scuola | formazione

"Anche Formigoni prima o poi dovrà fare i conti con il dettato costituzionale", di Osvaldo Roman

In Lombardia il Carroccio rispetto alle Europee perde elettori ma in percentuale passa dal 22,7% al 26,2. IL Pdl è al 31,78% Il Centrodestra raccoglie il 58% di quel 64,6% di votanti. Questi sono i numeri ma Formigoni ritiene che l’88% dei cittadini lombardi è d’accordo con la sua politica!
Partendo da questa fasulla presunzione di onnipotenza, in una compiacente intervista elargitagli dal Corriere della Sera, nei giorni scorsi Formigoni ha illustrato come nuove le vecchie ricette sulla privatizzazione della scuola pubblica che Comunione e Liberazione ricicla periodicamente da almeno quaranta anni. Formigoni dice di essere stufo di vedere la scuola italiana agli ultimi posti in Europa e di vedere i professori depressi a causa di un sistema che non garantisce la qualità. La Gelmini non c’entra evidentemente nulla con questa depressione!
La riforma di CL-Formigoni, riproposta anche nell’ultimo Meeting, prevede uno stop alle graduatorie nazionali con il reclutamento diretto dei professori da parte delle scuole su base regionale e prevede l’assoluta parità tra istituti statali e istituti privati grazie al potenziamento della “dote” scuola.
Formigoni sostiene che tale modello ricalchi la riforma della sanità del 1997 e lo vuole sperimentare anche prima dell’approvazione delle nuove leggi che il PDL in concorrenza con la Lega si accinge a far discutere in Parlamento. La Lombardia chiede al governo di fare da apripista e di sperimentare il “nuovo modello” e avrebbe in tal senso avuto assicurazioni dalla Gelmini.
E singolare che per una siffatta sperimentazione Formigoni ritenga che non sia necessario cambiare le leggi. Interpretando pienamente uno stile di governo che non ha regole da rispettare (la GELMINI SPA) sostiene che per realizzare tale innovazione in forma sperimentale ci sia solo bisogno di un accordo con il governo. Annuncia anche che avrebbe trovato un “terreno favorevole sia con i sindacati sia con i professori”. I sindacati tutti, anche quelli che apprezzano la devastazione governativa della scuola pubblica, hanno negato tale disponibilità.
Formigoni sostiene che dopo aver premiato gli studenti adesso vuole premiare gli insegnanti. Allo sbalordito, ma compiacente, intervistatore che gli chiede come realizzare l’innovazione il Presidente lumbard sostiene che deve essere la scuola a scegliere gli insegnanti. E denuncia, dimostrando di voler mistificare volgarmente la realtà in atto, che “adesso esistono le graduatorie nazionali” da cui arrivano le nomine per le scuole. E tali graduatorie ( gli ricordiamo che sono anche provinciali e comunque concorsuali) sarebbero piene di gente che “vuole fare il professore perché non ha nulla di meglio da fare”.
Questa precaria situazione dovrebbe essere sostituita dalla costituzione di albi regionali “da dove le scuole pescherebbero in base al merito”. Naturalmente Formigoni non spiega come verrebbe individuato questo merito. Ma conoscendo i metodi e la filosofia di CL lo possiamo immaginare. I nominati dovrebbero essere innanzitutto amici della parrocchietta aventi in comune con le famiglie (la loro maggioranza?) di quella scuola il senso della vita senza il quale non vi è una buona educazione. Ognuno nominerebbe i propri amici! Proprio come nella sanità. Tali albi regionali non sarebbero destinati ai residenti lombardi (qui la distinzione con la rozza proposta della lega che forse proprio per qualche limatura su questo punto non è stata ancora stampata dalla Camera) ma aperte a chi garantisca la permanenza ( magari con la residenza e il possesso di un idoneo domicilio) nel territorio per almeno un ciclo di studio di 5 anni. Ciò per evitare turn over frenetici come succede adesso.
Poi dimenticando che il contratto del personale della scuola non viene e non verrà rinnovato e che in sua assenza i docenti percepiranno un’ indennità di vacanza contrattuale di 8 euro lordi al mese e ignorando che 133 mila posti, di docenti, ATA e di Dirigenti, saranno eliminati entro il 2012, conclude la fantastica intervista favoleggiando sull’estensione della “dote” anche agli insegnati meritevoli: “tutti gli insegnanti devono avere come i dirigenti una quota di retribuzione per il merito”.
Per “dote” naturalmente intende quel contributo finanziario riservato in Lombardia di fatto solo a chi sceglie di frequentare le scuole private. Un contributo che promette di incrementare per passare al finanziamento diretto delle scuole. La Costituzione e il suo articolo 33 evidentemente sono per Formigoni un inutile orpello.
