politica italiana

Alfano blinda gli ordini. Uno schiaffo alle nuove generazioni

Alfano promette la riforma delle professioni blindando gli ordini. Bersani: “Temo il peggio. Uno schiaffo alle nuove generazioni e se sarà così, da parte nostra ci sarà solo un’opposizione dura. Da quella riforma viene un segnale regressivo per il Paese: un si salvi chi può e chi è fuori, è fuori”
Negli ultimi 9 anni, Berlusconi ha governato 7 anni. E tutto questo tempo quale riforma politica, istituzionale, costituzionale, fiscale o economica ha caratterizzato la sua attività di governo? Nessuna! Tante promesse e nessun fatto concreto. “Abbiamo attivato il Ponte sullo Stretto”! Ma se si va a Messina o San Giovanni non si trova neanche un pezzettino di questo benedetto ponte. Così è chiaro che a poca distanza dalle elezioni regionali è di nuovo tempo di riforme da conclamare. Ogni ministro presenta la sua. Alfano promette di riformare gli ordini professionali e convoca un gruppo di lavoro per stilare un nuovo Statuto.

In realtà blinda gli ordini con il pretesto di tutelare i consumatori: “la riforma – si legge in una nota del ministero – mira a contemperare la tutela dei consumatori con quella dei professionisti in un modo più efficace e profondo rispetto a quanto fatto nel recente passato, coniugando la garanzia della qualità della prestazione professionale con la equa commisurazione del compenso”.

Belle parole, poveri noi. Tutte queste occasioni di miglioramento sono già presenti nel decreto a firma Bersani-Mastella già presentato durante il governo Prodi. Tutte queste opportunità sono state già vagliate e approvate in sede europea nel decreto di recepimento della direttiva comunitaria cd. “Bolkestein” a cui il ministro Alfano, solo di facciata, sembra volersi orientare. In altre parole, se il Guardasigilli vuole riformare gli ordini professionali perché non seguire la stessa impronta data da Bersani, pochi anni fa?

La risposta viene fornita dallo stesso Alfano: “Ora ci siamo noi e la faremo”. Come a dire, facciamo quello che ci pare perché abbiamo la maggioranza e poi, almeno una riforma me la farete fare?? Ne preannuncio tante, ma almeno una avrò il diritto di farla?

La preoccupazione è tanta e non la nasconde il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani che, davanti ai cronisti, ha commentato: ”vedremo ma temo il peggio. Temo uno schiaffo alle nuove generazioni e se sarà così, da parte nostra un’opposizione dura”.

“Se è così sarà una vergogna inaccettabile, da quella riforma – ha continuato il leader democratico – viene un segnale regressivo per il Paese. Il messaggio è quello di dire si salvi chi può e chi è fuori, è fuori. Spero non sia così, ma se è così, si aspettino tutta la nostra opposizione”.

Ma sempre a dimostrare che il Pd non è solo opposizione ma, soprattutto, una forza di alternativa politica. “Il Partito democratico presenterà una propria proposta di legge quadro sulla riforma organica delle professioni intellettuali, sulla base del testo del disegno di legge Bersani-Mastella presentato dal governo Prodi la scorsa legislatura, a seguito di una fase di consultazione con tutti gli ordini, le
categorie, le associazioni e le organizzazioni sindacali interessate”. Lo hanno reso noto il responsabile Economia e Lavoro della segreteria nazionale del Pd Stefano Fassina e il presidente del Forum Giustizia, Andrea Orlando.

“Si tratta di una legge di principi per affrontare in chiave di modernizzazione temi cruciali quali il raccordo sistematico con l’istruzione universitaria, l’accesso alla professione senza vincolo di predeterminazione numerica, la disciplina per un dignitoso, efficace e remunerato tirocinio, le modalità e le forme di esercizio della professione (sulla base di quanto già introdotto con le norme di liberalizzazione di Bersani), la previsione di una forma di assicurazione obbligatoria per la responsabilità civile ed infine il riconoscimento delle associazioni di esercenti attività non
regolamentate in ordini”.

I due esponenti del Pd fanno sapere che “un’apposita riunione di coordinamento con i gruppi parlamentari è stata già convocata la prossima settimana”.

“In questa riforma dell’ordinamento forense c’è una questione che ci sta particolarmente a cuore e sulla quale insisteremo moltissimo con i nostri emendamenti che è quella che riguarda i giovani
professionisti”. Lo ha detto Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato parlando con i giornalisti a Palazzo Madama. “Bisogna fare in modo che i giovani professionisti non abbiano
tutte le barriere che questo testo mette anche alla pratica forense – ha sottolineato Finocchiaro – bisogna che siano pagati quando stanno in uno studio professionale ad imparare il mestiere, occorre cioé fare in modo di promuovere l’autonomia e la dignità dei giovani professionisti. E’ una questione sulla quale continueremo ad insistere, convinti che questo può essere il principio di una serie di politiche per promuovere l’autonomia dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze”.

Per Antonio Lirosi, responsabile dei Consumatori del Pd., “quando il Ministro Alfano ha come interlocutore la Commissione Europea vota a favore in Consiglio dei Ministri (circa un mese fa) al decreto di recepimento della direttiva comunitaria cd. “Bolkestein” sui servizi che ha confermato i principi introdotti da Bersani nel 2006 su libertà tariffaria, uso dei mezzi pubblicitari e società per i liberi professionisti. Quando invece ha come interlocutore il presidente dell’OUA – l’avvocato De Tilla, che quattro anni fa scese in piazza per protestare con accanto Alemanno e Gasparri – allora lo stesso ministro promette di andare contro l’Europa abrogando le norme di liberalizzazione di Bersani a favore di giovani professionisti, che adesso vengono utilizzate addirittura come alibi da De Tilla per sostenere l’impostazione neo-corporativa del testo di riordino della professione forense in discussione al Senato”.

“Di fronte al disegno marcatamente conservatore del centrodestra trovo importante che il Pd, oltre ad esternare la propria contrarietà, inizi l’elaborazione di una propria proposta di legge di segno opposto, che recuperi il lavoro fatto al tempo delle liberalizzazioni”, così Fausto Raciti, segretario nazionale dei Giovani democratici. “In una fase di crisi economica- ha continuato Raciti – qualificare e semplificare l’accesso alle professioni è un modo per offrire una risposta a decine di migliaia di giovani. Stupisce come un governo che si proclama liberale possa essere ostaggio delle lobby più conservatrici del Paese”.

A.Dra
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