Io spero che i cittadini non accettino un modo così volgare di condurre la campagna elettorale”.
“Invece il rapporto col telefono del presidente del Consiglio -ha detto Bersani- e’ un po’ problematico. Siccome le regole vengono prima del consenso e non viceversa, anche col 99,9% di consenso in un sistema costituzionale lui non può telefonare ad un’autorità’ di garanzia. Non può”.

”Gli dispiacciono le telefonate legalmente intercettate -ha aggiunto- ma evidentemente a piu’ passione per quelle intercettate illegalmente. Se fosse vero quello che e’ stato detto, l’autorita’ giudiziaria dovra’ dare un’occhio a questa cosa e cioe’ che in quel caso si e’ verificato un circuito familiare politico-mediatico, i giornali di famiglia, glo’i amici che intercettano e il presidente del consiglio capo politico che prepara l’agguato… io penso che se siamo in un paese ancora minimamente normale, saremmo di fronte al caso di un rilievo enorme. Lascio solo immaginare se una cosa del genere capitasse ad esempio negli Usa -si chiede Bersani con chiara allusione al Watergate- . Adesso vediamo se l’autorita’ giudiziaria vorra dire qualcosa”.

Il segretario del Pd ha altresì indicato la necessità che i giornalisti siano messi ”in condizione di fare il loro mestiere”.

Per Bersani comunque in futuro sarà necessaria una ”risposta civica di questo Paese” da avviare con un confronto tra politica e operatori dell’informazione. Sul tema delle intercettazioni ”va trovata una soluzione. Per noi bisogna partire da un punto: non può essere inibito uno degli strumenti ‘fondamentalissimi’ per la legalità. Noi stiamo chiedendo consigli a chi si occupa di mafia e criminalità organizzata. Poi – ha concluso – studiamo con attenzione le cautele e le tutele che dovrebbero essere introdotte”.
www.partitodemocratico.it