Ma non è escluso, me lo auguro vivamente e tutti dovremmo fare in modo che questo accada, che prima o dopo sulla inderogabilità di quel principio anche Formigoni ci debba sbattere il muso.
Di fronte a tale apparato mistificatorio propagandistico mi sembra necessario riproporre lo stato della normativa esistente e le sue possibili linee evolutive.
La situazione normativa vigente prevede che si possa accedere al ruolo(nomina a tempo indeterminato) con le graduatorie provinciali ad esaurimento(50% dei posti deliberati dal Governo) e con le graduatorie regionali conseguenti al concorso per titoli ad esami del 1999(l’altro 50%).
Con la nomina i vincitori conseguono una sede provvisoria che l’anno successivo, dopo la prova, viene lasciata o confermata con la procedura di mobilità territoriale (trasferimento).
Con il conseguimento della sede di titolarità nasce l’obbligo di permanenza per 5 anni in tale sede.
Di fatto con il precedente movimento spesso si esce dalla Provincia o Regione in cui si è vinto il concorso. E’ su questo meccanismo che si potrebbe intervenire per ottenere una reale continuità di servizio.
Non esiste un obbligo di residenza per concorrere ai concorsi regionali. Dopo la nomina in ruolo si deve dichiarare il domicilio in località compatibile con il servizio svolto. Anche questo aspetto può essere ulteriormente precisato.
Il Decreto (predisposto dal MIUR ai sensi del comma 3 dell’art.17 della legge 400/88) sulla prima formazione, attualmente in corso di definizione, è stato realizzato in base al comma 416 della legge finanziaria 2008 (Legge244/07). Esso non prevede, contrariamente a quanto stabilito nel suddetto comma 416, le modalità di reclutamento.
Il suddetto comma 416 ha abrogato l’art 5 delle legge delega Moratti( L.53/2003 e il relativo Decreto legislativo 227/2005).In tale Decreto si prevedevano (art.5) gli albi regionali.
Il comma 4-ter dell’art.64 della legge 133/08 ha stabilito che “le procedure per l’accesso alle Scuole di specializzazione per l’insegnamento secondario attivate presso le università sono sospese per l’anno accademico 2008-2009 e fino al completamento degli adempimenti di cui alle lettere a) ed e) del comma 4.(i Regolamenti)”.
Il dibattito attuale sul reclutamento è caratterizzato da molteplici sortite propagandistiche dei vari esponenti governativi a cui si affiancano quelle già esaminate del Presidente Formigoni.
Di fatto ad oggi il testo della proposta di legge Goisis n.3357 di cui si parla molto, non è ancora disponibile alla Camera. L’unico riferimento parlamentare è rappresentato dal testo presentato dalla Lega al Senato (Pittoni n.997).
In esso si prevedono:
1) albi regionali cui si accede previo test con punteggio attribuito da una commissione di nomina ministeriale con criteri non definiti, previo possesso dell’abilitazione e della residenza nella regione.
2) le scuole singole o associate possono indire concorsi a cui partecipano solo gli iscritti all’albo regionale. Tali concorsi valutano le caratteristiche culturali generali ed in qualche modo ideologiche dei candidati. Le commissioni sono costituite dalle scuole.
3) Le nomine riguardano il 100% dei posti vacanti e messi a concorso. Si abolisce l’aliquota del 50% attualmente assegnata alle graduatorie ad esaurimento e si cancellano i diritti degli oltre 200.000 aspiranti da un decennio in attesa di nomina in una graduatoria concorsuale. Sembra difficile che una simile ipotesi possa realizzarsi.
Alla luce di questi dati di fatto sembra evidente che la sperimentazione di cui parla Formigoni non ha alcun senso giuridico a meno che non si voglia realizzare un colpo di mano come quello effettuato con l’ Intesa sulla formazione professionale, poi rimasta lettera morta fino all’emanazione del Regolamento sull’Istruzione professionale.
Più praticabile sembra invece la possibilità che un nuovo modello di reclutamento possa eventualmente accontentarsi di occupare il 50% dei posti attualmente assegnati al concorso ordinario per titoli ed esami.
Resta il problema che con i tagli agli organici dei docenti previsti dall’art. 64 della legge 133/08 (87.000 posti al 2012 che diventeranno 100.000 al 2014 quanto si completeranno le cosiddette riforme della secondaria superiore e della primaria) di posti per i concorsi non ce ne saranno!
Mi sembra molto evidente che le proposte della Lega e del PDL sono solo di natura propagandistica atte a lanciare messaggi al loro elettorato nello stile ormai tradizionale della destra.
Ovviamente su tale terreno occorre affrontarli in termini ravvicinati con iniziative sul territorio in tutte le realtà del Paese.

www.flcgil.it