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"Tecnici e professionali light: meno ore e materie, spesso decisive", di Salvo Intravaia

In arrivo istituti tecnici e professionali light. A settembre, come del resto avverrà per i licei, sarà la volta dei nuovi istituti tecnici e istituti professionali. Ad attendere coloro che opteranno per un titolo di studio professionalizzante già dal diploma meno materie e meno ore in classe di chi li ha preceduti. Anche i ragazzi delle seconde, terze e quarte classi avranno lo sconto delle ore di lezione a curricula invariati: un artificio, più volte criticato dagli addetti ai lavori, che servirà esclusivamente a fare cassa. E dire che l’Italia deve il boom economico degli anni sessanta anche alle migliaia di periti diplomati negli istituti tecnici ante Gelmini.

Per comprendere cosa e, soprattutto, quanto studieranno i ragazzi che dal prossimo anno frequenteranno i tecnici e i professionali basta fare un giretto, anche virtuale, tra i siti di alcuni istituti e confrontare i vecchi quadri orario con i nuovi. Gli istituti tecnici commerciali, dai quali sono usciti migliaia di ragionieri, oggi funzionano soprattutto con il corso sperimentale Igea (Indirizzo Giuridico Economico Aziendale). Le 36 ore di lezione al biennio, che scendono a 34 al terzo anno per risalire a 35 negli ultimi due, saranno un ricordo. Perché, come avverrà per tutti gli altri indirizzi le ore scenderanno a 32. Nell’omologo dell’Igea (l’istituto tecnico economico, indirizzo Amministrazione, finanza e marketing) si studierà meno Lingua straniera, Matematica, Geografia ed Economia aziendale.

E che dire degli istituti tecnici per il Turismo? Stesso destino: meno Italiano, Scienze, Diritto e Storia dell’Arte. E ridotte complessivamente di un quarto le tre le lingue straniere. Ma al ministero la vedono in modo diverso. Per i tecnici di viale Trastevere attualmente le ore di lezione nei tecnici e nei professionali sono dappertutto di 50 minuti. Così, le 32 ore di 60 minuti previste dalla riforma in realtà aumenterebbero il tempo-scuola. In poche parole: nessuna diminuzione. Ma è davvero così? In realtà parecchi istituti utilizzano ore di 55 minuti, come avviene all’Itc Bachelet di Copertino, in provincia di Lecce. E laddove le ore si riducono a moduli di 50 minuti, i 10 minuti “risparmiati” vengono riutilizzati dai docenti per corsi di “recupero e sostegno o espansione previsti dalle varie ipotesi di insegnamento”, come avviene all’istituto alberghiero di San Giovanni Rotondo in provincia di Foggia. Mentre all’alberghiero di Tortolì nell’Ogliastra, le ore durano regolarmente 60 minuti.

All’industriale le cose sono ancora più complicate perché i nuovi indirizzi saranno un po’ diversi da quelli attuali e il confronto non è rigoroso. I periti meccanici dell’era Gelmini non studieranno più Geografia e dimezzeranno le lezioni di Diritto ed economia. Ma soprattutto dovranno studiare meno Matematica, Meccanica, Sistemi e Tecnologie meccaniche. Gli Elettrotecnici, oltre Matematica e Geografia, studieranno meno Elettrotecnica e Impianti elettrici: le due discipline che caratterizzano l’indirizzo di studi. Stesso discorso all’istituto tecnico per geometri (che diventa Costruzioni, ambiente e territorio) dove sono state sacrificate Costruzioni, Topografia e Impianti.

Passando agli istituti professionali le cose, se possibile, peggiorano. In tutti gli indirizzi calano le ore di Italiano. Negli istituti alberghieri gli studenti passeranno parecchie ore in meno (il 40 per cento) in cucina e subiranno un taglio alla seconda lingua straniera. E dei futuri odontotecnici, ci si potrà fidare? Meno Fisica, Chimica, studio dei materiali dentari e ore di laboratorio. La roulette del taglio delle ore toccherà anche le seconde, terze e quarte classi dei tecnici. La riforma, infatti, parte dalle prime classi, con nuove materie e quadri orario. Ma il taglio dell’orario colpirà anche le classi successive, escluse le quinte. Nelle seconde classi, per scendere a 32 ore settimanali, verranno sacrificate alcune ore di Italiano e Matematica. Al triennio sarà la volta delle materie professionalizzanti: Elettronica all’industriale e Topografia al tecnico per geometri.
La Repubblica 14.04.10