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Inchiesta G8, Scajola si dimette

Il ministro dello Sviluppo Economico, travolto dalla vicenda dell’appartamento al Colosseo, abbandona l’esecutivo: “Non posso continuare, dimostrerò la mia estraneità ai fatti”
Claudio Scajola si dimette. Travolto dalla vicenda della compravendita, con presunti fondi neri, di una casa al Colosseo 1 il ministro dello Sviluppo economico ha annunciato la rinuncia all’incarico di governo. “Per difendermi”, ha detto in conferenza stampa, “non posso continuare a fare il ministro come ho fatto in questi due anni”. In pole position per la successione, l’attuale viceministro con delega alle Comunicazioni Paolo Romani.

Scajola aveva resistito fino all’ultimo, ma alla fine la sua posizione è diventata insostenibile, costringendolo ad anticipare il rientro dalla Tunisia e a convocare i giornalisti per annunciare il passo indietro. “Da dieci giorni sono vittima di una campagna mediatica senza precedenti”, ha detto ancora. “Vivo una grande sofferenza”.

L’ex ministro ha ribadito la sua estraneità ai fatti che gli vengono contestati, in particolare l’aver ricevuto denaro da imprenditori coinvolti nell’inchiesta sugli appalti del G8 per l’acquisto di un appartamento con vista sul Colosseo: “Non potrei mai abitare in una casa comprata con i soldi di altri”, ha affermato. Per la prima volta in dieci giorni, Scajola ha però preso in considerazione l’ipotesi che gli assegni che gli vengono contestati siano effettivamente stati versati: “Se dovessi acclarare che la mia abitazione fosse stata pagata da altri senza saperne io il motivo, il tornaconto e l’interesse, i miei legali eserciterebbero le azioni necessarie per l’annullamento del contratto”, ha affermato.

“Le mie dimissioni permetteranno al governo di andare avanti”, ha detto Scajola ringraziando Berlusconi e il Pdl per gli attestati di stima ricevuti. Prima della conferenza stampa, Scajola aveva parlato con il premier, che pochi giorni lo aveva incitato a resistere 2. Poi, soprattutto in seguito alle notizie che arrivavano dalla procura di Perugia, il clima è cambiato. Anche Il Giornale di Vittorio Feltri questa mattina era stato netto: “Le risposte che ha dato fin qui non bastano. Se non ha niente da dire oltre a ciò che ha detto, le conviene rassegnarsi. Anzi, rassegnare le dimissioni”. Anche Libero si era mosso sulla stessa linea: “Scajola – scrive il direttore Maurizo Belpietro – deve assolutamente uscire dall’angolo e combattere a viso aperto, tentando di smontare ad uno ad uno i dubbi che aleggiano da giorni sulle pagine dei giornali. Noi gli suggeriamo solo di non temporaggiare più perchè attendere i 10 giorni che mancano all’interrogatorio sarebbe troppo”.

Il passo indietro era stato suggerito anche dal capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri: “Su questa vicenda finora ha difeso il suo comportamento, se dovessero emergere altre cose vedremo. Io credo che debba riflettere sul modo nel quale la sua difesa possa essere condotta meglio, se con l’incarico di ministro o senza”.

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Scajola, Bersani: “Governo in una palude”. Donadi: “Una lezione per la Casta”

Per il segretario del Pd si tratta di “uno scossone piuttosto forte in una fase di impasse della maggioranza”. Mentre il capogruppo dell’Idv sottolinea come la vicenda dimostri che “nessuno è intoccabile”

“Mi pare che le cose che Scajola ha detto fin qui non siano convincenti per nessuno. Se non ha nient’altro da aggiungere, le dimissioni sono inevitabili. Mi auguro che questo verminaio di appalti venga scavato fino in fondo perché questa vicenda è francamente intollerabile”. E’ il commento del segretario del Pd Pierluigi Bersani, in studio a Repubblica tv 2, all’annuncio delle dimissioni del ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola 3, travolto dalla vicenda di una compravendita, con presunti fondi neri, di una casa a due passi dal Colosseo.

Bersani si è poi lasciato sfuggire una battuta, in risposta alle affermazioni del ministro dimissionario, che ha ammesso che la sua casa possa essere stata pagata in parte da altri, ma a sua insaputa: “Ne abbiamo viste tante, può darsi che siamo davanti a benefattori sconosciuti…”. Per il segretario Pd si tratta di “uno scossone piuttosto forte in una fase di impasse politica della maggioranza. Siamo tra la palude delle decisioni del governo e il rischio di precipitare della situazione politica. E’ un passaggio complicato, la situazione si sta facendo complicata e paludosa”.

“Prima ancora che la vicenda giudiziaria, di cui seguiremo gli sviluppi – ha detto Antonio Borghesi, vice capogruppo dell’Italia dei Valori alla Camera – a travolgerlo in una situazione irrimediabile sono state le sue stesse dichiarazioni sicuramente non veritiere rispetto a fatti accertati. Sicuramente Scajola ha mentito al Paese e tanto bastava perché se ne andasse. Non aveva altra scelta”. “Le dimissioni di Scajola sono tardive, ma rappresentano comunque una vittoria delle opposizioni ed una lezione per la Casta: nessuno è intoccabile”, ha aggiunto il capogruppo Idv alla Camera, Massimo Donadi.

”Dopo la scandalosa gestione del G8 di Genova del 2001, il caso Marco Biagi e gli appartamenti con vista sul Colosseo ci permettiamo di suggerire a Scajola di ritirarsi dalla vita politica. Le sue dimissioni sono comunque una bella notizia: la cultura dell’arroganza e della prepotenza, propria del belusconismo, riceve finalmente un durissimo colpo”, ha affermato Oliviero Diliberto, segretario nazionale del PdCI.
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