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Italia 2020, rivoluzione in famiglia. "Un figlio su due fuori dalle nozze", di Maria Novella De Luca

Nasceranno fuori dal matrimonio ma saranno amatissimi lo stesso. Un bambino su due, nei prossimi dieci anni, sarà concepito da genitori non sposati. L’Italia di domani sarà così, la nuova radicale trasformazione della famiglia è già in atto ma corre più veloce del previsto, e rischia di far saltare tradizioni consolidate e ordinamenti giuridici.

Già oggi nel nostro paese il numero dei “figli naturali”, così definiti in modo arcaico per differenziarli dai “figli legittimi” venuti al mondo all’interno del matrimonio, supera il 20% di tutte le nascite. Con una fortissima accelerazione negli ultimi anni, basti pensare che nel 2000, secondo le tabelle dell’Istat, i bimbi di coppie non sposate erano poco più di 50mila, e nel 2007 circa 117mila. Una velocità di cambiamento che porterà, secondo una proiezione statistica realizzata da Alessandro Rosina, docente di Demografia all’università Cattolica di Milano, ad uno scenario per cui nel 2020 in Italia una nascita su due avverrà fuori dal matrimonio. Un dato lontano dalle previsioni inglesi, dove l’Ons, Office for National Statistics, calcola che nel 2014 addirittura il 75% dei neonati vedrà la luce fuori dal matrimonio, ma che per il nostro paese è davvero sintomo di un cambiamento profondo.

“Sono il primo ad essere rimasto sorpreso quando ho calcolato l’attuale curva di crescita delle nascite extranuziali e l’ho proiettata nei prossimi dieci anni – spiega Alessandro Rosina – ma il dato che emerge è che nel 2020 oltre il 50% dei bimbi avrà genitori non sposati. Il cambiamento sarà all’inizio più evidente nelle regioni del Nord, ma entro il 2025 sarà totale anche al Sud, dove comunque il matrimonio resiste ancora. E questo porterà ad una radicale trasformazione della famiglia, tenendo conto che è soltanto dalla metà degli anni Novanta che in Italia la nascita di un bimbo fuori dalle nozze è diventato fatto comune e accettato…”. Questo però non significa affatto la fine del matrimonio come istituzione. Perché, aggiunge Rosina, quello che sta succedendo è che le coppie scelgono di sposarsi “dopo”. Ossia dopo aver convissuto, e soprattutto dopo aver messo al mondo un figlio. “Le nozze non sono più le fondamenta di una famiglia, ma sono in un certo senso il tetto. Arrivano cioè quando la coppia si sente salda, da fidanzati ci si trasforma in genitori e si sente il bisogno di dare stabilità alla propria unione e ai propri eredi. Allora, ma soltanto allora, si regolarizza l’unione”.

Al di là infatti dei mutamenti culturali, la realtà è assai più complessa. A cominciare dal lessico, che ancora divide i bambini tra figli legittimi e figli naturali, come avverte Paola Di Nicola, docente di Sociologia della Famiglia all’università di Verona. “Se questi sono i numeri – dice Paola Di Nicola – ed è probabile a giudicare dalle nascite in coppie di fatto, è evidente che si dovranno trovare delle forme di tutela per famiglie di questo tipo. Dove i rischi, ci tengo a dirlo, non sono tanto dei bambini, quasi del tutto equiparati ai figli legittimi, ma del coniuge spesso più debole, ossia la donna. Che non è affatto tutelata in una convivenza, non ha alcun diritto sull’eredità del compagno, sulla pensione o altro. Non credo però che abbia senso equiparare sul fronte dei diritti una coppia di fatto ad un matrimonio: allora è come se fossero tutti sposati. Dal mio punto di vista credo che si enfatizzi il rifiuto del matrimonio: se infatti anche la famiglia di fatto cerca oggi una tutela giuridica perché rifiutare il matrimonio, che nella sua forma civile è, di fatto, un contratto?”.

Un contratto denso di simboli però. E di certo qualcosa dovrà cambiare. Perché sul fronte bimbi ad esempio, non tutto è compiuto. I figli naturali quando nascono hanno vincoli di parentela soltanto con i propri genitori e i nonni. Non acquisiscono invece zii e cugini. E se la mamma e il papà si separano di loro non si occupano i tribunali ordinari, ma il tribunale per i minori. Insomma non è così “uguale” per la legge nascere legittimi o naturali.
La Repubblica 21.04.10