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Università, Pd: nel 2011 ulteriori tagli per 1 miliardo di euro

Franceschini e Ghizzoni: da governo scelte miopi e irresponsabili

“La situazione in cui si trovano gli atenei è gravissima e i dati forniti dal governo sono inquietanti perché confermano che il fondo di finanziamento ordinario subirà, di fatto, un’ulteriore riduzione delle disponibilità di circa il 2% nel 2010 e un taglio di circa un miliardo nel 2011” E’ quanto ha replicato il capogruppo del Pd Dario Franceschini alle parole “del tutto insufficienti” del ministro Elio Vito chiamato a rispondere, nel corso del question time, ad una richiesta precisa posta dalla collega Manuela Ghizzoni, ovvero “se il Fondo per il finanziamento ordinario delle Universita’, già decurtato di circa 300 milioni di euro nel 2009 subirà nei fatti un’ulteriore diminuzione del 2% nel 2010.” Secondo il presidente dei deputati del Pd “non ci sono dubbi: questo taglio purtroppo è nei fatti – ha affermato Franceschini – e al ministro Vito, Franceschini ha obiettato che “sono altrettanto stupefacenti gli annunci di nuovi tagli per il 2011” . Per il capogruppo del Pd “i 400 milioni recuperati dallo scudo fiscale non saranno più disponibili, ma spariranno anche i 550 milioni del patto per l’Università voluti dal governo Prodi per il triennio 2008- 2010.” Secondo l’on. Ghizzoni “i tagli all’università sono una scelta miope e irresponsabile e impediscono ogni serio progetto di riforma dell’università.” Franceschini ha accusato poi il ministro Gelmini di aver promosso “una riforma vuota che ha addirittura la pretesa di essere fatta a costo zero. Solo un forte investimento in formazione superiore, in ricerca e in reclutamento di giovani ricercatori – ha concluso Franceschini – consente crescita e futuro al Paese”.

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Resoconto stenografico del question time

MANUELA GHIZZONI. Signor Presidente, la legge finanziaria per il 2010 ha tagliato poco meno di 300 milioni al fondo di finanziamento ordinario delle università. Ci chiediamo se il Governo sia consapevole che le spese obbligatorie, come gli stipendi, da una parte, e i tagli pesantissimi ai finanziamenti, dall’altra parte, stanno portando alla progressiva paralisi degli atenei e all’impossibilità di chiudere i bilanci.
Ci chiediamo se il Governo sia consapevole che questa situazione impedisce alle università di far fronte alle obbligazioni ministeriali e, anche di far fronte agli impegni assunti negli anni passati, questa situazione determina nei fatti una riduzione ulteriore del 2 per cento del fondo di finanziamento ordinario.
Ci chiediamo insomma se il Governo sia consapevole che i tagli all’università sono una scelta miope e irresponsabile, perché solo un forte investimento in formazione superiore, in ricerca e in innovazione consentono crescita e futuro ai giovani e al nostro Paese.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, come abbiamo sentito l’interrogazione dell’onorevole Ghizzoni ha per oggetto la disponibilità di risorse per il fondo di finanziamento ordinario delle nostre università. Innanzitutto, per quanto riguarda il quadro normativo di riferimento, preciso che gli effetti prodotti dal decreto-legge n. 112 del 2008, come convertito dalla legge n. 133, sono stati successivamente in parte compensati da quanto disposto dal decreto-legge n. 180, convertito con la legge n. 1 del 2009. In particolare, le riduzioni operate al fondo di finanziamento ordinario sono state modificate e sono stati quindi recuperati 24 milioni per il 2009, 71 milioni per il 2010, 118 milioni per il 2011, 141 milioni sia per il 2012 sia per il 2013. Nel complesso per l’anno 2010, considerando non solo i 550 milioni provenienti dal patto per le università per il periodo 2008-2010, ma anche i 400 milioni derivanti dal cosiddetto scudo fiscale, la riduzione delle risorse disponibili per il fondo di finanziamento ordinario rispetto al 2009, risulta essere pari al 3,72 per cento. Allo stato attuale, non sono previste ulteriori diminuzioni.
Naturalmente, a decorrere dall’anno 2011, non saranno più disponibili le risorse di cui al predetto piano, né quelle derivanti dal cosiddetto scudo fiscale. Va altresì ricordato che, nell’importo sopra indicato di 550 milioni di euro, sono ricomprese le somme destinate alla copertura degli oneri relativi agli incrementi stipendiali, che sono pari a 458 milioni di euro per il 2010.
Tuttavia, il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca intende battersi per il consolidamento in bilancio di queste somme anche per i piani successivi.
Conseguentemente, compatibilmente con le esigenze finanziarie derivanti, sia dal quadro nazionale che da quello internazionale, e i cui effetti potrebbero influire anche sulla disponibilità destinate al sistema universitario, il Governo si adopererà per evitare l’applicazione di ulteriori riduzioni del Fondo di finanziamento ordinario delle università.

PRESIDENTE. L’onorevole Franceschini, cofirmatario dell’interrogazione, ha facoltà di replicare.

DARIO FRANCESCHINI. Signor Presidente, non possiamo che dichiararci totalmente insoddisfatti della risposta del Ministro; sono soltanto rassicurazioni generiche accompagnate da un’inedita dichiarazione che si batterà – non si sa bene contro chi, penso contro un suo collega di Governo – per tenere le risorse all’università.
Anche se questi impegni generici fossero rispettati, non risolverebbero in alcun modo la situazione gravissima in cui si trovano tutte le università italiane. Ciò, perché la violenza dei vostri tagli (i tagli che avete imposto) si abbatte anche sulle università virtuose, quelle che hanno lavorato bene.
Non si può invocare la crisi economica. I dati che lei ha fornito confermano, infatti, che il finanziamento ordinario sarà ridotto; siamo l’unico Paese dentro la crisi (perché la crisi riguarda tutti) che ha progressivamente ridotto il trasferimento di risorse pubbliche alle università.
L’ultima finanziaria ha tagliato il fondo di finanziamento ordinario di 700 milioni di euro. Guardiamo cosa è avvenuto negli altri Paesi europei: la Francia, che ha un Governo politicamente vicino al vostro, investe 11 miliardi di euro per l’università e 8 miliardi di euro per la ricerca. L’Italia è già il fanalino di coda per le risorse investite nel sistema universitario, siamo allo 0,8 per cento del PIL, mentre la media dei Paesi OCSE, di tutti i Paesi OCSE, è dell’1,3 per cento.
Come pensate di poter affrontare, di riagganciare la crisi per uscirne, di affrontare il superamento delle difficoltà in cui versa il nostro Paese, se non investite nello sviluppo, nell’occupazione e nella formazione delle nuove generazioni? È inutile invocare, come viene fatto spesso, la riforma del Ministro Gelmini, perché una riforma senza risorse non è una riforma, è una dichiarazione di intenti. Noi vogliamo, invece, che i meritevoli vadano avanti, che nuovi giovani ricercatori di talento entrino nell’università. Voi pensate ad una università per pochi, per chi può, noi pensiamo ad una università per chi vale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).