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Da Bersani appello alle opposizioni: «Uniti contro il rischio di deriva». Patto repubblicano anche con Fini

Il segretario del Pd, Pierluigi Bersani chiama all’unità le forze di opposizione: «Le tensione nella maggioranza in futuro sono certe, gli esiti imprevedibili. Le forze di opposizione non possono sottovalutare i rischi che Berlusconi per un verso e la Lega per l’altro possono dare per accelerare una situazione che non riescono ad affrontare. Per le forze di opposizione serve una responsabilità nuova». «Serve un impegno più forte – sostiene Bersani – a discutere e concertare l’azione parlamentare e un lavoro per stringere i contenuti dell’alternativa». Per «accelerare» il confronto con le opposizioni, il leader Pd, che nei giorni scorsi ha già incontrato il leader Idv, Antonio Di Pietro, continuerà «colloqui e verifiche» con le altre forze di opposizione dentro e fuori il parlamento. «Siamo di fronte – sostiene Bersani analizzando la tensione nella maggioranza – ad una situazione estremamente confusa. Il paese, pieno di problemi, assiste attonito a lacerazioni molto profonde nella maggioranza che in un colpo solo ha distrutto tutta la retorica berlusconiana dei cieli azzurri e dei mondi felici».

Il segretario del Pd, Pierluigi Bersani spiega il senso di un «patto repubblicano» con personalità come Gianfranco Fini che non vuol dire, precisa, «fare governi insieme». «Bisogna rivolgersi – spiega Bersani – ad altri partiti ma anche forze sociali ed economiche perchè reagire ad una democrazia plebiscitaria, che ha dimostrato di non saper decidere, non è solo questione di opposizioni». Sui problemi economici del paese e sulle riforme serve dunque «un patto largo in parlamento» coinvolgendo però anche personalità e forze esterne. Il banco di prova per il leader Pd, potrà avvenire già in tempi ravvicinati: «martedì alla Camera si metterà ai voti la proposta di dare un reddito a coloro ai quali scadono gli ammortizzatori sociali o non hanno ammortizzatori. Il governo si è messo di traverso. Vediamo se su un tema concreto il paese capisce di che cosa parliamo».

Zingaretti, appello al Pd
Il presidente della provincia di Roma, Nicola Zingaretti: «È evidente che lo spettacolo che abbiamo visto noi e qualche milione di italiani non è stato edificante. Ma dico al mio partito e al centrosinistra tutto: occhio a fare spallucce, a fare gli scandalizzati e ad assumere l’aria di sufficienza. Quel che è successo in realtà è assai insidioso: il Pdl in quel modo ha occupato e occupa tutto lo spazio politico, fa al contempo la parte della maggioranza e quella dell’opposizione».

«Alla direzione del Pdl abbiamo assistito ad uno scontro tra idee, portato avanti con una schiettezza e una durezza che non turbano la gente, abituata al linguaggio semplificato dell’Isola dei Famosi o dei talk show rissosi- spiega Zingaretti- dobbiamo capire che quella della maggioranza è una forma di comunicazione facilmente decodificabile dai fruitori di televisione. Noi dovremmo avere la stessa forza e la stessa determinazione per imporre la nostra agenda nella vita politica italiana. L’ultima direzione del Pd ha aperto un percorso per la conferenza programmatica che però avrà un senso se ci metteremo l’anima e il cuore. Solo così riusciremo a parlare in modo diretto alla gente e a farci capire».

Vendola: servono subito gli Stati Generali della sinistra
«Se il centrosinistra pensa di schierarsi esclusivamente secondo il dibattito del Pdl fa un suicidio preventivo – ammonisce Il presidente della regione Puglia, Nichi Vendola – le nostre identità non possono dipendere dal posizionamento sulla scacchiera del Pdl. E il deficit di ‘alternatività del centrosinistra manda in corto circuito tutto il sistema». Secondo il leader di Sinistra e Libertà, «la rimozione della sconfitta elettorale operata dal Pd è clamorosa. Tanto clamorosa che sembra perfino che il Pd abbia introiettato la sconfitta come un destino. Ne è un esempio la formazione delle nuove giunte regionali». Quindi, conclude Vendola, «dobbiamo convocare al più presto gli stati generali dell’alternativa. Aperti a movimenti e associazioni perchè ormai è chiaro che i partiti da soli non ce la fanno».

Il presidente della regione Puglia, Nichi Vendola, commenta su “Il Manifesto” il conflitto apertosi dentro il Pdl: «È evidente che esistono due destre. C’è una destra “americana”, liberista ma non liberale in cui Berlusconi è il garante del carisma populista e la Lega del radicamento territoriale. E c’è invece un’altra destra che propone un partito conservatore di tipo europeo. Fini critica da destra il municipalismo della Lega, le pensioni e la privatizzazione dei servizi locali, però è liberale nel senso che almeno rispetta l’Habeas Corpus, vuole l’inclusione, aspira ai diritti civili e alla laicità della politica. Tra queste due destre si è aperta una partita brutale e di lungo periodo».

da www.unita.it