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Cari genitori, le scuole sono in bancarotta:«Mancano fondi e personale», di Simona De Santis

«Gentili genitori, le scuole sono alla bancarotta». I dirigenti scolastici dell’Asal, l’associazione scuole autonome del Lazio, scrivono alle famiglie dei propri alunni. E si tratta della seconda missiva, in un anno, che 300 presidi delle scuole di Roma e Lazio hanno deciso di far recapitare a circa 200 mila famiglie. Mercoledì mattina, in contemporanea, sono state raggiunte – spiega il direttore dell’Asal, Paolo Mazzoli – 70 mila famiglie, «il resto degli istituti afferenti alla nostra associazione, e parliamo di 345 scuole, spediranno la lettera nei prossimi giorni».
I PUNTI CRITICI – Nella lettera i dirigenti elencano le principali “criticità”, comuni a tutti gli istituti che l’hanno sottoscritta: «Le scuole sono senza materiale di consumo, con computer vecchi e privi di assistenza – sottolineano i presidi che, mercoledì, si sono riuniti nella scuola media Visconti di via IV Novembre – e siamo costretti a chiedere aiuto ai genitori dei nostri alunni per coprire le spese”. I dirigenti puntano il dito contro la cronica mancanza di risorse: «A livello di singola scuola, il finanziamento complessivo che ci è stato destinato – si legge ancora nella lettera – è gravemente insufficiente per assicurare il regolare funzionamento del servizio». Mancanza di fondi e tagli al personale docente e ata, scrivono ancora i presidi, determineranno «una forte riduzione del recupero scolastico e dei progetti educativi non finanziati direttamente dai genitori», «aule meno pulite per la mancanza di personale» e «alunni, anche in tenera età, meno vigilati negli spazi comuni e nei bagni e alunni che non svolgono le normali attività didattiche per un gran numero di ore».

TEMPO PIENO: 216 CLASSI IN MANO – Dice Mazzoli: «Con questa lettera i dirigenti scolastici manifestano la loro preoccupazione circa l’effettiva possibilità di garantire non solo il diritto allo studio – conclude il presidente del’Asal – e il rispetto dei tetti di spesa, ma anche un servizio scolastico di qualità a cui nessuno vorrebbe rinunciare». I dirigenti mostrano preoccupazione anche «per i tagli significativi al tempo pieno». E, martedì, studenti e genitori dell’istituto Comprensivo Via dell’Archeologia (Tor Bella Monaca) hanno avviato un presidio-occupazione proprio per «ribadire l’importanza del tempo pieno, soprattutto in scuole inserite nelle “Aree a rischio”»: «A fronte di una richiesta di organico per confermare il tempo scuola delle attuali classi e per attivare 6 nuove classi prime (tutte a tempo pieno) – dicono i genitori – il Miur ha assegnato alla scuola un organico che può consentire l’attivazione di 5 prime a Tempo Pieno e di una a 27 ore, e inoltre non garantisce le ore necessarie per il funzionamento a 30 ore dell’unica classe V a tempo normale esistente nell’istituto». Secondo i dati forniti dall’Asal, nel Lazio, «ci saranno per il prossimo anno, 216 classi in meno con il tempo pieno».

IL MINISTERO : POLEMICA PRETESTUOSA – Ma da Viale Trastevere replicano: «Il tempo pieno non è stato tagliano è, anzi, è aumentato, come avevamo promesso» ribadisce il ministro Gelmini a margine della firma del protocollo per la promozione della cultura della legalità nelle scuole. «Il ministero – spiega Gelmini – ha fatto una rilevazione da cui risulta che sono 50 mila in più i bambini che quest’anno usufruiranno del tempo Pieno. Anche questa polemica, mi pare assolutamente pretestuosa». Intanto, il Coordinamento scuole secondarie di Roma annuncia un sit-in, giovedì 20 maggio, davanti al ministero dell’Istruzione.

«Gentili genitori, le scuole sono alla bancarotta». I dirigenti scolastici dell’Asal, l’associazione scuole autonome del Lazio, scrivono alle famiglie dei propri alunni. E si tratta della seconda missiva, in un anno, che 300 presidi delle scuole di Roma e Lazio hanno deciso di far recapitare a circa 200 mila famiglie. Mercoledì mattina, in contemporanea, sono state raggiunte – spiega il direttore dell’Asal, Paolo Mazzoli – 70 mila famiglie, «il resto degli istituti afferenti alla nostra associazione, e parliamo di 345 scuole, spediranno la lettera nei prossimi giorni».

I PUNTI CRITICI – Nella lettera i dirigenti elencano le principali “criticità”, comuni a tutti gli istituti che l’hanno sottoscritta: «Le scuole sono senza materiale di consumo, con computer vecchi e privi di assistenza – sottolineano i presidi che, mercoledì, si sono riuniti nella scuola media Visconti di via IV Novembre – e siamo costretti a chiedere aiuto ai genitori dei nostri alunni per coprire le spese”. I dirigenti puntano il dito contro la cronica mancanza di risorse: «A livello di singola scuola, il finanziamento complessivo che ci è stato destinato – si legge ancora nella lettera – è gravemente insufficiente per assicurare il regolare funzionamento del servizio». Mancanza di fondi e tagli al personale docente e ata, scrivono ancora i presidi, determineranno «una forte riduzione del recupero scolastico e dei progetti educativi non finanziati direttamente dai genitori», «aule meno pulite per la mancanza di personale» e «alunni, anche in tenera età, meno vigilati negli spazi comuni e nei bagni e alunni che non svolgono le normali attività didattiche per un gran numero di ore».

