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La voragine ellenica

La bancarotta greca rischia di trascinare con sé le economie deboli dell’Europa. Il Fmi aumenta di 10 miliardi l’aiuto finanziario. Fassina:”Se il governo presenterà, come annuncia, un decreto per 5,5 mld di euro il Pd lo sosterrà in Parlamento”. La Grecia è sull’orlo di una crisi senza precedenti. Ma ciò che fa ancora più male è l’effetto che la sua bancarotta potrà avere sulle economie europee e sulla stessa Italia. L’incertezza domina sulle strategie di salvataggio da intraprendere sull’onda del declassamento del rating di Atene e Lisbona, con l’euro al suo minino storico da un anno e con le Borse europee in segno negativo. Intanto il Fmi potrebbe aumentare di altri 10 miliardi di euro il suo aiuto straordinario.

L’emergenza ha spinto i leader dell’Eurozona ad aprire la possibilità di un vertice straordinario per il prossimo 10 maggio a Bruxelles: del resto i soccorsi necessari per la Grecia ammonterebbero a ben 70 miliardi, ovvero 25 miliardi in più rispetto al pacchetto organizzato dall’Unione europea e il Fmi. Gli interessi sul debito sono saliti oltre il 10% e lo spread sui bond è schizzato sopra gli 800 punti base.

Oltre la Manica, il Financial Times ha fatto sapere che il Fmi potrebbe sbloccare un aiuto finanziario supplementare alla Grecia di 10 miliardi di euro, sotto forma di prestito triennale, per un totale complessivo di 25 miliardi. Tutto questo per far fronte al pericolo che il debito pubblico ellenico vada definitivamente fuori controllo entro il 19 maggio, data di scadenza di una tranche di rimborsi di titoli di Stato greci per 9 miliardi di euro.

Una prima conseguenza della crisi greca è stato il ritorno alla ribalta dei detrattori del Euro che hanno rifatto sentire la voce grossa. Tra questi c’è il presidente della Repubblica Ceca, Vaclav Klaus che dalle pagine del quotidiano tedesco Frankfurter Allegemeine Zeitung ha dichiarato che “la vera causa di questa tragedia non è la politica razionale o irrazionale della Grecia, ma è l’euro”. In Italia, il primo ad abbaiare contro la luna è stato il leader della Lega Umberto Bossi che ha ribadito il suo cavallo di battaglia della domenica: “serve il federalismo fiscale altrimenti l’Italia fa la fine della Grecia, è assolutamente necessario”. Peccato solo che la Lega nei giorni feriali si dimentichi a casa il federalismo per poi ricordarsene durante le feste o alla vigilia delle elezioni.

Per Stefano Fassina, responsabile Economia e Lavoro della segreteria nazionale del Pd, “se ancora qualcuno, in particolare a Berlino, aveva dubbi, la giornata di oggi dovrebbe avere chiarito che la crisi greca ha implicazioni sistemiche. L’UE deve intervenire, il vertice straordinario dell’eurogruppo non può attendere il 10 maggio, sono necessarie scelte immediate, il fattore tempo è decisivo. Gli aiuti finanziari vanno garantiti subito. Se il governo presenterà, come annuncia, un decreto per 5,5 mld di euro il Pd lo sosterrà in Parlamento”.

“I governi smettano di guardarsi l’ombelico e intervengano subito per salvare la Grecia e l’Europa”. Lo ha dichiarato il vicepresidente vicario del Parlamento europeo, Gianni Pittella. ”L’Europa intervenga con rapidità in aiuto di Atene per frenare l’accentuarsi di un pericoloso conflitto sociale in Grecia e per evitare danni maggiori all’architettura monetaria comunitaria minacciata dal rischio di un effetto contagio a quei Paesi con economie caratterizzate da un basso livello di competitività e da un elevato debito” ha ribadito Pittella, che sottolinea come questo sia “un intervento necessario anche per porre un freno ad una chiara attività speculativa messa in essere dai mercati ai danni dell’euro”.

“E’ sconcertante – ha stigmatizzato il parlamentare europeo del Pd – vedere come la stabilita della Moneta unica sia alla merce’ dei giudizi delle agenzie di rating che meriterebbero molta meno credibilità, considerati i clamorosi errori i cui sono incorsi in passato con i loro giudizi. Il presidente Van Rumpey dimostri tutte le sue capacità di convincimento sulla Germania per far quadrare il
cerchio considerato che più si tarda ad intervenire più, con il peggiorare della situazione, lievita il costo del salvataggio greco”.

A.Dra

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Breve cronologia della crisi ellenica

Il passaggio è stato rapido ma non indolore: dalla crisi finanziaria alla crisi economica, dalla crisi economica a quella dei debiti pubblici. L’onda si allunga, drammatica e inquietante. Non è una sorpresa, sono mesi ormai che i Governi si indebitano per tenere a galla le proprie economie. Ma in Grecia, la situazione è sfuggita di mano e si sta aggravando sempre di più.
La crisi d’insolvenza della Grecia è diventata nelle ultime due settimane una crisi di liquidità, infatti sono schizzati verso l’alto i rendimenti dei titoli di stato e il Governo greco fatica sempre più a trovare qualcuno disposto a comprarli ed è costretto ad offrire tassi vicini al 10%. Quando si pagano interessi così alti su un debito pari al 125 % del Prodotto Interno Lordo, è praticamente impossibile stabilizzare il rapporto fra debito pubblico e PIL. Per farlo bisognerebbe varare una manovra correttiva, più tasse e meno spese e sperare che in questo contesto l’economia non crolli.

Inoltre, con una crisi di liquidità di tale portata, non basta più assicurare i mercati finanziari sul fatto che ci sarà un intervento esterno, è necessario che questo intervento si manifesti subito, per evitare che la Grecia si collochi in una spirale esplosiva. Accanto alla fuga dai titoli nelle ultime settimane si è tra l’altro generata anche una fuga dai depositi bancari, con capitali frettolosamente trasferiti all’estero nel timore di un’uscita della Grecia dall’euro.

Fino a un mese fa la Grecia pagava il 6% sul debito pubblico e l’Europa poteva limitarsi a fornire prestiti con agevolazioni del 3% sui tassi di interesse del mercato, ma con l’aggravarsi della crisi sono di fatto quasi raddoppiati anche i costi del salvataggio. Adesso è diventata una vera e propria corsa contro il tempo, in quanto la Grecia deve rimborsare entro il 19 maggio “obbligazioni dell’ordine di nove miliardi di euro”, con condizioni di prestito sul mercato proibitive.

È questo l’allarme del Ministro delle Finanze di Atene, Georges Papaconstantinou. Il Ministro ha informato il Premier Papandreou e quindi il Parlamento sui suoi contatti a Washington con il Fondo monetario internazionale ed ha spiegato che i negoziati con l’Ue stanno proseguendo in vista di un accordo che prevedrà “un quadro triennale”di interventi, riforme ma anche di aiuti internazionali. Papaconstantinou ha aggiunto che Italia, Francia, Olanda e Spagna sono già pronte a fare la loro parte per aiutare la Grecia nel quadro del meccanismo di sostegno anche se resta il veto tedesco posto dal Ministro degli Esteri Guido Westerwelle, che sostiene l’opposizione di Berlino ad aiuti finanziari non ricambiati da un progetto di riduzione del deficit da parte di Atene. Ma intanto una nuova ondata di scioperi e proteste investe il Paese contro la decisione del Governo di ricorrere agli aiuti Ue-Fmi.

Jean Claude Trichet, Presidente della Banca Centrale Europea e Olli Rehn, Commissario europeo ai problemi economici, in occasione del dibattito con i parlamentari europei sulla situazione delle finanze pubbliche nella zona euro, hanno accolto la sollecitazione venuta dall’intervento del Vicepresidente Vicario del Palamento europeo Gianni Pittella sulla necessità di affrontare rapidamente il problema della scarsa governante economica. ”Come ho ricordato in aula – evidenzia Pittella – una reale guida comune dell’economia deve garantire una politica per la crescita, gli strumenti finanziari adeguati per sostenerla, ed una politica per la gestione delle emergenze. “Bisogna avere il coraggio di introdurre gli Eurobond – prosegue l’europarlamentare – al fine di avere risorse dalle quali attingere per rilanciare gli investimenti strategici, e riflettere sull’istituzione di un Fondo monetario europeo per dotarci di uno strumento utile alla gestione delle emergenze e ad affrontare il generale problema del deterioramento delle finanze pubbliche di numerosi Paesi europei”. ”E’ necessario – considera Pittella – che l’Ue dia una risposta concreta e convincente alla Grecia; sarebbe paradossale se si discutessero strategie di medio periodo, pur ambiziose e importanti come Europa 2020, e non si riuscisse a battere un colpo sulla drammatica emergenza delle finanze pubbliche greche”.

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