TEMPO PIENO: 216 CLASSI IN MANO – Dice Mazzoli: «Con questa lettera i dirigenti scolastici manifestano la loro preoccupazione circa l’effettiva possibilità di garantire non solo il diritto allo studio – conclude il presidente del’Asal – e il rispetto dei tetti di spesa, ma anche un servizio scolastico di qualità a cui nessuno vorrebbe rinunciare». I dirigenti mostrano preoccupazione anche «per i tagli significativi al tempo pieno». E, martedì, studenti e genitori dell’istituto Comprensivo Via dell’Archeologia (Tor Bella Monaca) hanno avviato un presidio-occupazione proprio per «ribadire l’importanza del tempo pieno, soprattutto in scuole inserite nelle “Aree a rischio”»: «A fronte di una richiesta di organico per confermare il tempo scuola delle attuali classi e per attivare 6 nuove classi prime (tutte a tempo pieno) – dicono i genitori – il Miur ha assegnato alla scuola un organico che può consentire l’attivazione di 5 prime a Tempo Pieno e di una a 27 ore, e inoltre non garantisce le ore necessarie per il funzionamento a 30 ore dell’unica classe V a tempo normale esistente nell’istituto». Secondo i dati forniti dall’Asal, nel Lazio, «ci saranno per il prossimo anno, 216 classi in meno con il tempo pieno».

IL MINISTERO : POLEMICA PRETESTUOSA – Ma da Viale Trastevere replicano: «Il tempo pieno non è stato tagliano è, anzi, è aumentato, come avevamo promesso» ribadisce il ministro Gelmini a margine della firma del protocollo per la promozione della cultura della legalità nelle scuole. «Il ministero – spiega Gelmini – ha fatto una rilevazione da cui risulta che sono 50 mila in più i bambini che quest’anno usufruiranno del tempo Pieno. Anche questa polemica, mi pare assolutamente pretestuosa». Intanto, il Coordinamento scuole secondarie di Roma annuncia un sit-in, giovedì 20 maggio, davanti al ministero dell’Istruzione.

Il Corriere della Sera 20.0.10

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“Scuole in bolletta e tempo pieno negato”, di Maristella Iervasi
Con i soldi della cricca per la casa di Scajola al Colosseo si potrebbero attivare cinquanta classi a tempo pieno per un anno. Non è solo una battuta, ma un dato di fatto. La scuola italiana è sempre più in bolletta, il ministero ha “sospeso” i crediti che avanzano i presidi e ora persino l’igene ne risente: lo straccio sotto i banchi degli studenti viene passato – quando va bene – una volta a settimana. E ci sono istituti che centellinano la carta igenica ai bambini: quattro strati a testa più una firma, a mo’ di ricevuta.
La scuola italiana – massacrata dai tagli e dai debiti – va rotoli. Alle famiglie non resta che aprire la borsa “offrendo” un ticket per “salvarla”. Da qui il nuovo l’allarme di 345 presidi dell’Asal, l’Associazione autonoma delle scuole statali del Lazio. Come lo scorso anno, negli zaini di circa 160mila alunni i genitori troveranno una lettera per l’auto-soccorso. Un quadro dettagliato sulle risorse finanziare ed umane. A dir poco desolante. 108milioni di euro nel fondo cassa delle scuole del Lazio al 1° gennaio 2010 ma quei soldi sono già stati impegnati per coprire i debiti che ammontano a 152milioni di euro. Risultato: le scuole in rosso di 44 milioni di euro. A tanto ammonta la vera sofferenza che la Gelmini fa finta di non vedere.

La lettera ai genitori
L’elenco delle criticità è senza pietà. Laboratori di informatica a rischio chiusura. Forte riduzione del recupero scolastico e dei progetti educativi. A rischio è persino la normale attività didattica degli alunni “per un gran numero di ore”. Un livello di qualità del servizio che peggiora ogni anno di più, nonostante gli sforzi di dirigenti e docenti. L’ora di alternativa alla religione cattalica che non si sa a chi farla coprire.

I debiti delle scuole
Paolo Mazzoli, preside del 115° Circolo didattico di Roma e presidente Asal – l’associazione scuole autonome del Lazio – ospite di Pietro Perziani, dirigente del “Viscontino” della Capitale, ha fatto un racconto drammatico. La crisi economica delle scuole pubbliche (sofferenze comuni a tutti gli istituti) sono state messe nero su bianco. Eccole: le spese per le supplenze non sono garantite. I crediti del minsitero nei confronti delle scuole sono stati “sospesi”. 280 scuole laziati hanno dovuto ridurre drasticamente, dall’inizio di maggio, il servizio di pulizia. Il tempo pieno nella scuola primaria è stato tagliato del 18%. La vigilanza sugli alunni, anche sui più piccoli, sarà sempre più carente. Sottolinea Perziani: “Per la prima volta sono costretto a chiedere il contributo ai genitori. O le famiglie ci aiutino a raccogliere 30-35 mila euro oppure sarò costretto a chiudere i laboratori di informatica. Mi servono 45mila euro – precisa il dirigente del Viscontino -, lo Stato me ne dà solo 11mila”.

Tempopieno negato
La Gelmini insiste con la sua litania: “Non è stato tagliato, anzi il tempopieno è aumentato come avevamo promesso”. Bugie clamorose da ministro “unico” dell’Istruzione. Prova ne sono i numeri. La scuola primaria di Roma e provincia ha richiesto 1.145 classi a tempopiento: ne sono state concesso solo 929. A ben 3.833 bambini è stato “negato” il tempo scuola di 40 ore. Idem a Milano. Rispetto all’anno in corso saranno attivate 28 classi a 40 ore in meno, a fronte di un aumento di più di 200 alunni.

L’Unità 20.05.10